AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

collegio del seminario. Sono le stesse cose che il diacono legge in chiesa, o è
qualcosa di diverso?».
«È inutile che tu lo chieda!» intervenne con convinzione il cosacco sentenzioso.
«Lascia le cose come stanno già. Dio sa quello che ci vuole, Dio sa tutto.»
«No, voglio saperlo» ribatté Dorosh. «Cosa c’è scritto in quei libri, eh? Forse è
roba completamente diversa da quella che legge il diacono.»
«Oh, santo cielo, sante) cielo!» disse il tipo sermoneggiante. «Perché ostinarsi a
chiedere? Tanto tutto avviene secondo la divina volontà. Non c’è modo di cambiare
ciò che il Signore ha deciso!»
«E io voglio sapere tutto quello che c’è scritto. Andrò anch’io in collegio, lo giuro,
altroché se ci andrò! Credi che non sia capace di imparare?... Invece imparerò tutto,
sì, tutto!»
«Oh, santo cielo...!» cominciò il cosacco in vena di prediche, poi reclinò il capo
sulla tavola, poiché non era più in grado di tenere il collo eretto. Gli altri cosacchi
stavano discutendo dei loro padroni e del perché la luna brillasse appesa in cielo. Il
filosofo, notando la loro condizione mentale, decise di approfittare subito di
quell’occasione per svignarsela. Allora, tanto per cominciare, si girò verso il cosacco
più anziano che stava affliggendosi per la scomparsa del padre e della madre.
«Perché singhiozzi così forte, zietto?» gli disse. «Pure io sono orfano! Lasciatemi
libero di andare per la mia strada, amici! Cosa volete da me?»
«Sì, lasciamolo andare!» risposero in parecchi. «Perbacco, è un orfano, vada pure
dove vuole.»
«Oh, santo cielo, santo cielo!» si associò il cosacco moraleggiante, alzando la testa
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