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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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dove il vincitore aveva il diritto di montare in groppa al perdente. <strong>Il</strong> gioco diventò<br />

presto divertente per gli spettatori; spesso il bovaro, un tizio largo quanto un uscio,<br />

saltò a cavalcioni del guardiano dei porci, un omettino gracile che non era altro che<br />

un ammasso di rughe. Una altra volta toccò al bovaro piegare la schiena, e Dorosh gli<br />

balzò in groppa esclamando un immancabile: «Oh, che bel toro!». I più dignitosi<br />

della compagnia sedevano davanti alla porta della cucina, fumando la pipa con aria<br />

estremamente seria perfino quando i giovani si sbellicavano dalle risa in seguito a<br />

qualche battuta arguta da parte del bovaro o di Spirid. Homa cercò invano di distrarsi<br />

con il gioco; aveva un cupo presentimento, conficcato nella mente come un chiodo. A<br />

cena, nonostante si sforzasse di essere allegro, fu preso da un terrore crescente, man<br />

mano che le tenebre si spandevano a oscurare il cielo.<br />

«Venite, è ora di andare, signor seminarista!» annunciò il suo amico, il cosacco dai<br />

capelli grigi, alzandosi dalla tavola assieme a Dorosh. «Abbiamo un lavoro che ci<br />

aspetta.»<br />

Homa fu riaccompagnato in chiesa, dove rimase di nuovo solo, e venne chiuso a<br />

chiave all’interno. Non appena gli altri furono usciti, la paura tornò a impossessarsi di<br />

lui. <strong>Il</strong> filosofo vide per la seconda volta le tetre ícone, le cornici luccicanti, e quel<br />

feretro nero ormai familiare, immobile e minaccioso al centro dell’edificio silenzioso.<br />

“Bé,” si disse “adesso non ci trovo proprio nulla di sorprendente. Questa scena era<br />

allarmante solo la prima volta. Sì, la prima volta era piuttosto allarmante... e anche<br />

allora non era poi tanto allarmante; adesso, comunque, non lo è affatto.”<br />

Homa si affrettò a prendere posto dietro al. leggio, tracciò un cerchio attorno a sé,<br />

pronunciò qualche esorcismo, e cominciò a leggere ad alta voce, deciso a non<br />

staccare gli occhi e a non lasciare attrarre la propria attenzione da nulla. Leggeva<br />

ormai da circa un’ora, e stava cominciando a tossire e a sentirsi abbastanza stanco;<br />

estrasse la tabacchiera di tasca e, prima di fiutare la presa di tabacco, diede una timida<br />

occhiata al feretro. <strong>Il</strong> suo cuore raggelò: il cadavere era già di fronte a lui, proprio<br />

appena fuori dal cerchio, e gli occhi spenti e verdastri della strega lo stavano<br />

fissando. <strong>Il</strong> filosofo fu scosso da un brivido, che gli percorse come una folata gelida<br />

le vene. Abbassando subito lo sguardo sul libro, riprese di nuovo a leggere le<br />

preghiere e gli esorcismi con voce ancor. più possente, e sentì che il cadavere<br />

digrignava nuovamente i denti e brancolava nel tentativo di afferrarlo. Ma, guardando<br />

un istante con la coda dell’occhio, il filosofo vide che la morta stava tastando l’aria a<br />

vuoto e nella direzione sbagliata, ed evidentemente non poteva vederlo. Poi udì un<br />

biascichio cupo, e le labbra morte della fanciulla cominciarono a pronunciare parole<br />

terribili, gorgoglianti in modo rauco, come pece bollente. Homa non sarebbe stato in<br />

grado di decifrarne il significato, eppure in quelle parole c’era un che di terrificante.<br />

<strong>Il</strong> filosofo, inorridendo, capì che lei stava facendo un incantesimo.<br />

<strong>Al</strong>le parole della strega, un vento si levò nella chiesa, accompagnato da un suono<br />

simile a quello prodotto da una moltitudine di ali in volo. Homa Brut udì le ali che<br />

sbattevano contro i vetri delle finestre e i telai di ferro, il raspio sordo di artigli sul<br />

metallo, e una forza immensa che tempestava di colpi le porte, tentando di sfondarle e<br />

riversarsi all’interno. li cuore del filosofo martellava all’impazzata. Chiudendo gli<br />

occhi, continuò a leggere orazioni ed esorcismi finché in lontananza risuonò

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