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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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<strong>Il</strong> risveglio del dinosauro<br />

di Ray Bradbury<br />

Titolo italiano: La sirena<br />

Titolo originale: The Foghorn (1951)<br />

da cui il film: THE BEAST FROM 20.000 FATHOMS (USA, 1953), Warner Brothers<br />

Regia: Eugene Lourié<br />

Interpreti: Paul Christian, Paula Raymond, Cecil Kellaway<br />

Furono le storie di fantascienza ad aiutare il cinema orrorifico a risalire la china<br />

dopo il suo declino post-bellico. (Troppo spesso assimilati confusamente l’un l’altro, i<br />

generi della Fantascienza e dell’Orrore possiedono però alcune somiglianze, ma<br />

mentre il primo proietta la nostra fantasia verso il futuro e tra le stelle, il secondo è<br />

più interessato a sfruttare le oscure paure e le superstizioni nelle nostre menti legate<br />

alla Terra.) Dopo i sorprendenti progressi scientifici e astronautici degli inizi degli<br />

anni Cinquanta, la fantascienza divenne di colpo popolare e produsse uno stuolo di<br />

abili scrittori, rendendo celebri nel giro di pochi mesi autori come Arthur C. Clarke,<br />

Robert Heinlein e Ray Bradbury. Le loro speculazioni sul futuro – che spesso erano<br />

state derise come sciocche fantasie – incominciavano ora a dimostrarsi esatte.<br />

Com’era logico aspettarsi da Hollywood, i produttori non impiegarono molto ad<br />

accorgersi di questi sviluppi e corsero subito ai ripari mettendo in cantiere parecchie<br />

pellicole pregevoli. Fra queste, l’unica in cui giocasse un ruolo dominante la<br />

“resurrezione” dei nostri mostri sonnecchianti fu probabilmente <strong>Il</strong> risveglio del<br />

dinosauro, tratta da uno splendido racconto di Ray Bradbury, La sirena. Partendo<br />

dall’idea base del racconto, il film postulò l’ipotesi che l’esplosione di un ordigno<br />

nucleare potesse risvegliare ogni genere di mostri giganteschi rimasti in animazione<br />

sospesa per milioni di anni. Ormai gli studi cinematografici erano in grado, con le<br />

nuove tecniche di ripresa e le nuove leve di esperti degli effetti speciali, di portare<br />

sullo schermo mostri di ogni dimensione, e se il Dinosauro può aver perso oggi un po’<br />

del suo impatto originale, la sua mostruosità (opera dell’inventivo Ray Harryhausen)<br />

risultava ben più che tremenda all’epoca. Come doveva ripetersi in tante altre<br />

pellicole del genere, gli attori umani facevano da spalla al mostro e fra i titoli di testa<br />

non si trovano certo grossi nomi. Quanto a Ray Bradbury, il successo del film gli<br />

schiuse nuovi orizzonti; a tutt’oggi, infatti, altre sue opere come Fahrenheit 451 – su<br />

una società futura impegnata a distruggere la letteratura – e L’uomo illustrato sono<br />

state trasportate sullo schermo. <strong>Il</strong> suo esempio servì anche da incoraggiamento ad<br />

altri scrittori dell’orrore che allora si dibattevano fra le pagine malpagate di una<br />

mezza dozzina di riviste specializzate, ma che questa speranza di un futuro migliore<br />

per le loro opere dovesse realizzarsi in modo così grandioso, erano allora in pochi a<br />

immaginarlo.

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