AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

certezza assolutamente matematica. L’animale non può far affidamento che sulle sue
zampe e sul suo istinto. E l’istinto non può certo competere con la ragione. Quando
mi resi conto di ciò, debbo proprio dirvi che fu un momento tragico per me.»
Rainsford si sporse sopra il tavolo, profondamente interessato a quanto il suo
ospite andava dicendo.
«Ebbi però anche l’ispirazione di ciò che dovevo fare» proseguì il generale.
«E cioè?»
Il generale sorrise con il volto atteggiato alla serena espressione di chi ha dovuto
affrontare un ostacolo ed è riuscito a superarlo con successo. «Dovevo
semplicemente trovare un nuovo tipo di animale a cui dare la caccia» rispose
quietamente.
«Un nuovo animale? Volete scherzare.»
«Affatto» insistette il generale. «Non scherzo mai quando si tratta di caccia. Decisi
così di acquistare quest’isola, vi feci costruire la mia dimora e, finalmente, potei
dedicarmi alla mia caccia preferita. L’isola è perfetta per i miei scopi... è ricoperta da
una fitta giungla attraversata da sentieri e interrotta da colline e paludi...»
«Ma di che animale si tratta, generale Zaroff?»
«Oh», rispose l’interpellato «l’unico animale capace di assicurarmi la caccia più
eccitante del mondo. Ora vado a caccia ogni giorno e non ho più ragione di
annoiarmi, perché finalmente dispongo di una preda in grado di reggere il confronto
con la mia abilità e intelligenza.»
Dal volto di Rainsford traspariva tutto il suo smarrimento.
«Volevo l’animale ideale da cacciare» spiegò ancora il generale. «E così mi chiesi:
“Quali sono gli attributi che deve possedere una preda ideale?”. E la risposta a cui
giunsi fu questa: “Deve essere dotata di coraggio, di astuzia e, soprattutto, deve saper
ragionare”.»
«Ma nessun animale può ragionare» obiettò Rainsford.
«Mio caro amico», rispose il generale «esiste un animale che è in grado di farlo.»
«Non vorrete dire...» boccheggiò Rainsford.
«E perché no?
«Non posso credere che diciate sul serio, generale Zaroff. Si tratta di uno scherzo
di pessimo gusto.»
«E perché mai non dovrei parlare seriamente? L’ho già detto, quando parlo di
caccia sono sempre serio.»
«Di caccia? Buon Dio, generale Zaroff, ciò a cui vi riferite è un assassinio.»
Il generale scoppiò in una risata; poi, guardando Rainsford dritto negli occhi con
fare ancora divertito, continuò: «Mi rifiuto di credere che un uomo così moderno
possa nutrire ancora preconcetti talmente romantici sul valore della vita umana.
Certamente anche le vostre esperienze di guerra...».
«Non mi hanno affatto insegnato a giustificare l’assassinio a sangue freddo» volle
concludere Rainsford con tono duro e deciso.
Di nuovo il generale si mise a ridere. «Siete veramente buffo!» disse poi.
«Nessuno si aspetterebbe ancora di poter incontrare, specialmente in America, un
giovane dall’animo tanto semplice e ingenuo, direi quasi dalla mentalità vittoriana. È
un po’ come scoprire una tabacchiera sul sedile di una berlina. Sono pronto a