AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)
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Mademoiselle Lupa, sempre piuttosto irascibile, e ora ancor di più poiché la sua<br />
attenzione era polarizzata da un succulento osso di gallina, dovette considerare la<br />
condotta del suo compagno di pranzo tutt’altro che decorosa e affondò prontamente<br />
le sue acute zanne nella mano oltraggiosa che aveva inferto il colpo. Monsieur Hippo<br />
ululò di rabbia e dolore come un elefante ferito e balzò in piedi di scatto, rovesciando<br />
il tavolo.<br />
Scoppiò il pandemonio. Le mani, i denti, i piedi di tutti quei mostri si rivoltarono<br />
tra loro. <strong>Al</strong> di sopra degli urli, gli schiamazzi, i ruggiti e i sibili del combattimento, si<br />
poteva udire la voce di papà Copo che strillava chiedendo la pace.<br />
«Ah, figlioli, figli miei! Non è questo il modo di comportarsi! Calmatevi, vi prego!<br />
Mademoiselle Lupa, ricordatevi che oltre che un lupo siete anche una signora!»<br />
Senza alcun dubbio monsieur Courbé avrebbe avuto la peggio in quell’indegna<br />
gazzarra se non fosse stato per St. Eustache che si era fermato a guardia del suo<br />
minuscolo padrone e che allontanava ogni assalitore che osasse avvicinarsi. Dal canto<br />
suo, invece, Griffo, lo sfortunato ragazzo giraffa, era il più indifeso di tutti e divenne<br />
così la vittima generale. La sua testa piccola e rotonda ondeggiava avanti e indietro<br />
sotto i colpi come un punching bag. Venne azzannato da mademoiselle Lupa, preso a<br />
pugni da monsieur Hippo, scalciato da monsieur Jejongle, graffiato da madame<br />
Samson e quasi strangolato dai due piccoli boa constrictor che gli si erano stretti<br />
attorno al collo come due nodi scorsoi. Senza dubbio sarebbe caduto vittima delle<br />
circostanze se non fosse stato per l’intervento di Simon Lafleur, della sposa e di una<br />
mezza dozzina di. suoi compagni acrobati, che papà Copo aveva implorato di<br />
ripristinare la pace. Sbellicandosi dalle risate, questi si fecero avanti, separando a<br />
forza i contendenti.<br />
Monsieur Jacques Courbé venne trovato con uno sguardo truce seduto sotto una<br />
piega della tovaglia. Stringeva in una mano una bottiglia di vino spezzata. <strong>Il</strong> nano era<br />
ubriaco fradicio e in preda a una rabbia crescente. Quando Simon Lafleur gli si<br />
avvicinò con una delle sue solite risate silenziose, monsieur Jacques Courbé lanciò la<br />
bottiglia all’indirizzo della sua testa.<br />
«Ah, la piccola vespa pungente!» gridò il cavallerizzo sollevando il nano per la<br />
cintura. «Ecco il tuo bel marito, Jeanne! Portatelo via prima che mi faccia qualche<br />
tiro mancino. Parbleu, quando beve diventa una belva assetata di sangue!»<br />
La sposa si avvicinò con il viso biondo arrossato dal vino e dalle risate. Ora che era<br />
al sicuro, sposata con un proprietario terriero, non doveva più prendersi la pena di<br />
nascondere i suoi veri sentimenti.<br />
«Oh, la, la!» disse ad alta voce, afferrando il nano che si dibatteva e mettendoselo<br />
a forza sulla spalla. «Che caratterino ha questa scimmietta! Bene, molto presto lo<br />
correggeremo a sculacciate!»<br />
«Mettimi giù!» strillò monsieur Courbé in una furia parossistica. «Ti pentirai di<br />
tutto questo, signora! Mettimi giù, ti dico!»<br />
Ma la sua robusta moglie scosse il capo. «No, no, piccolino» rise. «Non puoi<br />
sfuggire a tua moglie tanto facilmente! Come... vorresti scappare dalle mie braccia<br />
prima della luna di miele?»<br />
«Mettimi giù!» gridò di nuovo lui. «Non vedi che tutti stanno ridendo di me?»