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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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alterate, in un modo assai bizzarro e impossibile da descrivere, mentre nel muso<br />

recava un’espressione che non si era mai scorta prima d’allora in nessun’altra<br />

marmotta. I ragazzi ne furono talmente impauriti che gettarono subito via quella cosa,<br />

e così non rimase per la gente del villaggio che il loro racconto tanto bizzarro. Che i<br />

cavalli s’imbizzarrissero ogni volta che passavano accanto alla casa di Nahum era<br />

però ormai un fatto accertato, e anche il primo anello di una lunga catena di leggende<br />

da mormorarsi a voce bassa.<br />

Si diceva che la neve si sciogliesse più rapidamente attorno alla casa di Nahum di<br />

quanto avvenisse nel circondario, e ai primi di marzo ci fu un lungo conciliabolo dai<br />

toni piuttosto impauriti nel negozio di Potter a Clark’s Corners. Stephen Rice era<br />

passato in mattinata davanti alla casa dei Gardner e subito aveva notato gli enormi<br />

cavoli che spuntavano dal fango ai margini del bosco dall’altro lato della strada. Non<br />

ne aveva mai visti prima di tanto grandi, e anche il loro colore era insolito,<br />

impossibile da descrivere a parole. Avevano forme mostruose ed esalavano un odore<br />

che colpì Stephen per la sua assoluta alienità e che fece sbuffare nervosamente il suo<br />

cavallo. Quel pomeriggio diverse persone del villaggio si recarono a vedere coi propri<br />

occhi quell’anomala vegetazione e tutti convennero che simili piante non potevano<br />

crescere in una terra sana. Vennero subito ricordati i frutti guasti del precedente<br />

raccolto, e ben presto corse di bocca in bocca la voce che i campi di Nahum erano<br />

avvelenati. Naturalmente la colpa di tutto ciò era la meteorite; e ricordando quanto i<br />

professori dell’università, avessero trovato strana quella pietra, un nutrito gruppo di<br />

agricoltori decise di recarsi da loro per esporre quanto stava succedendo.<br />

E un giorno essi tornarono a trovare Nahum, ma poiché non erano troppo propensi<br />

a prestare orecchio a racconti bizzarri e a leggende folcloristiche, si mostrarono<br />

estremamente cauti nelle loro conclusioni. Quelle piante erano indubbiamente<br />

alquanto curiose, ma d’altra parte lo stesso si può dire per tutti i cavoli che più o<br />

meno hanno forme e colori stravaganti. Forse qualche sostanza minerale della<br />

meteorite era filtrata nel sottosuolo, ma sarebbe ben presto scomparsa, trascinata via<br />

dalle piogge. Quanto poi alle impronte e ai cavalli impauriti, si trattava<br />

semplicemente di banali chiacchiere paesane come sempre ne nascono quando<br />

succede qualcosa di insolito, e la caduta di quell’aerolito ne era certamente alla base.<br />

Quelle stupide chiacchiere non erano certo argomento di cui potessero interessarsi<br />

delle persone serie, solo la superstizione dei contadini poteva dar loro credito e<br />

interesse. E così per tutti quei giorni strani i professori se ne stettero in disparte chiusi<br />

nel loro disprezzo per ciò che ritenevano una semplice e sciocca superstizione.<br />

Soltanto uno di loro, quando diciotto mesi più tardi dovette analizzare per conto della<br />

polizia la polvere contenuta in due provette, si ricordò dello strano colore di quei<br />

cavoli così stranamente simile alle anomale bande di colore che formavano lo spettro<br />

del frammento di meteorite sottoposto a esame spettroscopico dal collegio<br />

universitario e anche alle sfumature del fragile globulo trovato all’interno di quella<br />

pietra proveniente dagli abissi stellari. Anche i campioni che dovette esaminare<br />

presentavano quelle stesse curiose bande, anche se poi persero tale proprietà.<br />

Gli alberi intorno alla casa di Nahum germogliarono con molto anticipo e di notte<br />

ondeggiavano in modo inquietante sotto i colpi del vento. Thaddeus, il figlio<br />

secondogenito di Nahum, un ragazzetto di quindici anni, giurò che gli alberi

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