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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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«Qualcosa che voleva afferrarmi. Mi è sembrato di sentire la stretta di un pollice e<br />

un indice. Datemi un po’ di brandy.»<br />

«Come faremo a tirarla fuori di là?»<br />

«Se usassimo un retino da pescatore?»<br />

«Niente da fare. È troppo astuta. Ti dico, Saunders, che può correre più veloce di<br />

me. Ma credo di sapere cosa possiamo fare. I due libri alle estremità dello scaffale<br />

sono piuttosto grossi e arrivano fino a toccare la parete. Gli altri sono meno profondi.<br />

Li toglierò uno alla volta, e tu spingerai gli altri facendoli scivolare, finché non<br />

l’avremo incastrata tra gli ultimi due.»<br />

Certamente quello sembrava il piano più appropriato. A uno a uno rimossero tutti i<br />

libri, mentre lo spazio tra essi diventava sempre più esiguo. Là dietro c’era qualcosa<br />

di veramente vitale. A un tratto videro un guizzare di dita che cercavano una via di<br />

salvezza tra i libri. <strong>Al</strong>la fine riuscirono a stringerla tra i due grossi volumi.<br />

«Muscoli ne ha, se non anche carne calda e sangue» disse Saunders tenendo<br />

assieme i libri. «Sembrerebbe davvero una mano. Immagino che si tratti di una specie<br />

di allucinazione contagiosa. Ho già letto di simili casi.»<br />

«<strong>Con</strong>tagioso un cavolo!» esclamò Eustace con il viso bianco di rabbia. «Portala da<br />

basso. La rimetteremo nella scatola.»<br />

Non fu del tutto facile, ma alla fine ci riuscirono. «Stringi le viti» disse Eustace.<br />

«Non corriamo rischi inutili. E metti la scatola in quella mia vecchia scrivania. Non<br />

c’è niente là dentro che mi serva. Ecco la chiave. Grazie a Dio la serratura del<br />

cassetto funziona ancora.»<br />

«Una bella serata movimentata» disse Saunders. «E ora sentiamo qualcosa di più a<br />

proposito di vostro zio.»<br />

Rimasero seduti a parlare fino al primo mattino. Saunders non aveva voglia di<br />

dormire. Eustace tentava di spiegare e dimenticare; di nascondere a se stesso un<br />

terrore che non aveva mai provato prima di allora... il terrore di camminare da solo<br />

lungo il corridoio che conduceva alla sua camera da letto.<br />

«Qualunque cosa fosse», disse Eustace a Saunders il giorno seguente «propongo<br />

che lasciamo cadere l’argomento. Non c’è nulla che ci trattenga qui per i prossimi<br />

dieci giorni. Ce ne andremo in auto ai laghi e faremo qualche passeggiata in<br />

montagna.»<br />

«E non vedremo nessuno per tutto il giorno e ci annoieremo a morte restando<br />

seduti a parlare ogni notte. No, grazie, non fa per me. Perché non scappiamo in città,<br />

invece? Scappare è proprio la parola adatta in questo caso, non trovate? Abbiamo<br />

entrambi una tale dannata paura... Fatevi coraggio, Eustace, e andiamo a dare un’altra<br />

occhiata alla mano.»<br />

«Come vuoi» disse Eustace. «Ecco la chiave.»<br />

Andarono in biblioteca e aprirono il cassetto della scrivania. La scatola era ancora<br />

dove l’avevano lasciata la notte precedente.<br />

«Che cosa aspetti?» disse Eustace.<br />

«Aspetto che voi vi decidiate ad aprire il coperchio. Tuttavia, dal momento che si<br />

direbbe che abbiate paura, lasciate che lo faccia io. Questa mattina non sembra molto<br />

propensa a fare del baccano.» Sollevò il coperchio e prese la mano.<br />

«Fredda?» chiese Eustace.

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