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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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Succhia il mio seno, come a me piace tanto<br />

Ninna, ninna nanna.<br />

Poi piagnucolò tra sé: «Ho visto le donne del villaggio andare al pozzo portando<br />

con sé i loro piccoli, e ridono mentre percorrono la strada. I bambini le stringono con<br />

forza attorno al collo e le mamme li consolano, dicendo: “Ehi, ehi, mio piccolino, ehi,<br />

ehi, mio amore”. Gesù Cristo e i Santi Venerati sanno che non ho mai sentito sul<br />

petto una mano di bimbo... ed ora dovrò morire senza di quello, perché sono vecchia<br />

e ho passato l’età per partorire.<br />

Ninna nanna, piccolino,<br />

Ninna, ninna nanna;<br />

Sentirti succhiare mi consola di grandi affanni,<br />

Ninna, ninna nanna».<br />

«Li ho sentiti in un mattino di maggio, con i loro pifferi e i tamburelli, e tanta<br />

musica allegra» gridò Suor Helen. «Li ho anche visti, e il mio cuore è andato con loro<br />

a prendere il candido biancospino nel bosco. “Un giovane e una fanciulla, verso il<br />

ramo di biancospino” come dice la canzone. La cantano fuori della mia finestra per<br />

tutta la vigilia di San Giovanni, tanto che non riesco a recitare le mie preghiere a<br />

causa dei pensieri selvaggi che mi infondono nella mente, e danzano avanti e indietro<br />

per il sagrato della chiesa; non posso dimenticare le dolci parole che si dicono l’un<br />

l’altra. “Caro amore, un bacio”; “Baciami, mio amore, e non lasciarmi andare”;<br />

“Mentre passavo per il cancello del giardino”; “Un bel cavaliere nero, un bel<br />

cavaliere nero, e che cosa mi darai? Un bacio, e un bacio, e nient’altro che un bacio,<br />

sotto l’albero della rosa selvatica.” Oh, Santa Madre Maria, abbi pietà del cuore di<br />

una povera giovane; morirò se nessuno mi amerà, morirò!»<br />

«In fede mia, mi dispiace davvero, William» disse Suor Agnese, che era smunta e<br />

aveva gli occhi infossati dalle lunghe veglie e i troppi digiuni, per i quali il buon<br />

padre la rimproverava ogni volta dicendo che mortificava troppo la sua carne povera<br />

e debole. «Mi dispiace davvero di non aver potuto aspettare. Ma i vicini facevano un<br />

tale schiamazzo, e mio padre e mia madre mi battevano troppo duramente. È sotto<br />

l’albero di quercia, non più di un piede sottoterra e coperto di foglie rosse e brune.<br />

Bisognava vederlo quel sangue rosso sul suo collo bianco come un osso di balena, e<br />

nemmeno strillò o pianse; e così lo deposi tra le foglie, il piccino; ed era uguale a te,<br />

William, era uguale a te. Mi dispiace di non aver aspettato, ed ora mi sono consumata<br />

e indebolita per amor tuo durante molti lunghi anni, e tutto invano, perché non sei<br />

mai arrivato. Ormai sono una donna vecchia, e presto me ne starò tranquilla, senza<br />

più lamentarmi.»<br />

<strong>Al</strong>cune delle sorelle singhiozzavano come se il loro cuore fosse sul punto di<br />

spezzarsi; altre se ne stavano sedute, immobili e in silenzio, senza curarsi delle<br />

lacrime che sgorgavano dai loro occhi; altre sorridevano e piangevano nello stesso<br />

tempo; altre ancora sospiravano piano, tremando come foglie di pioppo sospinte dal<br />

vento del sud. Le grosse candele della sala stavano bruciando fino alla base. Una ad<br />

una si spensero. Una luce spettrale e guizzante cadde sulla scritta al di sopra

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