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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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che lo convocò nel suo studio e lo informò che avrebbe dovuto partire senza indugio,<br />

precisando che il nobile sotnik lo aveva mandato a prendere da alcuni servi con un<br />

carro.<br />

<strong>Il</strong> filosofo rabbrividì, preso da una sensazione indefinibile che non avrebbe saputo<br />

spiegarsi. Un oscuro presentimento gli disse che lo attendeva qualcosa di assai poco<br />

simpatico. Senza sapere perché, Homa Brut dichiarò seccamente che non aveva<br />

intenzione di partire.<br />

«Ascoltate, mastro Homa!» disse il rettore, che in certe occasioni si esprimeva con<br />

estrema cortesia nei confronti di quelli che erano sottoposti alla sua autorità. «Chi<br />

diavolo vi ha chiesto se volete andare o meno? Tutto ciò che ho da dirvi è che se<br />

continuerete a impuntarvi e a sollevare obiezioni, io ordinerò che vi venga data una<br />

serie tale di vergate con un buon ramo di betulla, sulla schiena e sul resto del corpo,<br />

che alla fine non avrete più alcun bisogno di fare la sauna.»<br />

<strong>Il</strong> filosofo, grattandosi dietro un orecchio, usci senza dire una parola, col proposito<br />

di filarsela alla prima occasione propizia. Immerso nei propri pensieri, scese la ripida<br />

scala che portava in un cortile circondato da pioppi e rimase immobile per alcuni<br />

istanti, udendo chiaramente la voce del rettore che impartiva ordini al suo<br />

maggiordomo e a qualcun altro... probabilmente uno dei servi dai quali il sotnik lo<br />

aveva mandato a prendere.<br />

«Ringraziate sua eccellenza per il grano e le uova» stava dicendo il rettore «e<br />

comunicategli che non appena saranno pronti i libri che mi chiede nella sua lettera,<br />

mi premurerò di inviarglieli subito. Li ho già dati a uno scrivano perché provveda a<br />

copiarli... e non dimenticate di riferire a sua eccellenza, buon uomo, che so che ci<br />

sono pesci eccellenti nella sua zona, specialmente storioni, e che volendo potrebbe<br />

mandarmene qualcuno quando capita; qui al mercato, il pesce è cattivo e costoso. E<br />

tu, Yavtuh, dai a questi giovanotti un bel bicchiere di vodka a testa, e lega il nostro<br />

filosofo, altrimenti quello non perderà tempo per svignarsela.»<br />

“Ah, quel figlio del demonio!” pensò il filosofo. “Ha già fiutato l’aria, il dannato<br />

furbastro!” Homa Brut arrivò in corte e vide un carro coperto, che sul primo<br />

momento gli parve più che altro un forno da panettiere montato su ruote. Anzi, per<br />

essere precisi, aveva le dimensioni di una di quelle fornaci in cui vengono cotti i<br />

mattoni. Invece era solo il tipico enorme carriaggio in cui gli ebrei viaggiavano in<br />

gruppi di cinquanta individui con le loro mercanzie per raggiungere tutte le città nelle<br />

quali subodoravano lo svolgimento di una fiera. Sei cosacchi, alti e prestanti, non più<br />

tanto giovani, lo stavano aspettando. Le loro tuniche di panno fine, ornate di nappe,<br />

rivelavano che quegli uomini erano alle dipendenze di un padrone ricco e importante,<br />

mentre alcune piccole cicatrici dimostravano che avevano combattuto nel corso della<br />

loro vita, e non senza gloria.<br />

«Che devo fare? Quel che dev’essere, sarà!” si disse il filosofo, e rivolgendosi ai<br />

cosacchi li salutò: «Buon giorno a voi, compagni!».<br />

«Salute e prosperità, mastro filosofo» risposero alcuni di loro.<br />

«Dunque, devo salire con voi? E una bella carrozza!» proseguì Homa Brut,<br />

issandosi in vettura. «Basta che ingaggiamo dei musici, e potremmo perfino ballare,<br />

qui sopra.»

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