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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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parlare: «Bene, signor Stone, siete stato veramente in gamba! Vi siete fatto una gran<br />

bella proprietà, signor Stone».<br />

«Be’, qualche volta va bene, qualche volta va male» replicò Jabez Stone con la<br />

prudenza tipica di chi vive nel New Hampshire.<br />

«Oh, non è proprio necessario che sminuiate tanto la vostra solerzia!» proseguì il<br />

forestiero con tono assai pacato, scoprendo i suoi denti in un sorriso. «Dopo tutto,<br />

sappiamo benissimo come stanno le cose, ed è tutto perfettamente in regola con il<br />

nostro contratto e le sue clausole. Così quando... eh... l’ipoteca scadrà l’anno<br />

prossimo, non avrete certo rimpianti.»<br />

«A proposito di quell’ipoteca, signore», intervenne allora Jabez Stone, guardandosi<br />

tutt’intorno per cercare un qualche aiuto in cielo e in terra, «comincio a nutrire dubbi<br />

intorno alla sua validità.»<br />

«Dubbi?» chiese il forestiero con voce ora assai meno pacata.<br />

«Esattamente» continuò Jabez Stone. «Qui siamo negli Stati Uniti, e io sono<br />

sempre stato un uomo di saldi princìpi religiosi.» Si schiarì la gola e, facendosi<br />

sempre più audace, proseguì: «Sicuro, signore, comincio a dubitare seriamente che<br />

una simile ipoteca abbia un qualche valore legale se portata in tribunale».<br />

«Ci sono tribunali e tribunali» commentò il forestiero digrignando i denti. «Ma<br />

possiamo sempre dare uno sguardo al documento originale.» E tirò fuori un grosso<br />

portadocumenti nero gonfio di fogli. «Sherwin, Slater, Stevens, Stone» prese a<br />

borbottare.<br />

«“Io, Jabez Stone, per un periodo di sette anni...” Be’, mi sembra tutto in regola.<br />

Ma Jabez Stone non gli prestava più ascolto, perché qualcosa che aveva visto<br />

sfuggire a quel nero portadocumenti aveva attirato tutta la sua attenzione. Era<br />

qualcosa che assomigliava a una tarma, anche se non lo era affatto. E mentre<br />

continuava a osservarla, Jabez Stone ebbe l’impressione che gli parlasse con una<br />

specie di vocetta lamentosa, terribilmente bassa e sottile, ma inconfondibilmente<br />

umana. «Amico Stone!» squittì quella voce. «Amico Stone! Aiutami! Per amor di-<br />

Dio, aiutami!»<br />

Ma prima che Jabez Stone potesse muovere un sol muscolo, già il forestiero aveva<br />

tirato fuori un grande fazzoletto di seta e con esso aveva subito catturato quella strana<br />

creatura, come si fosse trattato di una farfalla. Poi aveva annodato fra loro le cocche<br />

del fazzoletto.<br />

«Scusate l’interruzione» disse. «Come vi stavo dicendo...»<br />

Ma Jabez Stone ora tremava come un cavallo impaurito.<br />

«Quella è la voce di Stevens l’avaro!» e la sua voce suonò rauca e gracidante, «E<br />

voi lo tenete dentro al vostro fazzoletto!»<br />

<strong>Il</strong> forestiero sembrò ora trovarsi un po’ in imbarazzo.<br />

«Sì, avrei proprio dovuto trasferirlo nella cassetta» rispose con un sorriso affettato<br />

«ma vi avevo già raccolto numerosi altri esemplari piuttosto curiosi e non vorrei<br />

ammassarli troppo. Bene, bene, lievi contrattempi che capitano.»<br />

«Non so cosa intendiate per contrattempo», replicò Jabez Stone «ma quella era<br />

proprio la voce di Stevens l’avaro! E non è morto! E non venitemi a raccontare che lo<br />

è! Era vispo come un pesce solo martedì...»

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