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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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Rainsford espresse tutta la sua sorpresa a tale affermazione. «Ci sono animali<br />

feroci di grossa taglia su quest’isola?»<br />

«Oh, naturalmente non sono originari del luogo, li ho fatti portare qui io.»<br />

«E cosa avete importato, generale?» chiese Rainsford. «Delle tigri?»<br />

<strong>Il</strong> generale sorrise. «No» rispose. «La caccia alla tigre non mi interessa più già da<br />

qualche anno. Ormai non mi dava più alcuna emozione, nessun brivido: non<br />

costituiva per me alcun serio pericolo. E io vivo per il pericolo, signor Rainsford.<br />

Ora, invece, voi e io potremo finalmente impegnarci in una caccia veramente<br />

eccitante. Sono molto felice di avervi con me.»<br />

«Ma quale animale...» cominciò Rainsford.<br />

«Ve lo dirò poi» lo interruppe il generale. «Sono sicuro che ne sarete felice. Posso<br />

affermare, senza falsa modestia, di aver trovato veramente qualcosa di nuovo, di<br />

originale. Ho inventato una nuova sensazione.»<br />

E concluse: «Dio vuole che alcuni uomini siano poeti e altri siano re o anche<br />

mendicanti. Lui ha voluto che fossi un cacciatore. Mio padre era solito dire che la mia<br />

mano sembrava fatta apposta per il grilletto. Avevo soltanto cinque anni quando mi<br />

volle regalare il mio primo fucile, fabbricato apposta per me a Mosca, con cui sparare<br />

ai passeri. Uccisi il mio primo orso a soli dieci anni, e tutta la mia vita non è stata<br />

altro che un’ininterrotta battuta di caccia. Mi arruolai nell’esercito, e per un certo<br />

tempo comandai una divisione di cavalleria cosacca, ma la mia più vera e autentica<br />

passione rimase sempre e soltanto la caccia. Ho cacciato ogni genere di prede in ogni<br />

regione della terra. Mi riuscirebbe impossibile dirvi quanti animali sono caduti sotto i<br />

miei colpi.<br />

«Dopo che in Russia si fu scatenata la rivoluzione, dovetti lasciare la mia terra: era<br />

imprudente restarvi per un ufficiale dello Zar. Fortunatamente avevo investito i miei<br />

beni in titoli americani, e così non sarò mai costretto a dover aprire una sala da tè a<br />

Montecarlo o a guidare un taxi per le strade di Parigi. Naturalmente, continuai sempre<br />

a cacciare: grizzly nelle vostre Montagne Rocciose, coccodrilli nel Gange, rinoceronti<br />

in Africa orientale. Mi recai persino nelle foreste amazzoniche a caccia di giaguari,<br />

che mi avevano detto essere animali di straordinaria astuzia. Ma non è affatto vero».<br />

<strong>Il</strong> cosacco sospirò. «Non sono davvero così difficili da abbattere per un cacciatore dai<br />

nervi saldi armato di un fucile di elevata potenza. Ne sono rimasto amaramente<br />

deluso. E poi una notte, mentre me ne stavo disteso sotto la mia tenda in preda a una<br />

feroce emicrania, un terribile pensiero mi si affacciò alla mente. La caccia<br />

cominciava ormai ad annoiarmi! E tenete presente che cacciare rappresentava l’unico<br />

scopo della mia vita. Mi chiesi perché allora non mi affascinasse più cacciare. Voi<br />

siete molto più giovane di me, signor Rainsford, e non avete certo compiuto tante<br />

battute quante ne ho fatte io, eppure credo che possiate ugualmente indovinare la<br />

risposta».<br />

«E quale fu?»<br />

«Semplicemente questa: la caccia aveva cessato di essere per me quello che voi<br />

definite “una sfida sportiva”. Era diventata troppo facile. Riuscivo sempre a ottenere<br />

la mia preda. Proprio sempre. E non esiste noia più grande della perfezione.»<br />

<strong>Il</strong> generale si accese un’altra sigaretta. «Nessun animale aveva la benché minima<br />

possibilità di salvezza con me. E non si tratta di una gratuita vanteria, ma di una

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