AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)
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Arkham non erano posseduti, e l’irreale oscurità delle sue fronde non incuteva alcun<br />
timore prima dei giorni strani. Poi c’era stata quella nube bianca in pieno giorno,<br />
quella serie di esplosioni nell’aria, e ancora quella colonna di fumo che s’innalzava<br />
lontana nella valle in mezzo ai boschi. Prima di notte tutta Arkham sapeva<br />
dell’enorme roccia che era caduta dal cielo ed era sprofondata nel terreno proprio<br />
vicino al pozzo nel cortile di Nahum Gardner. E la casa si trovava proprio là dove poi<br />
si sarebbe formata quella landa inaridita... la linda e bianca fattoria di Nahum<br />
Gardner circondata da terre fertili e frutteti.<br />
Nahum era sceso in città per raccontare di quella pietra caduta dal cielo, e lungo la<br />
strada si era fermato da Ammi Pierce. Questi aveva allora quarant’anni e tutti gli<br />
strani avvenimenti che accaddero si fissarono in modo pressoché indelebile nella sua<br />
mente. Accompagnato dalla moglie, si era accodato al gruppo dei tre professori<br />
inviati fin dal mattino successivo dalla Miskatonic University per esaminare quello<br />
strano ambasciatore di un lontano e sconosciuto spazio interstellare. Vedendolo, si<br />
meravigliò che Nahum glielo avesse descritto il giorno prima come qualcosa di molto<br />
grande. Si era ristretto, spiegò Nahum indicando l’ampio bordo brunito che<br />
delimitava lo squarcio nel terreno e l’erba carbonizzata vicino all’antiquato congegno<br />
che serviva ad attingere l’acqua dal pozzo nel cortile davanti a casa. Ma i tre uomini<br />
di scienza gli replicarono che le pietre non si restringono. La meteorite conservava<br />
ancora buona parte del suo calore, e Nahum precisò che durante la notte aveva<br />
emanato anche una debole luminosità. I professori ne saggiarono la durezza con un<br />
martelletto da geologo e scoprirono quanto fosse molle la sua sostanza. In verità era<br />
così malleabile da rivelarsi estremamente plastica, tanto che si dovette lavorare più di<br />
sgorbia che di scalpello per ottenerne un frammento da sottoporre a esami presso i<br />
laboratori dell’università. <strong>Il</strong> pezzetto così ricavato venne posto in una vecchia<br />
pignatta presa a prestito dalla cucina di Nahum, perché anche quel minuscolo<br />
frammento sembrava volersi rifiutare di raffreddarsi. Sulla strada del ritorno, i tre<br />
professori decisero di riposarsi un attimo in casa di Ammi, e si fecero molto<br />
pensierosi quando la signora Pierce attirò la loro attenzione sul fatto che il frammento<br />
stava rimpicciolendo e bruciando il fondo della pentola. Effettivamente non era molto<br />
grande, essi replicarono, ma forse ne avevano asportato meno di quanto credessero.<br />
<strong>Il</strong> giorno seguente, e tutto questo avveniva nel giugno del 1882, i professori fecero<br />
ritorno in massa sul luogo della collisione in preda a una profonda agitazione.<br />
Passando davanti all’abitazione di Ammi, si fermarono a descrivergli le curiose<br />
metamorfosi del campione prelevato, che aveva finito col dissolversi completamente<br />
appena posto in una provetta di vetro. Poi anche la provetta si era dissolta e quegli<br />
uomini di scienza accennarono a una singolare affinità di quella pietra col silicio.<br />
Erano accadute cose incredibili in quel laboratorio pure così ben organizzato: quando<br />
il campione venne scaldato sul carbone di legna si mostrò refrattario a qualunque<br />
cambiamento del suo stato e non emise gas di sorta che potevano essere imprigionati<br />
al suo interno. <strong>Al</strong>trettanto negativo era risultato qualsiasi tentativo di corroderlo con<br />
gocce di borace, dimostrandosi parimenti del tutto irrisolvibile in stati gassosi a<br />
qualsiasi temperatura sperimentale, compresa quella di una fiamma ossidrica. <strong>Al</strong>la<br />
prova dell’incudine si era dimostrato assai malleabile, e nell’oscurità continuava a<br />
irradiare una luminosità ben marcata. Ostinandosi cocciutamente a non voler