AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)
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Finalmente i suoi sforzi ebbero termine ed egli andò ad acquattarsi dietro un tronco<br />
caduto a una trentina di metri di distanza. Non dovette aspettare a lungo. <strong>Il</strong> gatto stava<br />
venendo di nuovo a giocare con il suo topo.<br />
<strong>Il</strong> generale Zaroff stava infatti avanzando, impegnato a seguire la pista con la<br />
sicurezza di un segugio. Nulla sfuggiva a quei neri occhi indagatori, non un solo stelo<br />
d’erba schiacciato, non un ramoscello spezzato, nessuna impronta – per quanto tenue<br />
– sul muschio del sottobosco. <strong>Il</strong> cosacco era così intento a seguire le tracce che si<br />
trovò sopra quello che Rainsford aveva predisposto quasi prima di accorgersene. <strong>Il</strong><br />
suo piede toccò il ramo sporgente che fungeva da grilletto. Ma nello stesso istante in<br />
cui ciò accadeva, il generale si rese conto del pericolo e balzò indietro con l’agilità di<br />
una scimmia. Però non fu abbastanza rapido e il tronco morto lo colpì di striscio a<br />
una spalla crollando al suolo; il generale barcollò ma non cadde, e neppure si lasciò<br />
sfuggire la pistola. Rimase invece là fermo, massaggiandosi la spalla colpita, e<br />
Rainsford, con il cuore attanagliato nuovamente dalla paura, udì la risata di scherno<br />
del generale risuonare in tutta la giungla.<br />
«Rainsford», chiamò il generale «se potete sentirmi, come immagino, accettate le<br />
mie congratulazioni. Non sono in molti a sapere come si prepara una trappola malese<br />
per uomini. Sfortunatamente per voi, anch’io sono andato a caccia nella Malacca. Vi<br />
state rivelando una preda davvero interessante, signor Rainsford. Ora vado a farmi<br />
medicare la ferita; è solo una cosa leggera. Ma ritornerò. Ritornerò.»<br />
Quando il generale se ne fu andato, comprimendosi la spalla contusa, Rainsford<br />
riprese la sua fuga. Ormai era veramente una fuga, una disperata e allucinante fuga.<br />
Giunse il crepuscolo, e poi la notte, e lui continuava ad avanzare. <strong>Il</strong> terreno si fece più<br />
molle sotto i suoi mocassini, la vegetazione più rigogliosa e fitta, e gli insetti<br />
cominciarono a morderlo con furia selvaggia. Poi, nel compiere un altro passo, sentì<br />
che un piede gli affondava nel fango. Cercò di estrarlo, ma la melma vi si aggrappava<br />
maligna. <strong>Con</strong> un violento sforzo riuscì infine a liberarlo. Ora sapeva dove si trovava.<br />
La Palude della Morte con le sue sabbie mobili. La morbidezza del terreno gli diede<br />
però un’idea. Arretrò di una dozzina di passi dalle sabbie mobili e incominciò a<br />
scavare. La fossa si fece ben presto profonda; quando gli giunse all’altezza delle<br />
spalle, ne uscì e fabbricò dei paletti acuminati servendosi di alcuni rami robusti. Poi<br />
piantò i paletti sul fondo della buca, con le punte aguzze rivolte verso l’alto. <strong>Con</strong> dita<br />
esperte intrecciò quindi un rozzo tappeto di erbe e ramoscelli, e lo usò per ricoprire<br />
l’apertura della fossa. Infine, fradicio di sudore e dolorante per la stanchezza, si<br />
accovacciò dietro i resti di un albero carbonizzato da un fulmine.<br />
Rainsford sapeva che il suo inseguitore stava arrivando, udiva il tonfo attutito dei<br />
suoi passi sul terreno molle e la brezza notturna gli portava l’odore delle sigarette del<br />
generale. Rannicchiato dietro il suo riparo, gli sembrò di vivere un anno intero nello<br />
spazio di un minuto. Poi sentì l’impulso di urlare a piena voce la sua gioia, poiché<br />
aveva udito uno scricchiolio di rami e arbusti spezzati mentre la mascheratura della<br />
fossa cedeva sotto i passi di qualcuno; udì anche un acuto urlo di dolore quando le<br />
punte acuminate trovarono il loro bersaglio. <strong>Al</strong>lora si levò in piedi dietro il suo<br />
nascondiglio, ma subito dovette acquattarsi di nuovo. A meno di un metro dalla fossa<br />
stava un uomo che impugnava una torcia elettrica.