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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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pozzo e che succhia via la vita. E ciò sarebbe in qualche modo cresciuto da una<br />

pallina tonda come quella che abbiamo visto dentro la pietra precipitata proprio qui<br />

nello scorso giugno. Succhia e brucia, così diceva Nabum, e ha l’aspetto di una nube<br />

di colore proprio come quella luce là fuori, che si può scorgere solo in rari casi e che<br />

non si può descrivere. Lui pensava che si nutrisse di ogni cosa vivente e acquistasse<br />

così sempre più forza col passare del tempo. Mi disse di averla vista solo la settimana<br />

scorsa. Dev’essere qualcosa che viene da molto lontano nello spazio, proprio come i<br />

dottori dell’università hanno detto della pietra precipitata lo scorso anno. Dal modo in<br />

cui è fatta e agisce certamente non può appartenere a questo nostro mondo create da<br />

Dio. È qualcosa che viene dal di fuori.»<br />

Gli uomini restarono perplessi a considerare quelle parole mentre la luce che<br />

scaturiva dal pozzo acquistava sempre maggiore forza e i cavalli legati nitrivano e<br />

scalpitavano in un crescendo di follia furiosa. Era veramente un momento carico di<br />

tensione e di paura: oltre all’atmosfera di angoscia che già creava di per sé quella<br />

vecchia e maledetta casa, c’erano quei quattro mostruosi ammassi di frammenti – due<br />

nella casa e due nel pozzo – radunati ora nella legnaia sul retro, e inoltre quella<br />

colonna di empie iridescenze sconosciute che scaturiva dai limacciosi abissi<br />

spalancati nel cortile. Ammi aveva trattenuto l’uomo d’impulso, senza pensare a<br />

come egli stesso fosse uscito del tutto indenne dal viscido contatto con quella nebbia<br />

colorata lassù nella soffitta; ma forse quel suo gesto istintivo era stata la migliore<br />

delle decisioni. Nessuno saprà mai cosa avvenne là fuori quella notte, e sebbene<br />

quell’abominio proveniente dagli spazi esterni non avesse finora mai aggredito<br />

nessun umano che già non fosse stato indebolito nelle sue forze mentali, questo non<br />

escludeva che lo potesse fare ora che la sua potenza era visibilmente aumentata e che<br />

più chiare indicazioni del suo scopo si proiettavano in quel cielo solo a tratti<br />

illuminato dalla luce lunare.<br />

<strong>Al</strong>l’improvviso un suono acuto e soffocato sfuggi dalle labbra di uno dei poliziotti<br />

che stavano alla finestra. Gli altri lo guardarono per poi subito lasciar correre i loro<br />

sguardi verso il punto in cui si erano fissati i suoi occhi. Ogni parola sarebbe stata<br />

inutile. Ciò di cui si era tanto discusso nelle chiacchiere degli abitanti della zona ora<br />

non era più discutibile, ed è per, questo che quanti parteciparono a quell’ispezione<br />

alla fattoria dei Gardner relegarono la loro esperienza a una flebile rete di bisbigli, e<br />

così ad Arkham non si parlò mai di quegli strani giorni in modo chiaro e aperto. È<br />

necessario premettere che in quell’ora della sera non soffiava un alito di vento: prima<br />

c’era stata qualche lieve folata, che però non era durata a lungo. Anche le avvizzite<br />

cime dei cespugli di senape, uguali nel loro aspetto grigio e malefico, e gli orli della<br />

telata che copriva la vettura erano assolutamente immobili. Eppure in tanta malefica e<br />

impressionante bonaccia i grandi e spogli rami di tutti gli alberi del cortile si<br />

agitavano senza sosta con movimenti simili a strappi spasmodici e contratti, quasi a<br />

voler artigliare le nubi rischiarate dalla luce lunare in una crisi parossistica di<br />

demenza epilettica: sembravano voler scalfire, senza però potervi mai riuscire,<br />

quell’aria malsana quasi fossero comandati da misteriosi e invisibili cordoni che<br />

attraverso il nero dipanarsi delle loro radici comunicavano i conati blasfemi di orrori<br />

sotterranei.

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