AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)
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ne ritornano a casa ridono invariabilmente degli altri uomini! “Potrai baciarmi di<br />
nuovo quando sarai cresciuto” dicono ai loro innamorati.»<br />
«Bue obeso. Ecco una donna che non prova amore per te!» urlò mademoiselle<br />
Lupa guardando di traverso il gigante al di sopra del suo osso. «Quella tua enorme<br />
carcassa è solo un sacco di cibo in putrefazione. Sei sfuggito al macellaio, mio caro.<br />
Sciocco, le donne non vengono per vedere te! Potrebbero benissimo guardare il<br />
bestiame che viene condotto lungo la strada. Ah no; arrivano da vicino e lontano per<br />
vedere qualcuno del loro stesso sesso che non sia una gattina!»<br />
«Proprio così» strillò papà Copo in tono conciliatore, sorridendo e fregandosi le<br />
mani. «Non una gattina, mademoiselle, ma un lupo. Ah, avete un ottimo senso<br />
dell’umorismo! Che divertimento!»<br />
«Certo che ho senso dell’umorismo» confermò mademoiselle Lupa, tornando al<br />
proprio osso. «E anche denti aguzzi. Che le mani morte non si azzardino ad<br />
avvicinarsi troppo!»<br />
«Voi due, monsieur Hippo e mademoiselle Lupa, siete entrambi in errore» disse<br />
una voce che parve provenire dal tetto. «Sicuramente è solo me, e nessun altro, che la<br />
gente viene a guardare!»<br />
Tutti alzarono gli occhi verso il viso arrogante di Griffo, il ragazzo giraffa; che<br />
dondolava lentamente da una parte all’altra sul suo lungo collo a forma di cannello da<br />
pipa. Era stato lui a parlare, sebbene i suoi occhi fossero ancora chiusi.<br />
«Che colossale impudenza!» strillò con il suo fare da matrona madame Samson.<br />
«Come se i miei piccoli cari non avessero nulla da dire sull’argomento!» Tirò su i due<br />
boa constrictor che giacevano addormentati in un groviglio sul suo grembo e li roteò<br />
come fruste verso gli ospiti del ricevimento di nozze. «Papà Copo sa anche troppo<br />
bene che è per merito di questi due amori, Marcantonio e Cleopatra, che il nostro<br />
spettacolo è tanto seguito!»<br />
<strong>Il</strong> proprietario del circo, così direttamente chiamato in causa, aggrottò la fronte<br />
perplesso. Si sentiva in imbarazzo. Non era facile avere a che fare con quei suoi<br />
fenomeni da baraccone. Perché era stato tanto sciocco da accettare di andare alla festa<br />
di nozze di monsieur Courbé? Qualsiasi cosa avesse detto sarebbe stata usata contro<br />
di lui.<br />
Mentre papà Copo esitava, con il viso tondo e rosso contorto in un sorriso<br />
accattivante, la scintilla così a lungo evitata si accese all’improvviso nel bel mezzo<br />
della polvere. Accadde tutto per colpa dell’incauto monsieur Jejongle, che si era<br />
interessato alla conversazione e desiderava aggiungere la sua. Giocherellando<br />
distrattamente con due pesanti piatti e un cucchiaio, disse nel suo tono petulante:<br />
«Voi tutti sembrate dimenticarvi di me!».<br />
Le parole non gli erano ancora uscite del tutto dalla bocca che uno dei due pesanti<br />
piatti si infranse con fragore piombando sul cranio ottuso di monsieur Hippo e<br />
richiamando immediatamente alla realtà monsieur Jejongle. In effetti questi fu più<br />
che richiamato alla realtà, perché il gigante, già irritato fino al punto di ebollizione<br />
dagli insulti di mademoiselle Lupa, reagì a questo nuovo affronto allungandosi di<br />
fianco a lei con furia selvaggia e mandando con un pugno il giocoliere a testa in giù<br />
sotto la tavola.