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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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La sua voce si fece molto bassa, ed era così seducente che Margaret si sentì<br />

turbinare il cervello. <strong>Il</strong> suono delle sue parole era soffocante, come un profumò<br />

troppo dolce.<br />

«Vi posso assicurare che per quest’arte nulla è impossibile. Può comandare gli<br />

elementi, conosce il linguaggio delle stelle e dirige i pianeti nel loro corso. A un suo<br />

ordine la luna cade insanguinata dal cielo. I morti si levano e plasmano in minacciose<br />

parole il vento notturno che geme attraverso i loro teschi. Paradiso e Inferno<br />

appartengono al suo dominio, come pure tutte le forme splendide e orribili, nonché<br />

l’amore e l’odio. <strong>Con</strong> la bacchetta di Circe può mutare uomini in animali, e a questi<br />

può donare una mostruosa umanità. La vita e la morte sono nella mano destra e nella<br />

sinistra di colui che conosce i suoi segreti. Essa elargisce ricchezza con la<br />

trasmutazione dei metalli e immortalità con la sua quintessenza.»<br />

Margaret non riusciva a udire ciò che lui diceva. Una ondata di torpore l’aveva via<br />

via pervasa sotto il suo sguardo pericoloso, e ora non aveva neppure più la forza di<br />

desiderare la propria liberazione. Sembrava già legata a lui da catene nascoste.<br />

«Se avete dei poteri, mostrateli» sussurrò, quasi inconsapevole di quelle parole.<br />

Improvvisamente egli allentò l’enorme tensione con cui la tratteneva. Come un<br />

uomo che avesse esercitato tutta la sua potenza per il raggiungimento di uno scopo e<br />

fosse riuscito vittorioso, egli rilassò i muscoli con un fievole sospiro di profonda<br />

stanchezza. Margaret tacque, ma sapeva che qualcosa di orribile stava per accadere. <strong>Il</strong><br />

cuore le batteva come un uccello imprigionato, con un frenetico e impotente frullare<br />

d’ali, ma ormai sembrava troppo tardi per tirarsi indietro. Grazie a chissà quale<br />

mistico influsso, le sue parole avevano dato inizio a qualcosa che non poteva più<br />

essere annullato.<br />

Sulla stufa c’era un piccolo vaso di ottone lucidato che conteneva l’acqua<br />

necessaria a conservare la giusta umidità dell’aria. Oliver Haddo mise una mano in<br />

tasca e tirò fuori una scatoletta d’argento. Le diede un colpetto, sorridendo, così come<br />

si fa con una tabacchiera, e l’aprì. Prese una quantità infinitesimale della polvere<br />

azzurra contenuta nella scatoletta e la gettò sull’acqua nel vaso di ottone.<br />

Immediatamente si levò una fiammata vivida e Margaret lanciò un grido di paura.<br />

Oliver si voltò verso di lei con un guizzo e le fece cenno di restare immobile.<br />

Margaret vide che l’acqua aveva preso fuoco. Bruciava con una fiamma brillante e<br />

calda, come se si fosse trattato di comune gas, e mandava anche lo stesso ruggito<br />

secco e cavernoso. Di colpo si spense. Lei si sporse in avanti e vide che il vaso era<br />

vuoto.<br />

L’acqua era stata interamente consumata, quasi si fosse trattato di paglia, e non una<br />

sola goccia era rimasta. Senza capire, si passò una mano sulla fronte.<br />

“Ma l’acqua non può bruciare” mormorò tra sé. Haddo sembrò indovinare i suoi<br />

pensieri, poiché sorrise in modo strano.<br />

«Sapete che non si potrebbe inventare nulla di più distruttivo di questa polvere<br />

azzurra, e che io ne ho a sufficienza per bruciare tutta l’acqua di Parigi? Chi avrebbe<br />

mai immaginato che l’acqua potesse bruciare come fieno?»<br />

Fece una pausa, quasi dimenticando la sua presenza. Osservò con occhi pensierosi<br />

la scatoletta d’argento.

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