AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)
AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)
AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
conservatori; per essere precisi, gli appartenenti a tale categoria non mancano in<br />
nessuna parte dell’Ucraina.<br />
<strong>Il</strong> filosofo si sedette con gli altri in un ampio cerchio all’aria aperta, davanti alla<br />
porta della cucina. Poco dopo, una contadina che indossava una cuffietta rossa sbucò<br />
all’esterno reggendo in mano una zuppiera fumante di gnocchi di pasta, che depose al<br />
centro del cerchio. Ognuno estrasse di tasca un cucchiaio di legno o, in mancanza del<br />
cucchiaio, un bastoncino. Non appena le mascelle cominciarono a rallentare il ritmo<br />
della masticazione, e la fame da lupi del gruppo fu in parte placata, molti iniziarono a<br />
chiaccherare. Naturalmente, la conversazione verteva sulla fanciulla morta.<br />
«È vero,» disse un giovane pastore che aveva attaccato tanti bottoni e dischi di<br />
rame sulla cinghia a cui teneva appesa la pipa da sembrare un piccolo negozio di<br />
merceria ambulante «è vero che la nostra damigella, con rispetto parlando, era in<br />
rapporti d’amicizia col Maligno?»<br />
«Chi? La padroncina?» disse Dorosh, un uomo che il nostro filosofo conosceva<br />
già. «Perbacco, quella era una strega in piena regola! Sono pronto a giurarlo che era<br />
una strega!»<br />
«Zitto, zitto, Dorosh» intervenne un altro uomo, che nel corso del viaggio aveva<br />
dimostrato una notevole predisposizione a calmare e consolare i compagni. «Non<br />
sono affari nostri, Dio benedetto! Non è bene parlarne!»<br />
Però Dorosh non era affatto intenzionato a tenere a freno la lingua; era appena<br />
stato in cantina ad aiutare il maggiordomo e, avendo accostato le labbra a due o tre<br />
botti, era risalito estremamente allegro e chiacchierava in continuazione.<br />
«Cosa vuoi? Che stia zitto?» disse. «Accidenti, ma se anch’io sono stato vittima<br />
dei malefici di quella! Lo giuro, ha stregato anche me, davvero!»<br />
«Dicci un po’, zio,» disse il giovane pastore pieno di bottoni «ci sono dei segni<br />
particolari da cui si possa riconoscere una strega?»<br />
«No, è impossibile» rispose Dorosh. «Non c’è modo di riconoscerne una: potresti<br />
leggere tutti i libri sacri e non riusciresti ugualmente a sapere in che modo<br />
riconoscere una strega.»<br />
«Sì, sì, invece è possibile, Dorosh, è possibile. Non dire il contrario» intervenne il<br />
cosacco con attitudini consolatorie. «Dio, per fini di giustizia, ha dato a ogni creatura<br />
delle caratteristiche particolari. Le persone che hanno studiato dicono che le streghe<br />
hanno una piccola coda.»<br />
«Quando una donna è vecchia, diventa una strega» commentò perfettamente calmo<br />
il cosacco dai capelli grigi.<br />
«Oh! E voi formate proprio una bella combriccola!» ribatté la contadina che, in<br />
quel preciso istante, stava versando degli altri gnocchi appena cotti dentro la zuppiera<br />
vuota. «Siete tutti una manica di porci, grassi e ingordi!»<br />
<strong>Il</strong> vecchio cosacco, che si chiamava Yavtuh ed era soprannominato Kovtun, sorrise<br />
soddisfatto, vedendo che le sue parole avevano punto sul vivo la vecchia, mentre il<br />
pastore scoppiava in una risata fragorosa, sbuffando e muggendo come un toro che si<br />
apprestasse ad affrontare un altro toro.<br />
L’inizio di quella conversazione aveva risvegliato la curiosità del filosofo, che<br />
adesso era estremamente ansioso di apprendere ulteriori particolari riguardo la figlia<br />
del sotnik. Così, desideroso di riportare la chiacchierata all’argomento di partenza, si