AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

La figlia di Dracula
di Bram Stoker
Titolo italiano: L’ospite di Dracula
Titolo originale: Dracula’s Guest (1914)
da cui il film: DRACULA’S DAUGHTER (USA, 1936), Universal
Regia: Lambert Hillyer
Interpreti: Gloria Holden, Otto Kruger, Edward van Sloan
È interessante notare come, nel corso della storia del cinema orrorifico, il successo
incontrato dai grandi mostri abbia provocato continue apparizioni di loro discendenti
fra le generazioni successive. Frankenstein ha creato così un mostro dopo l’altro con
lo stesso successo – o insuccesso, a seconda di come si vogliano considerare i risultati
– durante gli ultimi settant’anni. Le due creature di Robert Louis Stevenson, il dottor
Jekyll e il suo alter ego mister Hyde, furono a loro volta scoperte di buon’ora dal
cinema (per la prima volta nel 1908 dalla Selig Polyscope) e da allora sono state
resuscitate in svariate forme almeno una quindicina di volte.
Altrettanto prolifico si è rivelato l’abitatore della notte di Bram Stoker, quel conte
Dracula che ha servito l’industria del cinema almeno sette volte, ispirando poi molti
altri film sui vampiri. Con una sola eccezione, però, tutti i seguiti furono creati da
autori e sceneggiatori nuovi, non avendo in comune con i grandi originali che i
personaggi basilari. L’unica eccezione è Dracula’s Daughter. Diretto da Lambert
Hillyer, questo film fu tratto da un racconto di Bram Stoker intitolato L’ospite di
Dracula e che in origine faceva parte del romanzo Dracula. L’autore era stato
costretto a eliminarlo dall’opera principale su richiesta degli editori, per rendere il
libro meno lungo. Per il ruolo centrale Hillyer scelse un’attrice praticamente
sconosciuta, Gloria Holden, ma non ebbe a pentirsene; la sua ottima interpretazione,
infatti, trasformò il film in qualcosa di nettamente superiore a uno dei tanti venuti
dopo.
Dracula’s Daughter possiede un vigore e una originalità che ben pochi rifacimenti
di Dracula sapranno mostrare prima dell’avvento di Christopher Lee.
Quando partimmo per il nostro giro in carrozza il sole splendeva luminoso su
Monaco e l’aria era satura della gioiosità dell’estate appena iniziata. Proprio mentre
stavamo per partire, Herr Delbrück (il maître d’hotel del “Quatre Saisons,” presso il
quale alloggiavo) si avvicinò a capo scoperto alla carrozza e dopo avermi augurato
una gita piacevole disse al conducente, che teneva ancora la mano sulla maniglia
dello sportello della carrozza: «Ricordati di tornare prima di notte. Il cielo è limpido,
ma c’è una punta di gelo nel vento del nord che potrebbe preannunciare un temporale