AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)
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«<strong>Al</strong>lora dammi la chiave» disse l’altro con calma, stendendo una mano.<br />
Ci fu un istante di esitazione, poi il dado fu tratto. Macfarlane non riuscì a evitare<br />
una contrazione nervosa, l’infinitesimo segno di un immenso sollievo, non appena<br />
sentì la chiave fra le dita. Aprì l’armadio, tirò fuori penna, inchiostro e un quaderno<br />
che si trovavano in un compartimento separato, e tolse dai fondi contenuti in un<br />
cassetto la somma che gli parve più adatta all’occasione.<br />
«Ora, ascolta» disse. «<strong>Il</strong> pagamento è avvenuto... prima prova della tua buona fede,<br />
primo passo verso la tua sicurezza. Ora devi rafforzarla con un secondo passo.<br />
Registra il pagamento sul tuo quaderno, e allora da parte tua potrai sfidare anche il<br />
diavolo.»<br />
I primi secondi che seguirono furono una vera agonia per la mente di Fettes ma,<br />
soppesando i suoi terrori, tra questi fu il più immediato a trionfare. Qualsiasi disastro<br />
futuro gli sembrava il benvenuto purché riuscisse a evitare sul momento una disputa<br />
con Macfarlane. Depose la candela che aveva retto per tutto quel tempo e con mano<br />
ferma registrò sul quaderno la data, la natura e l’ammontare della transazione.<br />
«E ora», disse Macfarlane «mi sembra giusto che sia tu a intascare questo<br />
guadagno. Io ho già avuto la mia parte. Fra l’altro, quando un uomo di mondo ha un<br />
simile colpo di fortuna e si ritrova con qualche scellino in più nelle tasche... mi<br />
ripugna parlarne, ma esiste una regola di condotta per questi casi. Niente festini,<br />
nessun acquisto di libri dispendiosi, niente rimborsi di vecchi debiti: chiedi a prestito,<br />
e non prestare.»<br />
«Macfarlane», iniziò Fettes con voce ancora roca «ho infilato il collo nel capestro<br />
per farti piacere.»<br />
«Farmi piacere?» esclamò Wolfe. «Oh, andiamo! Tu hai fatto semplicemente, per<br />
come vedo io la cosa, ciò che avresti fatto in ogni caso per difendere te stesso.<br />
Supponi che io finisca nei guai; tu come ti verresti a trovare? Questa seconda<br />
faccenda discende chiaramente dalla prima. <strong>Il</strong> signor Gray è la continuazione della<br />
signorina Galbraith. Non puoi cominciare e poi smettere. Se cominci, devi continuare<br />
a cominciare, questa è la verità. Non c’è riposo per quelli come noi.»<br />
Un’orribile sensazione di buio e di tradimento del destino si impadronì dell’anima<br />
dello sfortunato studente.<br />
«Mio Dio!» gridò. «Ma che cosa ho fatto? E quando mai ho cominciato? Diventare<br />
assistente di corso... in nome della ragione, cosa c’è di male in questo? La posizione<br />
richiedeva certi servigi, e con quei servigi si poteva raggiungerla. Forse che lui<br />
avrebbe potuto ritrovarsi dove sono ora io?»<br />
«Mio caro amico», disse Macfarlane «come sei ingenuo! Che male ti è capitato, in<br />
fondo? E che male può mai capitarti se tu saprai tenere a freno la lingua? Insomma,<br />
ragazzo, lo sai che cos’è la vita? Ci sono due tipi di uomini... i leoni e gli agnelli. Se<br />
tu sei un agnello, ti ritroverai disteso su questo tavolo come Gray o Jane Galbraith; se<br />
sei un leone, vivrai come si deve e avrai un buon cavallo come me, come K. e come<br />
tutto il mondo che possiede un briciolo di astuzia e di coraggio. Da principio ti senti<br />
scosso, lo so. Ma pensa a K.! Mio caro amico, tu sei intelligente e hai fegato. Mi<br />
piaci, e piaci anche a K. Tu sei nato per guidare la caccia; e io ti assicuro, sul mio<br />
onore e sulla mia esperienza della vita, che nel giro di tre giorni riderai di tutti questi<br />
spauracchi come uno studente a una farsa scolastica!»