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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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ma anche di quelli riservati agli esseri umani. André, lo scienziato pratico che non si<br />

era mai trastullato con illusioni o sogni a occhi aperti, aveva già previsto il giorno in<br />

cui non ci sarebbero più stati aerei, navi, treni e automobili, e di conseguenza<br />

nemmeno strade o ferrovie, porti, aeroporti o stazioni. Tutte quelle cose sarebbe state<br />

sostituite da trasmettitori di materia e stazioni riceventi dislocate in tutto il mondo.<br />

Viaggiatori e merci verrebbero posti all’interno di cabine speciali e, a un dato<br />

segnale, scomparirebbero semplicemente per riapparire quasi istantaneamente nella<br />

stazione ricevente prescelta.<br />

L’apparecchio ricevente di André era a solo pochi passi dal trasmettitore, in una<br />

stanza adiacente il suo laboratorio, e sulle prime egli aveva incontrato ostacoli di ogni<br />

genere. <strong>Il</strong> primo esperimento riuscito fu eseguito con un posacenere che teneva sulla<br />

scrivania, un souvenir di un viaggio a Londra.<br />

Quella era la prima volta che mi parlava dei suoi esperimenti e quando quel giorno<br />

entrò di corsa in casa lanciandomi in grembo quel posacenere non avevo la minima<br />

idea di che cosa volesse intendere.<br />

«Hélène, guarda! Per una frazione di attimo, non più di un decimilionesimo di<br />

secondo, quel posacenere è stato completamente disintegrato. Per un brevissimo<br />

istante non è più esistito! Sparito! Nulla, assolutamente nulla! Solo atomi che<br />

viaggiavano nello spazio alla velocità della luce! E un istante più tardi, quegli atomi<br />

erano insieme di nuovo nella forma del posacenere!»<br />

«André, per favore... per favore! Di cosa diamine stai vaneggiando?»<br />

Lui cominciò a disegnare schizzi su una lettera che avevo scritto. Rise, vedendo il<br />

mio viso sconcertato, spazzò dal tavolo tutte le mie lettere, e disse: «Non capisci<br />

vero? Ricominciamo da capo. Hélène, ricordi che una volta ti lessi un articolo sulle<br />

misteriose pietre volanti che sembrano provenire dal nulla e che a volte cadono<br />

all’interno di certe case in India? Arrivano come se fossero lanciate dall’esterno,<br />

nonostante che tutte le porte e finestre siano chiuse».<br />

«Sì, ricordo. Ricordo anche che il professor Augier, il tuo amico del Collège de<br />

France che è stato qui in visita per qualche giorno, ha affermato che se non c’erano<br />

trucchi l’unica spiegazione possibile era che le pietre si disintegravano dopo essere<br />

state lanciate dall’esterno, attraversavano i muri, e venivano rimaterializzate prima di<br />

cadere sul pavimento dall’altra parte della parete.»<br />

«Esatto. E io aggiunsi che c’era naturalmente un’altra possibilità, e cioè la<br />

momentanea e parziale disintegrazione della parete mentre la pietra, o le pietre, la<br />

attraversavano.»<br />

«Sì André. Mi ricordo di quello, e immagino che tu ricorderai anche che non ci<br />

capivo nulla e che tu ti irritasti parecchio. Ebbene, continuo a non capire come e<br />

perché, anche se disintegrate, le pietre dovrebbero poter attraversare un muro o una<br />

porta chiusa.»<br />

«Ma è possibile, Hélène, perché gli atomi che costituiscono la materia non sono<br />

uno vicino all’altro come i mattoni di un muro. Sono separati da immensità relative di<br />

spazio.»<br />

«Vuoi dire che tu hai disintegralo il posacenere e l’hai rimesso assieme dopo<br />

averlo fatto passare attraverso qualcosa?»

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