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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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«Gratta il povero Peter!» gridò a un tratto l’uccello. «Gratta il povero vecchio<br />

Peter!»<br />

«Zitto, dannato animale!»<br />

«Povero vecchio Peter! Gratta il povero Peter, grattalo!»<br />

«Sarà più probabile che ti tiri il collo, se riesco a prenderti.» Eustace alzò gli occhi<br />

verso il cornicione e vide lassù la mano, appesa a un gancio con tre dita, che stava<br />

grattando con il quarto la testa del pappagallo. Corse in fretta verso il campanello e lo<br />

premette con forza; poi balzò in direzione della finestra, che chiuse con un rumore<br />

secco. Spaventato dal fracasso il pappagallo agitò le ali per apprestarsi a volare, ma<br />

mentre lo faceva le dita della mano lo afferrarono alla gola. Peter lanciò uno strillo<br />

acuto svolazzando per la stanza in circoli discendenti, appesantito com’era dalla<br />

mano che lo stringeva con forza. <strong>Al</strong>la fine, l’uccello cadde pesantemente sul<br />

pavimento, e Eustace vide dita e penne aggrovigliate in una massa inestricabile che<br />

rotolava a terra. La colluttazione cessò quasi all’improvviso quando il pollice e<br />

l’indice della mano strinsero con maggior forza il collo dell’uccello che roteò gli<br />

occhi, mostrando il bianco, ed emise un debole e soffocato gorgoglio. Ma prima che<br />

le dita avessero il tempo di allentare la presa, Eustace le stringeva nella sua mano.<br />

«Manda subito qui il signor Saunders» disse alla cameriera che era venuta in<br />

risposta alla sua chiamata. «Digli che lo voglio immediatamente.»<br />

Poi si avvicinò al camino con la mano. Lungo il dorso c’era uno squarcio dai bordi<br />

frastagliati dove il becco dell’uccello l’aveva colpita, ma dalla ferita non colava<br />

sangue. Eustace notò con disgusto che le unghie della mano erano cresciute più<br />

lunghe e scolorite.<br />

«Brucerò questa cosa mostruosa» disse. Ma non poté farlo. Cercò di gettarla tra le<br />

fiamme, ma le sue mani, come spinte da qualche primitiva e antica simpatia, non<br />

glielo permisero. Saunders lo trovò così, pallido ed esitante, ancora con la mano<br />

stretta con forza tra le dita.<br />

«L’ho presa, finalmente» disse in tono trionfale.<br />

«Bene. Diamole un’occhiata.»<br />

«Non finché è ancora libera. Prendi un martello e dei chiodi e un asse qualsiasi...»<br />

«Riuscite a tenerla?»<br />

«Sì. È abbastanza debole. Stanca per la lotta con il povero Peter, direi.»<br />

«E ora», disse Saunders quando tornò con gli oggetti richiesti «che cosa dobbiamo<br />

fare?»<br />

«Per prima cosa inchiodala, in modo che mi possa liberare. Poi la osserveremo con<br />

calma.»<br />

«Fatelo da voi» disse Saunders. «Non mi dispiace aiutarvi di tanto in tanto con i<br />

porcellini d’India, se c’è qualcosa da imparare... anche perché non temo la vendetta di<br />

una cavia. Ma questa cosa è diversa.»<br />

«Oh, andiamo!» rise istericamente Eustace. «Guardala ora.» La mano si stava<br />

contorcendo in guizzi agonizzanti, agitandosi e dimenandosi attorno al chiodo come<br />

un verme sull’amo.<br />

«Bene» disse Saunders. «Ci siete riuscito. Ora potete esaminarvela da solo.»<br />

«Non andartene, in nome del cielo! Coprila, svelto, coprila! Passami un panno!<br />

Ecco!» e sfilò il coprischienale da una sedia per avvolgervi l’asse. «E ora prendi dalla

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