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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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e che rappresenta un prete sull’altare; l’altare riluce di decorazioni dorate e di ricchi<br />

intagli, e il prete veste un piviale magnifico e una cotta adorna di delicati merletti, ma<br />

sembra che li indossi come se il loro peso sia superiore alle sue forze. E nelle ossute<br />

mani tremanti, nel volto bianco, cinereo, nelle oscure cavità degli occhi, appare una<br />

corruzione fisica terrificante. Egli sembra trattenere insieme a fatica i legami della<br />

carne, ma senza che l’anima tradisca il minimo anelito a sgusciare dalla sua prigione,<br />

solo per pura disperazione; si direbbe che il Signore Onnipotente lo abbia<br />

abbandonato e che l’alto dei cieli si sia svuotato di ogni conforto. Ogni bellezza della<br />

vita appare dimenticata e nel mondo non sembra esserci altro che decomposizione.<br />

Un’oscena putrefazione ha già intaccato l’uomo che ancora vive; i vermi della tomba,<br />

il miserando orrore della mortalità e il buio che gli sta davanti offrono solamente<br />

paura. Sul fondo, si possono scorgere una notte fonda e un mare in tempesta, l’oscura<br />

notte dell’anima di cui scrivono i mistici e il turbinoso mare della vita dove non esiste<br />

rifugio per gli stanchi e i deboli di cuore.<br />

Poi, come se seguisse un piano ben definito, analizzò con intensità penetrante e<br />

quasi veemente il curioso talento di quel loro contemporaneo francese, Gustave<br />

Moreau. Margaret aveva visitato di recente il Luxembourg e i suoi dipinti erano<br />

ancora freschi nella sua memoria. Vi aveva trovato ben poco, tranne una sistemazione<br />

decorativa rovinata da un cattivo disegno; ma Oliver Haddo seppe subito arricchirli di<br />

una nuova dimensione esoterica. Quegli effetti da gioiello fiorentino, i colori<br />

raggrumati come smeraldi e rubini, come zaffiri più profondi degli oceani,<br />

l’atmosfera delle stanze profumate, le mistiche persone che sembrano sempre<br />

impegnate in riti segreti, religiosi, si combinarono nelle sue abili frasi fino a creare<br />

sull’animo della ragazza una trama di morbosa e arcana complessità. Quelle figure<br />

erano piene di uno strano senso del peccato, e la mente che le contemplava era<br />

appesantita dalla decadenza di Roma e dal vizio passionale del Rinascimento; essa<br />

era inoltre torturata da tutte le introspezioni dell’età moderna.<br />

Margaret lo ascoltava, quasi senza fiato e con l’eccitazione di un esploratore<br />

davanti al quale si stende un intero continente ignoto. I pittori che lei conosceva<br />

parlavano della loro arte in modo quasi tecnico, e questi giudizi fantasiosi le erano<br />

completamente nuovi. Si sentiva orribilmente affascinata dalla personalità che<br />

trasudava da quelle frasi elaborate. Gli occhi di Haddo erano fissi nei suoi e lei<br />

rispondeva alle sue parole come un delicato strumento costruito per registrare i battiti<br />

del cuore. Avvertiva un languore straordinario. Infine Haddo smise di parlare.<br />

Margaret non si mosse e non disse nulla. Forse si trovava addirittura sotto l’effetto di<br />

un incantesimo, poiché le sembrava di non avere più forza nelle membra.<br />

«Voglio fare qualcosa per ringraziarvi di quanto avete fatto per me» disse lui.<br />

Si alzò e andò al pianoforte.<br />

«Sedete su questa poltrona» disse.<br />

Lei non si sognò neppure di disobbedirgli. Haddo cominciò a suonare. Margaret fu<br />

appena sorpresa dal fatto che egli suonava in modo meraviglioso. Eppure era quasi<br />

incredibile che quelle mani grasse e gonfie possedessero un tocco tanto delicato. Le<br />

sue dita accarezzavano i tasti con una dolcezza inimmaginabile, ed egli sapeva trarre<br />

dal pianoforte effetti che Margaret non avrebbe mai ritenuto possibili. Sembrava<br />

arricchire le note di una passione ambigua e dolorosa, donando allo strumento la

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