AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

HÉLÈNE, STO AVENDO DEI PROBLEMI. METTI IL BAMBINO A LETTO E RITORNA
TRA UN’ORA.
A.
Spaventata, bussai e chiamai, ma André sembrò non prestarmi alcuna attenzione e
io, vagamente rassicurata dal rumore familiare della macchina da scrivere, rientrai in
casa.
Dopo aver messo a letto Henri, tornai al laboratorio e qui trovai un altro biglietto
infilato sotto la porta. La mia mano tremava quando lo raccolsi, perché ormai sapevo
che doveva esserci qualcosa di radicalmente sbagliato. Lessi:
HÉLÈNE, PRIMA DI TUTTO CONTO SUL FATTO CHE TU NON PERDA LA CALMA E
NON FACCIA NULLA DI AFFRETTATO, PERCHÉ SOLO TU PUOI AIUTARMI. HO AVUTO
UN SERIO INCIDENTE. NON SONO PARTICOLARMENTE IN PERICOLO PER IL
MOMENTO, SEBBENE SI TRATTI DI UNA FACCENDA DI VITA O DI MORTE. È INUTILE
CHE TU MI CHIAMI O DICA QUALSIASI COSA PERCHÉ NON POSSO RISPONDERTI; NON
POSSO PARLARE. VOGLIO CHE TU FACCIA ESATTAMENTE TUTTO CIÒ CHE TI CHIEDO.
DOPO AVER BUSSATO TRE VOLTE PER FARMI SAPERE CHE HAI CAPITO E CHE SEI
D’ACCORDO, PORTAMI UNA TAZZA DI LATTE CORRETTO AL RUM. NON HO PRESO
ALTRO PER TUTTO IL GIORNO E MI ARRANGERÒ CON QUELLO.
Tremante di paura, senza sapere cosa pensare e reprimendo un desiderio furioso di
chiamare André e di picchiare alla porta finché l’avesse aperta, bussai tre volte come
mi aveva richiesto e corsi in casa per prendere ciò che mi aveva chiesto.
In meno di cinque minuti ero di ritorno. Sotto la porta era stato infilato un altro
biglietto.
HÉLÈNE, SEGUI ATTENTAMENTE QUESTE ISTRUZIONI. QUANDO BUSSERAI TI
APRIRÒ. DOVRAI CAMMINARE FINO ALLA MIA SCRIVANIA E POSARE LA TAZZA DI
LATTE. POI ANDRAI NELL’ALTRA STANZA, DOVE C’È IL RICEVITORE. GUARDA
ATTENTAMENTE E CERCA DI TROVARE UNA MOSCA CHE DOVREBBE ESSERE LÀ MA
CHE NON MI RIESCE DI TROVARE. SFORTUNATAMENTE NON RIESCO A VEDERE
FACILMENTE LE COSE MOLTO PICCOLE.
PRIMA DI ENTRARE DEVI PROMETTERMI DI OBBEDIRMI. NON GUARDARMI E
RICORDA CHE PARLARMI È DEL TUTTO INUTILE. NON POSSO RISPONDERTI. BUSSA DI
NUOVO TRE VOLTE E QUELLO SIGNIFICHERÀ CHE HO LA TUA PAROLA. LA MIA VITA
DIPENDE INTERAMENTE DALL’AIUTO CHE POTRAI DARMI.
Dovetti aspettare per un po’ prima di riprendermi, poi bussai tre volte, lentamente.
Udii André muoversi fino alla porta, poi la sua mano armeggiare con la serratura...
e la porta si aprì.
Con la coda dell’occhio vidi che era in piedi dietro la porta, ma senza guardarmi
attorno portai la tazza di latte fin sulla scrivania. Lui mi stava evidentemente
osservando e dovevo assolutamente apparire calma e sicura di me.