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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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a parlare, e solo per gradi riuscii a cucire assieme i frammenti del racconto esposto<br />

nelle pagine precedenti. Saunders era riluttante a trarre qualsiasi conclusione. Una<br />

volta pensava che il mostro munito di dita fosse stato animato dallo spirito di<br />

Sigismund Borlsover; un sinistro antenato del diciottesimo secolo che, secondo la<br />

leggenda, aveva fatto costruire a scopo di culto l’orrendo tempio pagano che<br />

sovrastava il lago. Un’altra volta Saunders credeva che lo spirito fosse appartenuto a<br />

un uomo che un tempo Eustace aveva assunto come assistente di laboratorio. «Un<br />

abbrutito astioso dai capelli neri», lo definì «che morì maledicendo il suo medico<br />

perché il poveretto non era riuscito a farlo vivere abbastanza da saldare alcuni vecchi<br />

conti con Borlsover.»<br />

Dal punto di vista delle prove reali, la storia di Saunders è praticamente priva di<br />

fondatezza. Tutte le lettere menzionate nel racconto sono andate distrutte, a eccezione<br />

dell’ultimo biglietto ricevuto da Eustace, o meglio che Eustace avrebbe ricevuto se<br />

Saunders non l’avesse intercettato. Quello lo vidi con i miei occhi. La calligrafia era<br />

fine e tremolante, come la calligrafia di un vecchio. Ricordo che nella parola<br />

appuntamento era stata usata la “e” dell’alfabeto greco. Una cosa che allora mi stupì,<br />

fu che Saunders teneva il biglietto tra le pagine della sua Bibbia.<br />

Avevo incontrato una sola volta Adrian Borlsover. Saunders, invece, lo conobbi<br />

più a fondo. Ma fu per puro caso e senza alcuna intenzionalità che incontrai una terza<br />

persona coinvolta nella storia: Morton, il maggiordomo. Io e Saunders stavamo<br />

passeggiando nel giardino zoologico un sabato pomeriggio, quando lui richiamò la<br />

mia attenzione su un vecchio fermo davanti alla porta della gabbia dei rettili.<br />

«Ehi, Morton» gli disse, battendogli una mano sulla schiena. «Come ti tratta il<br />

mondo?»<br />

«Male, signor Saunders» rispose il vecchio, sebbene il suo viso si fosse illuminato<br />

al suo saluto. «Gli inverni sono diventati terribilmente lunghi al giorno d’oggi. Si<br />

direbbe che non esistano più primavere o autunni.»<br />

«Immagino che non avrai trovato ciò che stavi cercando, vero?»<br />

«No, signore, non ancora. Ma ci riuscirò un giorno. L’ho sempre detto che il signor<br />

Borlsover teneva proprio degli strani animali.»<br />

«E che cosa sta cercando?» chiesi quando ci fummo allontanati da lui.<br />

«Una bestia con cinque dita» rispose Saunders. «Questo pomeriggio, dal momento<br />

che era accanto a una gabbia di rettili, immagino che sarà stato un rettile munito di<br />

una mano. La settimana prossima sarà una scimmia praticamente senza corpo. <strong>Il</strong><br />

povero vecchio è un materialista nato.»

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