AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

«Te lo prometto, Hélène» dissi prendendo la preziosa busta. «La leggerò questa
notte e sebbene domani non sia giorno di visite, ti verrò a trovare.»
«Come preferisci» disse mia cognata, e senza nemmeno salutarmi tornò di sopra.
Fu solo quando fui arrivato a casa, camminando dal garage verso la porta, che lessi
l’iscrizione sulla busta:
A COLORO CUI POTRÀ INTERESSARE
(probabilmente il commissario Charas)
Dopo aver detto ai domestici che avrei voluto solo una cena leggera servita
immediatamente nel mio studio e che non desideravo più essere disturbato, mi
precipitai di sopra, gettai la busta di Hélène sulla scrivania e feci un’altra minuziosa
ricerca nella stanza prima di chiudere le persiane e tirare le tende. Tutto ciò che
riuscii a trovare fu una zanzara morta da tempo, appiccicata al muro in prossimità del
soffitto.
Dopo aver indicato alla cameriera di posare il vassoio su un tavolo accanto al
camino, mi versai un bicchiere di vino e chiusi a chiave la porta appena lei fu uscita.
Poi disinserii il telefono – ora lo facevo sempre di notte – e spensi tutte le luci, tranne
la lampada sulla scrivania.
Aprendo la grossa busta di Hélène, ne estrassi un grosso rotolo di pagine fittamente
scritte. Lessi le seguenti righe, centrate con simmetria nel mezzo del primo foglio.
Questa non è una confessione perché, sebbene abbia ucciso mio marito, non sono
un’assassina. Ho semplicemente e fedelmente eseguito il suo ultimo desiderio,
stritolandogli la testa e il braccio destro sotto il maglio a vapore della fabbrica di suo
fratello.
Senza neppure toccare il bicchiere di vino che avevo accanto al gomito, voltai la
pagina e cominciai a leggere.
A cominciare da un anno prima della sua morte (cominciava il manoscritto) mio
marito mi parlava di certi suoi esperimenti. Sapeva perfettamente che i suoi colleghi
del Ministero dell’aviazione ne avrebbero proibito alcuni perché troppo pericolosi,
ma moriva dalla voglia di ottenere risultati positivi prima di riferire la sua scoperta.
Mentre, fino a questo momento, solamente i suoni e le immagini sono state trasmesse
attraverso lo spazio per mezzo della radio e della televisione, André asseriva di aver
scoperto il modo di trasmettere la materia. La materia, qualsiasi oggetto solido, posta
nel suo “trasmettitore” veniva immediatamente disintegrata e reintegrata in uno
speciale apparecchio ricevente.
André considerava la sua scoperta come la più importante da quando dal tronco di
un albero era stata tagliata una ruota. Riteneva che la trasmissione della materia
mediante un’istantanea “disintegrazione-reintegrazione” avrebbe completamente
rivoluzionato la vita com’era stata fino a quel momento. Avrebbe significato la fine
di tutti i mezzi di trasporto, non solo relativi a beni di ogni genere, compresi i cibi,