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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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tremula emozione di un essere umano. Era davvero strano e quasi terrificante. Quella<br />

musica era a Margaret vagamente familiare, ma sotto le sue dita ora sembrava<br />

acquistare un sapore esotico che si armonizzava con tutto ciò che le aveva detto quel<br />

pomeriggio. La memoria di quell’uomo era veramente sorprendente. Possedeva un<br />

tatto infinito nell’individuare l’emozione che occupava il cuore di Margaret, e ciò che<br />

egli sceglieva era esattamente ciò che in quell’istante lei esigeva. Poi iniziò a suonare<br />

pezzi che lei non conosceva. Era un tipo di musica che Margaret non aveva mai<br />

ascoltato, barbarica e colma di una lamentosa stranezza che la spinse a immaginare<br />

notti bagnate di luna in luoghi deserti, con palme silenziose nell’aria immobile e<br />

bronzee lontananze. Le sembrò di riconoscere strade strette e tortuose, case bianche<br />

di silenzio con strane ombre lunari e rischiarate all’interno da gialli bagliori, nonché<br />

il tintinnio di strumenti selvaggi e l’aroma acre dei profumi orientali. Era come se<br />

nella sua mente si stesse muovendo una processione di persone che non erano umane<br />

e che tuttavia possedevano un’esistenza misteriosa, come quella dei vampiri. Monna<br />

Lisa e San Giovanni Battista, Bacco e la madre di Maria, sfilarono con movimenti<br />

enigmatici. Ma la figlia di Erodiade sollevò le mani come se volesse, intenta in eterno<br />

in qualche mistico rito, invocare divinità straniere. <strong>Il</strong> suo viso era pallidissimo e gli<br />

occhi scuri insonni, i gioielli alla sua cintura lampeggiavano di fiamme cupe e le sue<br />

vesti avevano colori da tanto tempo perduti. <strong>Il</strong> sorriso, nel quale erano tutti i dolori<br />

del mondo e ogni sua malvagità, contemplava il capo esangue del Santo, e con voce<br />

gelida del gelo della morte essa mormorò le parole del poeta:<br />

«Io amo il tuo corpo, Iokanaan! <strong>Il</strong> tuo corpo è bianco come i gigli di un prato che il<br />

falciatore non ha mai falciato. <strong>Il</strong> tuo corpo è bianco come le nevi che riposano sulle<br />

montagne di Giudea e scendono nelle vallate. Le rose nel giardino della regina<br />

d’Arabia non sono bianche come il tuo corpo. Né le rose nel giardino della regina<br />

d’Arabia, né il giardino di essenze della regina d’Arabia, né i piedi dell’alba quando<br />

sfiorano le foglie, né il seno della luna quando lei riposa sul seno del mare... Non c’è<br />

nulla al mondo che sia bianco come il tuo corpo. Lascia che tocchi il tuo corpo.»<br />

Oliver Haddo smise di suonare. Nessuno di loro si mosse. Infine Margaret cercò<br />

con uno sforzo di riprendere il controllo di sé.<br />

«Dovrò cominciare a pensare che siete davvero un mago» disse con fare scherzoso.<br />

«Potrei mostrarvi cose molto strane se vi importasse vederle» rispose lui, alzando<br />

di nuovo gli occhi e fissandoli in quelli di Margaret.<br />

«Non penso che riuscirete mai a farmi credere alla filosofia occulta» rise lei.<br />

«Eppure essa ha regnato in Persia con i Magi, ha donato all’India meravigliose<br />

tradizioni, ha civilizzato la Grecia al suono della lira di Orfeo.»<br />

Si fermò dinanzi a Margaret, torreggiante con la sua mole enorme, e nel suo<br />

sguardo c’era un fascino singolare. Sembrava parlare soltanto per nasconderle che<br />

stava esercitando ogni potere in suo possesso.<br />

«Ha celato i primi principi della scienza nei calcoli di Pitagora. Ha fondato imperi<br />

grazie ai suoi oracoli, e alla sua voce i tiranni impallidivano sui loro troni. Ha<br />

governato la mente di alcuni con la curiosità, ha dominato quella di altri con la<br />

paura.»

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