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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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«Aprilo, Saunders, e vedi se dobbiamo rispondere.»<br />

Era un messaggio molto breve.<br />

Vanno bene le undici per il nostro ultimo appuntamento?<br />

«Chi l’ha scritto?» chiese Borlsover.<br />

«È per me» disse Saunders. «Nessuna risposta, signora Prince.» E mise il biglietto<br />

in tasca.<br />

«Una lettera di sollecito di un sarto. Credo che abbia sentito che stiamo per<br />

partire.»<br />

Era una menzogna bene inventata, ed Eustace non formulò altre domande.<br />

<strong>Con</strong>tinuarono la loro partita a scacchi.<br />

Da fuori, sul pianerottolo, Saunders sentiva la pendola bisbigliare i secondi,<br />

rintoccare i quarti d’ora.<br />

«Scacco» disse Eustace. L’orologio suonò le undici. Nello stesso momento vi fu un<br />

leggero bussare alla porta. Sembrava provenire dal pannello inferiore.<br />

«Chi è?» chiese Eustace.<br />

Nessuna risposta.<br />

«Signora Prince, siete voi?»<br />

«È di sopra» disse Saunders. «La sento camminare per la stanza.»<br />

«Chiudi a chiave la porta, allora. E tira anche il chiavistello. Muoviti, Saunders!<br />

Mentre Saunders tornava a sedere, con gli occhi sulla scacchiera, Eustace si<br />

avvicinò alla finestra e controllò le serrature. Fece lo stesso in camera di Saunders e<br />

nella stanza da bagno. Non c’erano porte in mezzo alle tre stanze, altrimenti avrebbe<br />

chiuso a chiave anche quelle.<br />

«Andiamo, Saunders», disse «non pensare tutta la notte su quella mossa. Ho già<br />

avuto il tempo di fumare una sigaretta. Non sta bene far aspettare un ammalato. Ti<br />

resta solo una possibilità... Che cos’è stato?»<br />

«L’edera che sbatte contro la finestra. Ecco, ora tocca a voi, Eustace.»<br />

«Non era l’edera, sciocco! Era qualcuno che bussava contro il vetro» disse<br />

Eustace, sollevando la tendina. Sul lato esterno della finestra, aggrappata alle<br />

persiane, c’era la mano.<br />

«Che cosa stringe tra le dita?»<br />

Un coltello. Vuole tentare di aprire la finestra spingendo il chiavistello dall’esterno<br />

con la lama.»<br />

«Bene, faccia pure» disse Eustace. «<strong>Il</strong> chiavistello scorre verso il basso; è<br />

impossibile aprirlo a quel modo. In ogni caso, chiuderemo anche gli scuri. A te la<br />

mossa, Saunders, io ho giocato.»<br />

Ma Saunders trovava impossibile concentrarsi sulla partita. Non riusciva a<br />

comprendere Eustace, che all’improvviso sembrava aver perduto ogni paura. «Che ne<br />

direste di un po’ di vino?» chiese. «Sembra che voi prendiate le cose con freddezza,<br />

ma io non ho vergogna a confessare di essere spaventato a morte.»<br />

«Non devi esserlo. Non c’è nulla di soprannaturale in quella mano, Saunders.<br />

Voglio dire che è chiaro che è regolata dalle leggi del tempo e dello spazio. Non è<br />

una di quelle cose che si dissolvono nell’aria o passano attraverso porte di quercia. E<br />

poiché le cose stanno così, la sfido a entrare qui. Domattina lasceremo questo posto.<br />

Ho finalmente sconfitto le profondità della paura. Riempi il tuo bicchiere, amico! Le

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