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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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Non si era sbagliato nella sua supposizione; infatti, poco più tardi, gli studenti<br />

videro una piccola masseria formata da due sole casette affacciate sulla stessa corte.<br />

C’era una luce alle finestre; una dozzina di prugni crescevano accanto allo steccato.<br />

Guardando attraverso le fessure della palizzata d’ingresso, gli studenti scorsero un’aia<br />

piena di carri da trasporto. In quel momento, le stelle occhieggiavano qua e là nel<br />

cielo.<br />

«Sentite, compagni, non lasciamoci sbattere la porta in faccia! In un modo o<br />

nell’altro, dobbiamo procurarci una sistemazione per la notte!»<br />

I tre eruditi gentiluomini batterono sulla staccionata del cancello di comune<br />

accordo, gridando: «Aprite!».<br />

La porta di una casetta si aprì cigolando, e un minuto più tardi si parò dinanzi a<br />

loro una vecchia vestita di pelli di pecora.<br />

«Chi è là?» chiese la donna con voce cupa e tossicchiante.<br />

«Dateci alloggio per questa notte, nonnina; ci siamo smarriti. Una notte<br />

all’addiaccio è spiacevole quanto una pancia affamata.»<br />

«E che razza di gente sareste mai?»<br />

«Oh, gente innocua: Halyava, un teologo; Brut, un filosofo, e Gorobets, un<br />

retorico.»<br />

«No, non posso» borbottò la vecchia. «<strong>Il</strong> cortile è già affollato all’inverosimile, e la<br />

casa è piena di gente fino all’ultimo cantuccio. Dove potrei mettervi? Soprattutto dei<br />

tipi grandi e grossi come voi! Mi troverei con la casa a pezzi se la usassi per dare<br />

ospitalità a gente simile. Lo so come sono questi teologi e questi filosofi; se uno<br />

comincia a offrire alloggio a certi ubriaconi, in poco tempo finisce con la casa<br />

distrutta. Andatevene, andatevene! Qui non c’è posto per voi!»<br />

«Abbiate pietà di noi, nonnina! Come potete lasciar morire delle anime cristiane<br />

senza alcuna valida ragione? Metteteci dove volete, e se combineremo qualcosa di<br />

sbagliato, possa il cielo fulminarci, e Dio sa che altro... suvvia!»<br />

La vecchia parve leggermente intenerita.<br />

«D’accordo» disse, tornando sulla propria decisione.<br />

«Vi lascerò entrare, però vi sistemerò in posti diversi, perché non starei tranquilla<br />

se foste tutti assieme.» «Come volete, non faremo certo obiezioni» risposero gli<br />

studenti.<br />

<strong>Il</strong> cancello della staccionata si aprì scricchiolando, e i tre entrarono nell’aia.<br />

«Bene, nonnina» disse il filosofo, seguendo la vecchia. «Scusate, ma sapete<br />

com’è... vi giuro che il mio stomaco brontola, come se qualcuno vi stesse<br />

gironzolando dentro con un carretto: in tutta la giornata, nemmeno un boccone di<br />

cibo ha attraversato le mie labbra.»<br />

«E poi cos’altro vorrete!» esclamò la vecchia a quella richiesta. «No, non ho nulla<br />

da darvi, e oggi il forno non è stato acceso.»<br />

«Ma noi pagheremmo per il vostro disturbo» intervenne il filosofo. «Domani<br />

mattina, in denaro sonante. Sì!» e aggiunse sottovoce tra sé: «Un accidente secco,<br />

avrai!».<br />

«Entrate, entrate! Dovrete accontentarvi di quello che vi viene offerto. Guarda un<br />

po’ che bei giovanotti ci ha mandato il diavolo!»

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