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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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«Non so. Nonostante tutto ciò che hanno detto i dottori, ho l’impressione che<br />

madame Delambre abbia la mente molto lucida... perfino quando cattura le mosche.»<br />

«Supponendo che abbiate ragione, come spieghereste il suo comportamento nei<br />

confronti del bambino? Non sembra neppure considerarlo suo figlio.<br />

«Sapete, monsieur Delambre, ho pensato anche a quello. Potrebbe cercare di<br />

proteggerlo. Forse teme per il ragazzo o, a quanto ne sappiamo, lo odia.»<br />

«Temo di non comprendere, mio caro commissario.»<br />

«Vi siete accorto, per esempio, che non cattura mai mosche quando il piccolo è<br />

presente?»<br />

«No, ma ripensandoci avete ragione. Già, questo è strano... eppure, continuo a non<br />

capire.»<br />

«Nemmeno io capisco, monsieur Delambre. E ho molta paura che non capiremo<br />

mai, a meno che forse le condizioni di vostra cognata non migliorino.»<br />

«Sembra che i dottori pensino che ;non ci. sono speranze di alcun tipo.»<br />

«Già. Sapete se vostro fratello ha mai condotto esperimenti sulle mosche?»<br />

«Non so proprio, ma penso di sì. Avete chiesto agli uomini del Ministero<br />

dell’aviazione? Loro sanno tutto del suo lavoro.»<br />

«L’ho fatto e mi hanno riso in faccia.»<br />

«Posso capirlo.»<br />

«Siete molto fortunato a capire ogni cosa, monsieur Delambre. Per me non è così,<br />

ma spero che un giorno...»<br />

«Dimmi, zio, le mosche vivono a lungo?»<br />

Stavamo terminando il pranzo e, seguendo una consuetudine instauratasi tra noi,<br />

stavo versando un po’ di vino nel bicchiere di Henri perché potesse intingervi un<br />

biscotto.<br />

Se Henri non avesse tenuto gli occhi sul bicchiere che si riempiva lentamente,<br />

qualcosa nel mio sguardo avrebbe potuto spaventarlo.<br />

Era la prima volta che menzionava le mosche e rabbrividii al pensiero che il<br />

commissario Charas avrebbe potuto con molta facilità essere presente. Immaginai il<br />

guizzo nei suoi occhi, mentre avrebbe risposto alla domanda di mio nipote con<br />

un’altra domanda. Potevo quasi sentirlo dire: «Non so, Henri. Perché vuoi saperlo?».<br />

«Perché ho visto di nuovo la mosca che mamma stava cercando.»<br />

E fu solo dopo che ebbi bevuto il bicchiere di Henri che mi resi conto che aveva<br />

risposto al mio pensiero espresso ad alta voce.<br />

«Non sapevo che tua madre stesse cercando una mosca.»<br />

«Certo che la cercava. È cresciuta parecchio, ma l’ho riconosciuta perfettamente.»<br />

«Dove hai visto quella mosca, Henri, e come hai potuto riconoscerla?»<br />

«Questa mattina era sulla tua scrivania, zio François. Ha la testa bianca invece che<br />

nera, e ha una specie di strana zampa.»<br />

Sentendomi sempre più come il commissario Charas, ma sforzandomi di sembrare<br />

disinteressato, continuai: «E dove hai visto quella mosca per la prima volta?».<br />

«<strong>Il</strong> giorno che papà se ne andò. L’avevo catturata, ma mamma me la fece liberare.<br />

E poi volle che la cercassi di nuovo. Aveva cambiato idea» e, stringendosi nelle<br />

spalle come era solito fare mio fratello, aggiunse: «Lo sai come sono le donne».

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