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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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perfettamente conscio e con gli occhi stupidamente fissi sulla sua gamba ancora tra le<br />

rotaie dove era appena passato il treno.<br />

La gola mi doleva terribilmente e mi chiesi se per caso le mie corde vocali non si<br />

fossero lacerate e se sarei mai più riuscita a parlare di nuovo.<br />

<strong>Il</strong> rumore della macchina da scrivere cessò all’improvviso e sentii che avrei gridato<br />

ancora, quando qualcosa toccò la porta e un foglio di carta vi scivolò sotto.<br />

Tremando per la paura e il disgusto, strisciai fino al punto in cui potevo leggere il<br />

messaggio senza doverlo toccare.<br />

ORA HAI CAPITO. L’ULTIMO ESPERIMENTO È STATO UN ALTRO DISASTRO, MIA<br />

POVERA HÉLÈNE. IMMAGINO CHE AVRAI RICONOSCIUTO IN PARTE LA TESTA DI<br />

DANDELO. QUANDO SONO ENTRATO NEL DISINTEGRATORE POCO FA LA MIA TESTA<br />

ERA SEMPLICEMENTE QUELLA DI UNA MOSCA. ORA DI QUELLA NON MI RESTANO<br />

CHE GLI OCCHI E LA BOCCA. IL RESTO È STATO RIMPIAZZATO DA PARTI DELLA<br />

TESTA DEL GATTO. IL POVERO DANDELO, I CUI ATOMI NON SI SONO PIÙ RIUNITI<br />

ASSIEME. ORA COMPRENDI CHE PUÒ ESSERCI UNA SOLA POSSIBILE SOLUZIONE,<br />

VERO? DEVO SCOMPARIRE. BATTI ALLA PORTA QUANDO SARAI PRONTA E TI<br />

SPIEGHERÒ CIÒ CHE DOVRAI FARE.<br />

Naturalmente aveva ragione; era stato sbagliato e crudele da parte mia insistere per<br />

quel nuovo esperimento. E ora sapevo che non c’erano speranze possibili e che ogni<br />

ulteriore tentativo non avrebbe che portato a risultati peggiori.<br />

<strong>Al</strong>zandomi stordita andai alla porta e tentai di parlare, ma dalla mia gola non usci<br />

alcun suono... Bussai una volta.<br />

Potete immaginare facilmente il resto. Mio marito mi spiegò il suo piano con<br />

alcuni brevi messaggi dattiloscritti, e io accettai, accettai ogni cosa!<br />

<strong>Con</strong> il cervello in fiamme ma tremando di freddo, agendo come un automa, lo<br />

seguii nella fabbrica silenziosa. Nella mano stringevo una pagina fitta di spiegazioni:<br />

quello che dovevo sapere sul maglio a vapore.<br />

Senza fermarsi o guardarsi indietro lui mi indicò, passandovi accanto, il quadro<br />

comandi che controllava la pressa a vapore. Non proseguii e lo guardai fermarsi<br />

davanti al terribile strumento.<br />

Si inginocchiò, si avvolse con cura il panno attorno alla testa e poi si stese bocconi<br />

sul terreno:<br />

Non fu difficile. Non fu come uccidere mio marito. André, il povero André, se<br />

n’era andato da tempo, da anni, mi pareva. Stavo semplicemente eseguendo il suo<br />

ultimo desiderio... e il mio.<br />

Senza esitare, con gli occhi fissi sul suo corpo disteso, premetti con decisione il<br />

pulsante di abbattimento del maglio. L’enorme massa metallica parve scendere<br />

lentamente. Non fu tanto il fragore risonante del maglio a farmi sussultare, quanto lo<br />

scricchiolio secco che avevo udito distintamente nel medesimo momento. <strong>Il</strong> corpo di<br />

mio mari... di quella cosa, fremette per un istante e poi rimase immobile.<br />

Fu allora che mi accorsi che aveva dimenticato di mettere il braccio destro, la<br />

zampa della mosca, sotto la pressa. La polizia non avrebbe mai capito, ma gli

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