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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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quell’aria di tornado appena passato che solo un uomo può dare a una camera da letto<br />

alzandosi molto presto e annaspando attorno nel buio.<br />

Una sera era rientrato per cena tutto sorridente, e avevo capito che i suoi problemi<br />

erano finiti. <strong>Il</strong> suo viso si rattristo, tuttavia, quando si accorse che ero vestita per<br />

uscire.<br />

«Oh... stavi per uscire, Hélène?»<br />

«Sì, i Drillon mi hanno invitata per un bridge, ma posso telefonare facilmente e<br />

rinviare la cosa.»<br />

«No, non importa.»<br />

«Certo che importa. Fuori il rospo, caro!»<br />

«D’accordo. Finalmente ho messo a punto alla perfezione ogni cosa e volevo che<br />

tu fossi la prima a vedere il miracolo.»<br />

«Magnifique, André! Ne sarò contentissima!»<br />

Dopo aver telefonato ai nostri vicini per dir loro quanto mi dispiaceva e così via,<br />

scesi di corsa in cucina e dissi alla cuoca che aveva esattamente dieci minuti per<br />

preparare una “cena di festeggiamento”.<br />

«Un’idea eccellente, Hélène» disse mio marito quando la cameriera apparve con lo<br />

champagne dopo la nostra cena a lume di candela. «Celebreremo con champagne<br />

reintegrato!» e, togliendo il vassoio dalle mani della cameriera, si avviò verso il<br />

laboratorio.<br />

«Pensi che sarà buono come prima di essere stato disintegrato?» gli chiesi<br />

reggendo il vassoio mentre lui apriva la porta e accendeva la luce.<br />

«Non temere. Vedrai! Portalo qui, d’accordo?» disse aprendo la porta di una<br />

cabina telefonica che aveva comperato e trasformato in quello che lui chiamava il<br />

“trasmettitore”. «Adesso posalo qui» disse infilando uno sgabello nella cabina.<br />

Dopo aver chiuso la porta con cura, mi condusse dall’altra parte della stanza e mi<br />

porse un paio di occhiali da sole molto scuri. Ne infilò un paio anche lui e tornò nei<br />

pressi di un quadro comandi, accanto al trasmettitore.<br />

«Pronta, Hélène?» disse mio marito, spegnendo tutte le luci. «Non toglierti gli<br />

occhiali finché non te lo dirò io.»<br />

«Non mi muoverò, André, fai pure» gli dissi con gli occhi fissi sul vassoio che<br />

vedevo appena, sotto una tremolante luce verdognola, attraverso la porta a pannelli di<br />

vetro della cabina telefonica.<br />

«Bene» disse André abbassando un interruttore.<br />

L’intera stanza fu illuminata da un lampo arancione. <strong>Al</strong>l’interno della cabina avevo<br />

visto esplodere una palla di fuoco e ne avevo sentito il calore sul viso, il collo e le<br />

mani. Tutto durò solo una frazione di secondo, e io mi trovai con gli occhi<br />

ammiccanti che mi mostravano solo buchi neri dai bordi verdi, simili a quelli che si<br />

vedono dopo aver fissato a lungo il sole.<br />

«Et voilà! Puoi toglierti gli occhiali, Hélène.»<br />

<strong>Con</strong> fare forse leggermente teatrale, mio marito aprì la porta della cabina. Sebbene<br />

mi avesse detto cosa dovevo aspettarmi, fui sbalordita nel vedere che champagne,<br />

bicchieri, vassoio e sgabello non erano più al suo interno.

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