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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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mecenati generosi di scienze bizzarre, fondatori di sette querule, guide sicure ai<br />

campi secondari dell’erudizione.<br />

Adrian era un’autorità in fatto di fertilizzazione delle orchidee. Un tempo aveva<br />

vissuto con la famiglia a Borlsover <strong>Con</strong>yers, finché una debolezza congenita dei<br />

polmoni lo aveva obbligato a cercare un clima meno rigido nella località di<br />

villeggiatura del soleggiato sudovest in cui l’avevo incontrato. Di tanto in tanto<br />

sostituiva l’uno o l’altro dei pastori locali. Mio padre lo descriveva sempre come un<br />

ottimo predicatore, capace di trarre lunghi e ispirati sermoni da testi che molti<br />

avrebbero considerati privi di valore. «Una prova eccellente» aggiungeva K della<br />

verità della dottrina dell’ispirazione verbale diretta.<br />

Adrian Borlsover era eccezionalmente abile nelle attività manuali. La sua<br />

calligrafia era squisita. <strong>Il</strong>lustrava tutti i suoi documenti scientifici e si preparava da sé<br />

le incisioni. Aveva anche scolpito i dossali dell’altare, che costituiscono ora l’oggetto<br />

di maggior interesse della chiesa di Borlsover <strong>Con</strong>yers. Possedeva un’abilità estrema<br />

nel ritagliare profili per le giovani signore, e maialini e mucche di carta per i bambini,<br />

e aveva costruito più di un complicato strumento a fiato di sua invenzione.<br />

<strong>Al</strong>l’età di cinquant’anni Adrian Borlsover aveva perduto la vista. In un tempo<br />

sorprendentemente breve si era adattato alle nuove condizioni di vita. Imparò<br />

rapidamente a leggere in Braille. <strong>Il</strong> suo senso del tatto era così meraviglioso da<br />

permettergli di conservare il suo interesse per la botanica. <strong>Il</strong> solo passare delle dita<br />

lunghe e flessibili su di un fiore gli era sufficiente per la sua identificazione, anche se<br />

occasionalmente usava anche le labbra. Ho trovato molte delle sue lettere tra la<br />

corrispondenza di mio padre; in nessun caso c’era qualcosa che lasciasse trapelare<br />

che era afflitto da cecità, a dispetto del fatto che si preoccupava esageratamente di<br />

economizzare lo spazio tra le righe. Verso la fine della sua vita, ad Adrian Borlsover<br />

vennero attribuite proprietà tattili che sembravano quasi miracolose. È stato detto che<br />

sapeva riconoscere immediatamente il colore di un nastro stretto tra le dita. Mio<br />

padre non confermava né smentiva queste dicerie.<br />

Adrian Borlsover non si era mai sposato. Suo fratello maggiore, Charles, si era<br />

sposato in tarda età, lasciando un figlio, Eustace, che viveva nel tetro palazzo in stile<br />

georgiano a Borlsover <strong>Con</strong>yers, dove poteva lavorare indisturbato raccogliendo<br />

materiale per un suo voluminoso libro sull’ereditarietà.<br />

Come suo zio, era anch’egli un uomo straordinario. I Borlsover erano da sempre<br />

naturalisti nati, ma Eustace possedeva in misura speciale la capacità di ordinare<br />

sistematicamente la sua conoscenza. Aveva terminato la sua istruzione universitaria<br />

in Germania poi, dopo la laurea, aveva lavorato a Vienna e Napoli, aveva viaggiato<br />

per quattro anni nel Sudamerica e nell’Est, raccogliendo un enorme quantitativo di<br />

materiale per un nuovo studio sul processo di variazione.<br />

A Borlsover <strong>Con</strong>yers, Eustace viveva solo con Saunders, il suo segretario, un<br />

uomo che nel distretto godeva di una reputazione piuttosto dubbia, ma la cui abilità<br />

matematica combinata con le sue capacità affaristiche lo rendeva insostituibile agli<br />

occhi di Eustace.<br />

Zio e nipote si vedevano molto poco. Le visite di Eustace erano limitate a una<br />

settimana d’estate o d’autunno... settimane tediose che si trascinavano lentamente<br />

quasi quanto la poltrona a rotelle sulla quale il vecchio veniva portato sul lungomare

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