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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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usare un pezzetto di terra dove coltivare fiori, e io le avevo mandato semi e alcune<br />

piante di rose, del mio giardino.<br />

Mi condusse direttamente verso una rudimentale panca di legno che era stata<br />

costruita nel laboratorio degli uomini e che era posta proprio sotto un albero vicino al<br />

suo pezzetto di terra.<br />

Cercando il modo più adatto di introdurre l’argomento della morte di André me ne<br />

rimasi seduto per un po’, disegnando figure vaghe sul terreno con la punta del mio<br />

ombrello.<br />

«François, voglio chiederti una cosa» disse Hélène poco dopo.<br />

«Qualcosa che posso fare per te, Hélène?»<br />

«No, voglio solo sapere una cosa. Le mosche vivono a lungo?»<br />

Fissandola stupefatto, stavo per dirle che suo figlio mi aveva rivolto la stessa<br />

domanda poche ore prima, quando mi resi immediatamente conto che quella era<br />

l’apertura che avevo atteso tanto e che forse avevo la possibilità di portare a bersaglio<br />

un duro colpo, un colpo probabilmente così potente da abbattere il suo muro di<br />

difesa... sia che fosse risultato della pazzia oppure no.<br />

Guardandola attentamente, risposi: «Non lo so proprio, Hélène, ma la mosca che<br />

stavi cercando era nel mio studio questa mattina».<br />

Non c’erano dubbi, avevo messo a segno un colpo dalla potenza dirompente. Lei<br />

girò la testa con tanta forza che udii le ossa del collo scricchiolare. Apri la bocca, ma<br />

non disse una parola; solo i suoi occhi sembrarono urlare per lei.<br />

Sì, era evidente che avevo infranto qualcosa, ma che cosa? Senza dubbio il<br />

commissario avrebbe saputo come utilizzare un simile vantaggio, io no. Tutto ciò che<br />

sapevo era che lui non le avrebbe lasciato tempo di pensare, di riprendersi, ma ciò che<br />

riuscii a fare, e anche quello con un grande sforzo, fu conservare la mia migliore<br />

espressione da giocatore di poker, sperando che le difese di Hélène continuassero a<br />

sbriciolarsi.<br />

Dovette restare per un po’ senza respiro, perché all’improvviso boccheggiò e si<br />

portò entrambe le mani sulla bocca ancora aperta .<br />

«François... l’hai uccisa?» mormorò in un soffio, con gli occhi non più statici ma<br />

tesi a scrutare ogni centimetro del mio viso.<br />

«No.»<br />

«<strong>Al</strong>lora ce l’hai tu... L’hai con te! Dammela!» gridò quasi, toccandomi con<br />

entrambe le mani; e compresi che se ne avesse avuto la forza sufficiente avrebbe<br />

tentato di perquisirmi.<br />

«No, Hélène, non l’ho con me.»<br />

«Ma ora tu sai... Hai indovinato, vero?»<br />

«No, Hélène. So solo una cosa, e cioè che tu non sei pazza. Ma voglio sapere tutto,<br />

Hélène, e in qualche modo finirò per scoprirlo. Puoi scegliere: o mi dici tutto e vedrò<br />

quello che si può fare, oppure...»<br />

«Oppure cosa? Dillo, dillo!»<br />

«Stavo per dirlo, Hélène... o ti assicuro che il tuo amico commissario avrà quella<br />

mosca domani mattina.

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