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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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La maschera del demonio<br />

di Nikolaj V. Gogol’<br />

Titolo italiano: <strong>Il</strong> Vij<br />

Titolo originale: Vij (1835)<br />

da cui il film: LA MASCHERA DEL DEMONIO (<strong>Ita</strong>lia, 1960), Galatea-Jolly<br />

Regia: Mario Bava<br />

Interpreti: Barbara Steele, John Richardson, Ivo Garrani<br />

Nonostante il fatto che registi e produttori americani – unitamente a quelli inglesi –<br />

abbiano dominato il campo del film orrorifico fin dai suoi inizi, vi sono stati anche<br />

alcuni ottimi contributi da altri paesi (specialmente europei) e in particolare dalla<br />

Francia e dall’<strong>Ita</strong>lia. Da un punto di vista strettamente personale, la pellicola italiana<br />

La maschera del demonio – diretta da Mario Bava – e quella francese La rivière du<br />

Hibou – ovvero Incidente a Owl Creek, diretta da Robert Enrico – sono le mie<br />

preferite nella ristretta cerchia dei migliori film dell’orrore in assoluto.<br />

Per mantenere l’ordine cronologico ci occuperemo dapprima de La maschera del<br />

demonio e poi del film francese. Carlos Clarens ha definito l’opera di Bava «un<br />

incubo inesorabile», aggiungendo che essa contiene «la migliore fotografia in bianco<br />

e nero che abbia valorizzato un film dell’orrore negli ultimi due decenni» (grazie al<br />

direttore della fotografia Ubaldo Terzano).<br />

È la storia di una sensuosa vampira che, bruciata sul rogo durante il<br />

diciassettesimo secolo, torna duecento anni più tardi per scatenare la sua vendetta sui<br />

discendenti di coloro che la perseguitarono. Ambientato nell’Europa Centrale, il film<br />

deve la sua ispirazione a uno splendido racconto popolare di un grande scrittore<br />

russo, Nikolaj Gogol’, intitolato Vij.<br />

La vampira era interpretata da Barbara Steele, una brava e bellissima attrice quasi<br />

completamente sconosciuta, allora come adesso, al di fuori del genere orrorifico.<br />

Nonostante il film sia stato programmato con notevole successo sia in Europa sia in<br />

America, in Inghilterra è rimasto al bando fino al 1968.<br />

A Kiev, non appena la squillante e armoniosa campana del seminario appesa al<br />

cancello del monastero di Bratsky suonava ogni mattina, scolari e studenti si<br />

affrettavano là a frotte da ogni parte della città. Studenti di grammatica, retorica,<br />

filosofia e teologia arrancavano verso le loro aule con i quaderni sotto il braccio. Gli<br />

allievi dei corsi di grammatica erano tutti ragazzini: camminando si spingevano l’un<br />

l’altro e litigavano con vocette stridule; indossavano perlopiù abiti infangati e laceri,<br />

e le loro tasche erano piene di ogni tipo di cianfrusaglie, come aliossi per giocare,<br />

fischietti ricavati dalle piume, tortine mangiate a metà... a volte, perfino qualche<br />

passerotto che, mettendosi improvvisamente a cinguettare in classe in uno dei rari

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