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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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In ufficio, lo squillare improvviso del telefono mi innervosisce. Significa che,<br />

qualsiasi cosa stia facendo, nonostante il centralinista, nonostante la mia segretaria,<br />

nonostante le porte e le pareti, qualche persona sconosciuta sta intromettendosi nella<br />

stanza e sulla mia scrivania per parlarmi all’orecchio in tono confidenziale... che mi<br />

piaccia o no. A casa, la sensazione è ancora più spiacevole, ma peggio di tutto è<br />

quando il telefono squilla nel cuore della notte. Se qualcuno mi vedesse accendere la<br />

luce e alzarmi con gli occhi semichiusi per rispondere, immagino che apparirei come<br />

una qualsiasi altra persona insonnolita e seccata per essere stata disturbata. In realtà,<br />

tuttavia, in casi simili, lotto ogni volta contro il panico, superando la sensazione che<br />

uno sconosciuto abbia fatto irruzione in casa mia e nella mia camera da letto. <strong>Al</strong><br />

momento in cui afferro il ricevitore e dico: «Ici Monsieur Delambre. le vous écoute»<br />

sono apparentemente calmo, ma rientro in uno stato di normalità solo quando<br />

riconosco la voce all’altro capo del filo e vengo a conoscenza di ciò che si vuole da<br />

me.<br />

Questo sforzo di dominare una reazione e una paura puramente istintive era<br />

diventato così efficace che quando mia cognata mi chiamò alle due di notte<br />

chiedendomi dl raggiungerla, ma di avvertire prima la polizia perché aveva ucciso<br />

mio fratello, le chiesi tranquillamente come e perché avesse assassinato André.<br />

«Ma François!... Non posso spiegare ogni cosa al telefono. Ti prego, chiama la<br />

polizia, e vieni subito.»<br />

«Forse sarà meglio che venga prima da te, Hélène.»<br />

«No, è meglio che prima chiami la polizia altrimenti cominceranno a farti ogni<br />

genere di domande imbarazzanti. Avranno già abbastanza problemi a credere che<br />

l’abbia fatto da sola... E, a proposito, immagino che dovrai dir loro che André... il<br />

corpo di André, è giù in fabbrica. Vorranno andare là prima di ogni altra cosa.»<br />

«Hai detto che André è in fabbrica?»<br />

«Sì... sotto il maglio a vapore.»<br />

«Sotto che cosa?»<br />

«<strong>Il</strong> maglio a vapore! Ma non farmi tante domande. Vieni presto per favore,<br />

François! Cerca di capire che sono spaventata... che i miei nervi non resisteranno<br />

ancora per molto!»<br />

Avete mai cercato di spiegare a un poliziotto insonnolito che vostra cognata vi ha<br />

appena telefonato per dirvi che ha ucciso vostro fratello con un maglio a vapore?<br />

Tentai di ripetere la mia spiegazione, ma lui non me lo permise.<br />

«Oui, monsieur, oui, vi sento... ma chi siete? Come vi chiamate? Dove abitate? Ho<br />

detto: dove abitate?»<br />

Fu allora che il commissario Charas si impossessò della linea e dell’intera<br />

faccenda. Lui, almeno, parve comprendere ogni cosa. Potevo aspettarlo? Certo,<br />

sarebbe venuto a prendermi per andare assieme a casa di mio fratello. Quando? Tra<br />

cinque o dieci minuti.<br />

Ero appena riuscito a tirarmi su i calzoni, infilarmi un maglione e ad afferrare<br />

cappello e giacca, quando una Citroën nera con gli abbaglianti accesi si accostò alla<br />

casa.

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