AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

Si girò e cercò di allontanarsi; ma una strana curiosità, quel sentimento
contraddittorio che perseguita gli uomini specialmente nei momenti di terrore, gli
impedì, mentre si scostava, di resistere alla tentazione di dare un’altra occhiata. Così,
dopo aver provato il medesimo brivido di qualche istante prima, il filosofo tornò a
osservare la defunta. La sorprendente bellezza della fanciulla morta possedeva senza
dubbio un che di terribile. Molto probabilmente, se fosse stata un po’ meno
affascinante, lei avrebbe certo sopraffatto il. filosofo, incutendogli un senso
spaventoso di panico. Invece, nei suoi lineamenti non vi era nulla di spento, di
consunto, di morto; il suo volto era vivo, e al filosofo sembrava quasi che lei lo
osservasse attraverso gli occhi chiusi. Homa Brut immaginò perfino che una lacrima
stesse stillando lentamente dalla palpebra destra... e quando la ,lacrima si posò sulla
guancia, lui vide in modo chiaro che si trattava di una goccia di sangue.
Allora Homa si allontanò in tutta fretta, raggiunse il leggio, apri il libro e, per farsi
maggiormente coraggio, cominciò a leggere a voce alta. La sua voce colpiva le pareti
di legno della chiesa, che per tanto tempo erano rimaste sorde e silenziose, e
risuonava misera e derelitta, priva di qualsiasi eco, in un basso profondo, in quella
quiete assoluta, sembrando chissà come misteriosa al lettore stesso. “Cosa c’è da
temere?” ripeteva tra sé il filosofo. “Lei non si alzerà certo dalla bara, perché avrà
paura della parola di Dio. Rimarrà la dentro! Ah, e io sono proprio un bel cosacco, se
mi lascio spaventare! Be’, però ho esagerato un pochino nel bere... è per questo che
qui tutto mi sembra terrificante. Sì, mi farò una presa di tabacco... già, una buona
presa di tabacco da fiuto... proprio quello che mi ci vuole!” Tuttavia, man mano che
voltava le pagine, non cessava di lanciare occhiatine furtive al feretro, e gli pareva di
sentire una voce interiore insistente che gli sussurrava: “Guarda, guarda, lei sta per
alzarsi! Guarda, adesso si metterà a sedere, e guarderà fuori dalla bara!.
Ma il silenzio era sempre tombale; la bara era immobile; le candele proiettavano
un perfetto manto luminoso. Però, una chiesa completamente illuminata di notte, e
deserta, tranne la presenza di un cadavere, era un ambiente che provocava una
sensazione enorme di terrore!
Alzando la voce, Homa Brut cominciò a cantare in varie tonalità, nel tentativo di
scacciare i timori che ancora si annidavano nel suo animo, ma a ogni minuto che
passava volgeva gli occhi al feretro, quasi si chiedesse, suo malgrado: “ E se si
sollevasse... se si alzasse davvero? “.
Ma la bara non si muoveva. Ah, se almeno ci fosse stato qualche suono, qualche
rumore! Qualche creatura vivente! Invece non c’era nemmeno un grillo che trillasse
in un angolo! Si udivano solo il debole sfrigolio di una candela lontana, il lieve
ticchettio di una goccia di cera che cadeva sul pavimento.
“E se si alzasse davvero?”
La fanciulla morta stava rizzando il capo...
Il filosofo la fissò con gli occhi sbarrati, e si strofinò le palpebre. Sì, la morta non
era più coricata, ma stava alzandosi a sedere nella bara. Homa distolse un istante lo
sguardo, poi tornò a fissare il feretro con espressione colma di orrore. La morta si
levò in piedi... cominciò a vagare per la chiesa a occhi chiusi, agitando le braccia a
destra e a manca, quasi stesse cercando di afferrare qualcuno.