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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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«Possa portarselo la peste nera, Simon!» gridò il nano con occhi che parevano<br />

guizzare di scintille blu. «Non sto recitando. È assolutamente vero che vi amo,<br />

mademoiselle, e vorrei che diventaste la mia signora. Ora che possiedo una fortuna,<br />

ora che...» S’interruppe all’improvviso, con il volto simile a una mela appassita. «Che<br />

significa questo?» disse col tono basso e ronzante di una vespa che stesse per<br />

pungere. «Ridete del mio amore? Vi avverto, mademoiselle... non ridete di Jacques<br />

Courbé!»<br />

<strong>Il</strong> viso ampio e florido di mademoiselle Jeanne Marie era diventato paonazzo per<br />

l’ilarità trattenuta. Le sue labbra si piegarono agli angoli. Era tutto ciò che poteva fare<br />

per evitare di scoppiare in una risata fragorosa.<br />

Diamine, quel ridicolo nanerottolo era serio nella sua dichiarazione d’amore!<br />

Quell’edizione tascabile di un cortigiano stava proponendo un matrimonio a lei! Lui,<br />

una scheggia d’uomo, voleva fare di lei sua moglie! Ma via, avrebbe potuto<br />

portarselo in giro su una spalla come una scimmietta ammaestrata!<br />

Che barzelletta era quella... che fantastica barzelletta, da far scoppiare un corsetto<br />

dal ridere! Non Vedeva l’ora di raccontarlo a Simon Lafleur! Se lo immaginava già<br />

gettare all’indietro la testa luccicante, spalancare al massimo la bocca e sbellicarsi in<br />

un riso silenzioso. Ma lei non doveva ridere... non ora. Prima doveva ascoltare tutto<br />

ciò che il nano aveva da dirle, cavare tutto il dolce da quello zuccherino umoristico<br />

prima di sbriciolarlo sotto il tacco del ridicolo.<br />

«Non sto ridendo» riuscì a dire. «Mi avete colto di sorpresa. Non pensavo, non<br />

avrei mai neppure immaginato che...»<br />

«Meglio così, mademoiselle» l’interruppe il nano. «Non sopporto che si rida di me.<br />

In pista mi pagano per far ridere, ma altri pagano per ridere di me. Faccio sempre<br />

pagare la gente per ridere di me!»<br />

«Ma, ho capito bene, monsieur Courbé? Mi state proponendo un matrimonio<br />

onorevole?»<br />

<strong>Il</strong> nano si portò la mano al cuore e fece un inchino. «Sì, mademoiselle, un<br />

matrimonio onorevole e mezzi a sufficienza per tener lontana la miseria. Una<br />

settimana fa mio zio è morto lasciandomi una grossa proprietà terriera. Avremo un<br />

domestico per eseguire le nostre volontà, un cavallo e una carrozza, cibo e vini delle<br />

migliori qualità, e tempo a disposizione per divertirci. E voi? Diamine, sarete una<br />

dama raffinata! Vestirò il vostro meraviglioso corpo di sete e pizzi! Sarete felice,<br />

mademoiselle, come un albero di ciliegie nel mese di giugno!»<br />

<strong>Il</strong> sangue scarlatto si ritirò dalle gote tonde di mademoiselle Jeanne Marie, gli<br />

angoli delle sue labbra si rilassarono, gli occhi le si strinsero leggermente. Erano anni<br />

che si esibiva cavalcando a bisdosso sulla pista di un circo e ne era stanca. La vita<br />

sotto la tenda aveva perduto ormai il suo fascino. Amava il focoso Lafleur, ma sapeva<br />

fin troppo bene che quel Romeo in calzamaglia non avrebbe mai sposato una ragazza<br />

priva di dote.<br />

Le parole del nano si erano come intessute su un ricco arazzo nella mente di lei. Si<br />

vide come una superba signora, a capo di una proprietà terriera, dare il benvenuto a<br />

Simon Lafleur e accoglierlo con tutti gli agi che erano tanto graditi al cuore di lui.<br />

Simon sarebbe stato ben felice di sposarla, ricavandone una ricca tenuta. Quei pigmei<br />

erano cagionevoli di salute. Morivano giovani! Non avrebbe fatto nulla per affrettare

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