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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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Mentre stavamo parlando udii uno strano rumore; tra un ululato e un abbaiare. Era<br />

piuttosto lontano, ma i cavalli si innervosirono moltissimo e ci volle tutta l’abilità di<br />

Johann per calmarli. Era molto pallido e mi disse: «Sembra un lupo... però qui non ci<br />

sono lupi in questa stagione».<br />

«Ah, no?» chiesi indagando. «Credevo che i lupi non si avvicinassero alla città da<br />

tempi lontani.<br />

«Molto, molto lontani» rispose lui. «D’estate e di primavera... Ma con la neve si<br />

sono visti anche di recente.»<br />

Mentre accarezzava i cavalli cercando di calmarli, alcune nuvole scure si<br />

addensarono rapidamente nel cielo. <strong>Il</strong> sole scomparve e un alito di vento freddo<br />

sembrò sfiorarci. Era solo un alito, tuttavia, più simile a un avvertimento che a un<br />

pericolo, perché il sole tornò di nuovo a brillare luminoso. Johann guardò l’orizzonte,<br />

facendosi schermo con la mano, e disse: «La bufera di neve sarà qui tra non molto».<br />

Poi osservò l’orologio un’altra volta e, senza perdere tempo, continuando a reggere<br />

con fermezza le redini – perché i cavalli raspavano nervosamente il terreno con gli<br />

zoccoli e scuotevano le teste – si arrampicò a cassetta come se fosse giunto il<br />

momento di riprendere la nostra passeggiata.<br />

Io mi intestardii e non volli montare subito in carrozza.<br />

«Ditemi» chiesi «di questo posto a cui conduce la strada.» E indicai in direzione<br />

della strada.<br />

Di nuovo Johann si fece il segno della croce e borbottò una preghiera prima di<br />

rispondere: «È profanato».<br />

«Che cosa è profanato?» chiesi.<br />

«<strong>Il</strong> villaggio.»<br />

«<strong>Al</strong>lora c’è un villaggio?»<br />

«No, no. Nessuno ci vive più da centinaia d’anni.»<br />

La mia curiosità aumentò. «Ma voi avete detto che c’è un villaggio.»<br />

«C’era.»<br />

«E dov’è adesso?»<br />

Egli cominciò allora a raccontarmi una lunga storia, mista di frasi e parole in<br />

tedesco e così intricata che non riuscii a capire esattamente ciò che diceva; ma grosso<br />

modo afferrai che molto tempo prima, centinaia d’anni, molti uomini erano morti ed<br />

erano stati sepolti nelle loro tombe; ma si udivano suoni provenire da sottoterra, e<br />

quando le tombe erano state riaperte uomini e donne furono trovati. rosei di vita e con<br />

le bocche arrossate di sangue. E così, nella foga di salvarsi la vita (e così pure<br />

l’anima!... e qui si segnò) coloro che erano rimasti vivi erano fuggiti verso altri posti,<br />

dove i vivi vivevano e i morti erano morti e non... non qualcosa d’altro. Johann era<br />

visibilmente terrorizzato al pensiero di pronunciare le ultime parole. Via via che<br />

procedeva nel suo racconto appariva sempre più eccitato. Sembrava che la sua<br />

fantasia si fosse impossessata di lui, facendolo terminare in un perfetto parossismo di<br />

terrore.. col viso bianco, sudato, tremante e con gli occhi che si guardavano intorno<br />

come se attendessero che qualche presenza terrificante si manifestasse da un<br />

momento all’altro, là in pieno sole e in aperta campagna. <strong>Al</strong>la fine, in un’agonia di<br />

disperazione, gridò: «Walpurgisnacht!» e mi indicò la carrozza affinché vi montassi.<br />

A questo punto tutto il mio sangue inglese ribollì e, indietreggiando, dissi: «Voi avete

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