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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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ivolse al vicino chiedendogli: «Mi piacerebbe sapere come mai tutti quelli che<br />

siedono qui a cena considerano la padroncina una strega. Per caso, vi ha giocato<br />

qualche brutto scherzo, o ha fatto del male a qualcuno dei presenti?».<br />

«Oh, quella ne ha combinate di tutti i colori» rispose uno della compagnia, un tipo<br />

dal viso piatto che assomigliava in maniera impressionante a una vanga. «Tutti<br />

ricordano Mikita, il bracchiere...»<br />

«Perché, cosa c’è da dire su Mikita?» disse Dorosh.<br />

«Ne parlerò io di lui,» disse il bovaro «perché era un mio grande amico.»<br />

«No, racconterò io la storia di Mikita» intervenne Spirid.<br />

«Sì, lasciamo che sia lui, lasciamo che sia Spirid a raccontare!» gridò la<br />

compagnia.<br />

Spirid iniziò: «Voi non conoscete Mikita, signor filosofo Homa. Ah, che uomo era!<br />

<strong>Con</strong>osceva alla perfezione tutti i cani della fattoria, così come conosceva suo padre. <strong>Il</strong><br />

guardiano dei cani che abbiamo adesso, Mikola, il secondo seduto vicino a me, non<br />

vale nemmeno la suola delle sue scarpe. D’accordo, anche lui sa il suo mestiere, però<br />

in confronto all’altro fa schifo, fa ridere».<br />

«Sei bravo a raccontare la storia, molto bravo!» disse Dorosh, annuendo col capo<br />

in segno di approvazione.<br />

Spirid proseguì: «Nell’adocchiare le lepri era più veloce di uno che si pulisse il<br />

moccio dal naso. Lanciato al galoppo sul suo cavallo, Mikita fischiava e chiamava:<br />

“Qui, Spaccatutto! Qui, Pieveloce! “. E non si poteva mai dire fino all’ultimo se lui<br />

avrebbe battuto il cane in velocità, o se il cane sarebbe riuscito a superarlo. Era<br />

capace di tracannare un boccale di vodka senza batter ciglio. Ah, era un ottimo<br />

bracchiere! Purtroppo, qualche tempo fa, cominciò a fissare di continuo la<br />

padroncina. Forse si era innamorato di lei, o magari era stata lei a stregarlo, be’, fatto<br />

sta che poteva già considerarsi spacciato... instupidì del tutto. Lo sa il diavolo cosa<br />

fosse diventato, così all’improvviso... puf! Non ci sono parole per spiegarlo<br />

decentemente...».<br />

«Bravo, sei in gamba» commentò Dorosh.<br />

«Non appena la padroncina lo guardava, lui mollava le briglie, si metteva a<br />

chiamare Spaccatutto, era agitatissimo e non capiva più cosa stesse facendo. Un<br />

giorno la padroncina andò nella scuderia, dove lui stava strigliando un cavallo.<br />

“Senti, Mikita,” gli disse “lascia che ti metta un piede addosso.” E quello sciocco,<br />

contentissimo della richiesta, le rispose: “Non soltanto il vostro piede... potete anche<br />

montarmi in groppa”. La padroncina sollevò il piede, e Mikita vide così la sua gamba<br />

nuda, bianca e bene in carne, e uscì di senno, stando a quello che poi ha detto. Piegò<br />

la schiena, quel povero sciocco, e stringendo con le mani le gambe nude di lei partì al<br />

galoppo come un cavallo per la campagna. Non era in grado di dire dove l’avesse<br />

portato la padroncina, ma ritornò più morto che vivo,, e da quel giorno si disseccò<br />

come un ramoscello spezzato. E un giorno, entrando nella scuderia, al posto di Mikita<br />

trovarono un mucchio di cenere accanto al secchio vuoto. Si era consumato da solo,<br />

era bruciato interamente da capo a piedi. Ed era un bracchiere eccezionale, al mondo<br />

non esisteva un altro bravo quanto Mikita.»<br />

Quando Spirid ebbe terminato il racconto, da ogni parte si levarono commenti sulle<br />

rare qualità dello scomparso guardiano dei cani.

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