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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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«André, non disperarti, troverò quella mosca. Non è più in laboratorio ma non può<br />

essere molto lontana. Immagino che sarai sfigurato, forse anche in modo terribile, ma<br />

non è pensabile considerare di farla finita come dici nel tuo biglietto; non<br />

acconsentirò mai a questa scelta. Se sarà necessario, nel caso tu non volessi essere<br />

visto, ti farò una maschera o un cappuccio con cui potrai continuare a lavorare finché<br />

starai di nuovo meglio. Se non sarai in grado di lavorare chiamerò il professor<br />

Augier, e lui e tutti gli altri tuoi amici ti salveranno, André.»<br />

Di nuovo udii quello strano sospiro metallico, mentre lui batteva con violenza sulla<br />

scrivania.<br />

«André, non arrabbiarti; ti prego di stare calmo. Non farò nulla senza prima<br />

consultarti, ma tu devi contare su me, avere fiducia e lasciare che ti aiuti come meglio<br />

potrò. Sei sfigurato in modo terribile, caro? Non puoi lasciarmi vedere il tuo viso?<br />

Non mi spaventerò... sono tua moglie, lo sai.»<br />

Ma mio marito batté di nuovo un no deciso e mi indicò la porta.<br />

«D’accordo. Cercherò la mosca, ma promettimi che non farai nessuna sciocchezza,<br />

prometti che non farai niente di affrettato o pericoloso senza prima farmelo sapere!»<br />

Lui stese il braccio sinistro, e io compresi di avere la sua parola.<br />

Non dimenticherò mai il giorno di quell’incessante caccia alla mosca. Una volta a<br />

casa rivoltai completamente l’appartamento e mi feci aiutare nella ricerca da tutti i<br />

domestici. Dissi loro che dal laboratorio del professore era fuggita una mosca e che<br />

dovevamo catturarla viva, ma era evidente che mi consideravano una pazza. In<br />

seguito ne parlarono alla polizia e quel giorno di caccia mi salvò molto probabilmente<br />

dal finire più tardi sulla ghigliottina.<br />

Interrogai Henri, e poiché lui non comprese immediatamente di cosa stavo<br />

parlando, lo scrollai schiaffeggiandolo fino a farlo piangere di fronte alle cameriere,<br />

che guardavano con gli occhi sbarrati. Poi, rendendomi conto che non dovevo<br />

lasciarmi prendere la mano, baciai e accarezzai il povero bambino e finalmente gli<br />

feci capire ciò che volevo da lui. Sì, ricordava, aveva trovato la mosca proprio vicino<br />

alla finestra della cucina; sì, l’aveva lasciata immediatamente come gli avevo detto di<br />

fare.<br />

Persino d’estate avevamo pochissime mosche perché la nostra casa si trova in cima<br />

a una collina e una leggera brezza che attraversa la valle vi soffia attorno. Nonostante<br />

ciò, quel giorno riuscii a catturare dozzine di mosche. Su tutti i davanzali delle<br />

finestre e per tutto il giardino avevo messo piattini di latte, zucchero, marmellata,<br />

carne... tutte cose che facilmente attirano le mosche. Di tutte quelle che prendemmo e<br />

di molte altre che ci sfuggirono, ma che vidi bene, nessuna assomigliava a quella che<br />

Henri aveva catturato il giorno prima. Ad una ad una, con una lente di ingrandimento,<br />

esaminai ogni mosca diversa dal normale, ma nessuna aveva qualcosa che<br />

assomigliasse a una testa bianca.<br />

<strong>Al</strong>l’ora di pranzo corsi da André con del latte e del puré di patate. Portai anche<br />

alcune delle mosche che avevamo preso, ma lui mi fece capire che non potevano<br />

essergli di nessuna utilità.<br />

«Se non si trova quella mosca prima di sera, André, dovremo pensare a qualcosa<br />

da fare. Questa è la mia proposta: me ne starò seduta nella stanza accanto, e quando

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