AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)
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«Non so cosa pensare» disse il dottore a Saunders. «Posso solo immaginare che il<br />
signor Borlsover abbia subìto un grave trauma emotivo. Fareste bene a lasciare che vi<br />
mandi qualcuno per aiutarvi a curarlo. E per nessun motivo non lasciatelo mai da solo<br />
al buio. Se fossi in voi, terrei accesa una luce tutta la notte... Inoltre deve prendere più<br />
aria fresca. È assolutamente assurda quest’avversione per le finestre aperte.»<br />
Eustace non accettò nessuno, tranne Saunders. «Non voglio quell’altro uomo»<br />
diceva. «In qualche modo la farebbero entrare. Ne sono certo.»<br />
«Non preoccupatevi, amico. Questa storia non potrà andare avanti per sempre.<br />
Sapete bene che l’ultima volta l’ho vista come voi. Non era forte neppure la metà di<br />
un tempo. Non vivrà a lungo, specialmente dopo quella caduta. L’ho sentita io stesso<br />
abbattersi sulle pietre. Non appena sarete un poco più in forze ce ne andremo da<br />
questo luogo, senza borse né bagagli, ma solo con gli abiti che avremo addosso, così<br />
non potrà nascondersi in nessun posto. Fuggiremo a quel modo. Non lasceremo alcun<br />
indirizzo, e non ci faremo spedire pacchi. Rallegratevi, Eustace! In un paio di giorni<br />
starete abbastanza bene da alzarvi. <strong>Il</strong> dottore dice che domani potrò portarvi fuori in<br />
poltrona.»<br />
«Che ho fatto?» disse Eustace. «Perché mi perseguita? Non sono peggiore di altri<br />
uomini. Non sono peggiore di te, Saunders, lo sai anche tu. C’eri tu dietro quella<br />
brutta faccenda a San Diego, ed è successo quindici anni fa.»<br />
«Non è senz’altro quello» disse Saunders. «Siamo nel ventesimo secolo, e anche i<br />
preti hanno abbandonato l’idea dei vecchi peccati che ci perseguitano. Prima che voi<br />
catturaste la mano in biblioteca era già carica di malevolenza... nei vostri confronti e<br />
dell’umanità intera. Poi, quando l’inchiodaste a quel modo, si dimenticò naturalmente<br />
degli altri e concentrò la sua attenzione su di voi. Ricordate che è rimasta chiusa in<br />
cassaforte per quasi sei mesi. Ce n’è abbastanza per meditare una vendetta.»<br />
Eustace Borlsover continuò a non voler lasciare la stanza, ma pensò che fosse<br />
interessante il consiglio di Saunders di partire da Brighton senza preavviso. Cominciò<br />
rapidamente a riguadagnare le proprie forze.<br />
«Partiremo il primo settembre» disse.<br />
La sera del 31 agosto era terribilmente calda. Sebbene le finestre fossero state<br />
aperte a mezzogiorno, erano state richiuse un’ora circa dopo il crepuscolo. La signora<br />
Prince aveva da tempo smesso di meravigliarsi delle strane abitudini dei signori del<br />
primo piano. Poco dopo il loro arrivo le avevano chiesto di togliere le pesanti tende<br />
dalle finestre delle due camere da letto e, giorno dopo giorno, le stanze erano<br />
diventate sempre più spoglie. Non restava quasi più nulla.<br />
«<strong>Al</strong> signor Borlsover non piacciono le cose dove può nascondersi lo sporco» le<br />
aveva spiegato Saunders per scusarsi. «Vuole vedere in tutti gli angoli della stanza.»<br />
«Non potrei aprire la finestra almeno per un po’?» chiese Saunders a Eustace<br />
quella sera. «Stiamo semplicemente arrostendo, sapete.»<br />
«No, lasciala stare. Non siamo una coppia di studentesse uscite di fresco da un<br />
corso di igiene. Prendi la scacchiera, invece.»<br />
Si misero a sedere per giocare. <strong>Al</strong>le dieci la signora Prince venne alla porta con un<br />
biglietto. «Mi dispiace di non averlo portato prima», disse scusandosi «ma l’hanno<br />
lasciato nella cassetta delle lettere.»