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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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con le dichiarazioni di Hélène, cioè la circostanza che il maglio era stato usato due<br />

volte. Charas non era più propenso ad attribuirlo alla sua pazzia. Quella falla evidente<br />

nel muro della difesa di Hélène sembrava una crepa che il commissario poteva forse<br />

allargare. Ma mia cognata la richiuse definitivamente, dichiarando: «D’accordo, vi ho<br />

mentito. Ho usato la pressa due volte. Ma non chiedetemi perché, poiché non posso<br />

dirvelo».<br />

«È questa la vostra sola... dichiarazione inesatta, madame Delambre?» le aveva<br />

chiesto il commissario, cercando di seguire quello che finalmente sembrava essere un<br />

momento favorevole.<br />

«Proprio così... e voi lo sapete.»<br />

E, piuttosto irritato, Charas aveva capito che Hélène poteva leggere in lui come in<br />

un libro aperto.<br />

Avevo pensato di far visita al commissario, ma la certezza che avrebbe<br />

immediatamente cominciato a interrogare Henri mi fece esitare. Ma c’era anche un<br />

altro motivo, una specie di vaga paura che lui potesse cercare e trovare la mosca di<br />

cui il bambino aveva parlato. E ciò mi irritava abbastanza, perché non riuscivo a<br />

trovare spiegazioni sufficienti per quella particolare paura.<br />

André non era affatto il tipo di professore distratto che camminava sotto la pioggia<br />

con un ombrello chiuso in mano. Era umano, aveva un acuto senso dell’umorismo,<br />

amava i bambini e gli animali, e non sopportava di vedere nessuno soffrire. L’avevo<br />

spesso visto interrompere il suo lavoro per guardare una parata dei pompieri locali, o<br />

per veder passare i ciclisti del Tour de France, o perfino per seguire per tutto il<br />

villaggio la parata di un circo. Gli piacevano i giochi di logica e precisione, come il<br />

biliardo e il tennis, il bridge e gli scacchi.<br />

Come era possibile spiegare la sua morte? Che cosa poteva avergli fatto infilare la<br />

testa sotto quel maglio? Difficilmente poteva essere stato il risultato di qualche<br />

stupida scommessa o una prova di coraggio. Odiava scommettere e non sopportava<br />

quelli che lo facevano. Ogni volta che sentiva proporre una scommessa, ricordava<br />

invariabilmente a tutti i presenti che, dopo tutto, una scommessa non era che un<br />

contratto tra uno sciocco e un imbroglione... anche quando essa era concepita in<br />

modo da risultare un semplice gioco di testa o croce.<br />

Sembrava che ci fossero due spiegazioni possibili per la sua morte. O era<br />

impazzito, oppure aveva una ragione per lasciare che sua moglie lo uccidesse in quel<br />

modo insolito e terribile. E quale poteva essere stato il ruolo di mia cognata in tutta<br />

quella faccenda? Certamente era impossibile che fossero impazziti entrambi.<br />

Dopo aver finalmente deciso di non confidare a Charas le innocenti rivelazioni di<br />

mio nipote, pensai che avrei potuto interrogare Hélène io stesso.<br />

Sembrava che lei aspettasse la mia visita, perché arrivò in parlatorio quasi subito<br />

dopo che avevo fatto sapere alla capo-infermiera del mio arrivo e che mi venne dato<br />

il permesso di entrare.<br />

«Volevo mostrarti il mio giardino» mi disse quando guardai il soprabito che si era<br />

gettata sulle spalle.<br />

Dal momento che era una delle internate “ragionevoli”, le veniva permesso di<br />

uscire in giardino durante certe ore del giorno. Aveva chiesto e ottenuto il diritto di

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