AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

«E non avete mai sentito parlare della moglie di Sheptun?» disse Dorosh, rivolto a
Homa.
«No.»
«Bene, bene! A quanto pare, nel seminario vi insegnano poche cose utili e sensate.
State a sentire, allora. Nel nostro villaggio, c’è un cosacco che si chiama Sheptun...
un buon cosacco! A volte ha il vizietto di rubare, e di raccontare bugie quando non ha
di meglio da fare... però, resta sempre un buon cosacco. La sua casa è abbastanza
vicina. Una sera, proprio nella stessa ora in cui noi adesso ci siamo seduti per cenare,
Sheptun e sua moglie finirono la loro cena e si coricarono per dormire. E dato che
c’era bel tempo, la moglie si stese in cortile, e Sheptun in casa sulla panca; anzi, no...
fu la moglie a coricarsi in casa sulla panca, e Sheptun in cortile...»
«Non sulla panca... lei si era coricata sul pavimento» s’intromise una contadina,
ritta sull’uscio, con una guancia appoggiata alla mano.
Dorosh la fissò, abbassò lo sguardo, poi tornò a fissarla, e dopo una breve pausa
disse: «Quando ti alzerò la sottoveste di fronte a tutti, vedrai che non ti farà piacere».
L’avvertimento ottenne l’effetto desiderato. La vecchia tenne a freno la lingua, e
non osò più interrompere il racconto.
Dorosh riprese: «E nella culla appesa in mezzo alla casa c’era un bambino di un
anno... non saprei dire se fosse maschio o femmina. La moglie di Sheptun si era
dunque coricata quando udì un cane che raspava alla porta, ululando in maniera così
orribile da poter far fuggire uno dallo spavento. Lei ebbe paura, perché le donne sono
creature incredibilmente sciocche, e verso sera basta nascondersi dietro una porta e
fare una boccaccia che quelle si ritrovano col cuore in gola... comunque, lei pensò:
“Bene, adesso andrò a dare una bastonata sul naso di quel cane, così magari la
smetterà di ululare”. E prendendo la pala del forno apri l’uscio. Lo stava ancora
aprendo del tutto, quando un cane le sfrecciò tra le gambe, puntando subito verso la
culla. Fu allora che la donna si accorse che quello non era più un cane, bensì la
padroncina... e se la padroncina fosse stata come lei la conosceva, la scena non
sarebbe stata così terribile. Fatto sta, invece, che la padroncina era tutta blu, e aveva
gli occhi che ardevano come braci. Quella ghermì l’infante, gli morse la gola e
cominciò a succhiargli il sangue. La moglie di Sheptun riuscì solo a gridare: “Oh, che
orrore!” e corse verso la porta. Ma vide che era chiusa a chiave, e corse su in soffitta,
dove si sedette, tremando come una foglia, quella povera sciocca. Poi la padroncina
1a raggiunse in soffitta, le si avventò addosso e cominciò a morderla. Il mattino dopo,
quando Sheptun tirò giù la moglie dalla soffitta, la trovò piena di morsicature, e la sua
pelle era diventata nera e bluastra di lividi. Il giorno successivo, quella donna sciocca
morì. Dunque, vedete che cose misteriose e malvagie succedono al mondo! Anche se
appartiene alla piccola nobiltà di campagna, una strega è sempre una strega».
Terminata la sua storia, Dorosh si guardò attorno con aria compiaciuta e ficcò un
dito nella pipa, preparandosi a riempirla di tabacco. L’argomento della strega
sembrava inesauribile. Tutti. quanti, a turno, si affrettarono a raccontare qualche
episodio che l’aveva vista protagonista. Uno disse che la strega si era avvicinata alla
porta di casa sua sotto forma di un pagliaio; ad altri, invece, aveva rubato il berretto o
la pipa; a molte ragazze del villaggio aveva tagliato i capelli; ad altri ancora aveva
succhiato parecchi quarti di sangue.