AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)
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Quindi Macfarlane tornò al suo calessino e ripercorse il vicolo per portarsi al<br />
sicuro prima che facesse giorno. Fettes fu così lasciato solo con i suoi rimpianti.<br />
Vedeva il terribile pericolo al quale si trovava esposto. Vedeva, con indicibile orrore,<br />
che non c’erano limiti alle sue debolezze e che, una concessione dopo .l’altra, si era<br />
trasformato, da arbitro del destino di Macfarlane, al rango di suo complice inerme e<br />
pagato. Avrebbe dato il mondo intero per essere stato un po’ più coraggioso al<br />
momento giusto, ma non gli venne di pensare che avrebbe ancora potuto dimostrarsi<br />
coraggioso. <strong>Il</strong> segreto di Jane Galbraith e la sua registrazione sul quaderno gli<br />
tappavano la bocca.<br />
Le ore passarono. Gli studenti cominciarono ad arrivare e le membra dello<br />
sfortunato Gray furono distribuite all’uno e all’altro; tutti le ricevettero senza fare<br />
commenti e Richardson fu reso felice con la testa. Prima che suonasse l’ora della<br />
libertà, Fettes già tremava di esultanza vedendo quanto si fossero spinti verso la loro<br />
salvezza.<br />
Per due giorni continuò a osservare, con gioia crescente, l’orribile processo di<br />
occultamento.<br />
<strong>Il</strong> terzo giorno ricomparve Macfarlane. Era stato malato, disse, ma recuperò il<br />
tempo perduto dirigendo con insolita energia gli studenti. In particolare fornì<br />
assistenza e validi consigli a Richardson, e lo studente, incoraggiato dalle lodi<br />
dell’assistente, avvampò di ambiziose speranze e si vedeva già fra le mani la<br />
medaglia di fine corso.<br />
Prima che la settimana fosse trascorsa, la profezia di Macfarlane si era avverata.<br />
Fettes aveva superato i suoi timori e dimenticato le sue colpe. Cominciò addirittura a<br />
ritenersi fiero del proprio coraggio, e riuscì a modificare a tal punto la storia nella<br />
propria mente da poter ripensare a quei fatti con una sorta di malsano orgoglio. Si<br />
vedeva di rado con il suo complice. Si incontravano, ovviamente, durante le attività<br />
della classe, e ricevevano insieme i loro ordini dal signor K. <strong>Al</strong>cune –volte<br />
scambiavano qualche parola in privato e Macfarlane si dimostrava sempre<br />
particolarmente gentile e gioviale, ma era chiaro che evitava ogni riferimento al loro<br />
segreto comune; e anche quando Fettes gli sussurrò di essersi schierato con i leoni<br />
abbandonando per sempre gli agnelli, egli si accontentò di fargli un sorriso e un<br />
cenno affinché se ne stesse zitto.<br />
<strong>Al</strong>la fine si presentò un’occasione che doveva unire ancora più strettamente i due.<br />
<strong>Il</strong> signor K. era nuovamente a corto di. soggetti; gli studenti erano impazienti, e fra i<br />
vanti dell’insegnante c’era anche quello di essere sempre ben provvisto di corpi.<br />
<strong>Con</strong>temporaneamente giunse notizia di una sepoltura nel cimitero campestre di<br />
Glencorse. <strong>Il</strong> tempo ha mutato ben poco il luogo in questione. <strong>Il</strong> cimitero si trovava<br />
allora come adesso nei pressi di un incrocio, lontano da ogni abitazione umana e<br />
celato profondamente fra il fogliame di una mezza dozzina di cedri. <strong>Il</strong> belato delle<br />
greggi sulle colline circostanti, due ruscelli su entrambi i lati, il primo che cantava<br />
rumoroso fra i sassi e l’altro che scivolava furtivo da stagno a stagno, il fruscio del<br />
vento fra gli antichi castagni fioriti della montagna, e una volta ogni sette giorni la<br />
voce della campana e gli antichi canti del maestro di coro, erano gli unici suoni che<br />
disturbavano il silenzio intorno alla chiesetta di campagna. L’Uomo della<br />
Resurrezione, per usare un nomignolo dell’epoca, non doveva lasciarsi scoraggiare da