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Quaderni della salute e della sicurezza - ASL Varese

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<strong>Quaderni</strong> <strong>della</strong> <strong>salute</strong> e <strong>della</strong> <strong>sicurezza</strong><br />

Azienda Sanitaria Locale <strong>della</strong> Provincia di <strong>Varese</strong><br />

Direzione Sanitaria<br />

Dipartimento di Prevenzione Medico<br />

Dipartimento di Prevenzione Veterinario<br />

N. 4 Carne e verdura<br />

1


Il presente numero è stato redatto a cura di:<br />

Maria Rita Cremona - Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione<br />

Antonio Ansaldo - Servizio Igiene Alimenti Origine Animale<br />

Hanno collaborato:<br />

Osvaldo Sapini - Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione<br />

Maria Luisa Bignamini - U.O. Laboratorio Medico<br />

Germana Rabolini - Servizio Igiene Alimenti Origine Animale<br />

Responsabili scientifici:<br />

Vincenzo Renna - Dipartimento Prevenzione Medico<br />

Mauro Maccapani - Dipartimento Prevenzione Veterinario<br />

Coordinamento editoriale:<br />

Alessandra Mammano - U.O. Comunicazione e Marketing<br />

Mariangela Roncoroni - U.O. Comunicazione e Marketing<br />

2


INTRODUZIONE<br />

La “Sicurezza alimentare” al giorno d’oggi riveste<br />

nell’opinione pubblica una particolare importanza e<br />

di conseguenza le Autorità preposte al controllo<br />

hanno l’obbligo di garantire, tra i vari compiti che la<br />

normativa europea ha loro assegnato, la corretta<br />

informazione del consumatore sui rischi potenziali<br />

legati in generale al consumo di alimenti ed in<br />

particolare a determinate abitudini alimentari.<br />

D’altra parte la propensione dei consumatori ad<br />

accettare qualsiasi rischio è molto bassa e l’attesa è<br />

di avere a disposizione alimenti comunque sicuri. È<br />

comunque indispensabile ricordare che, nonostante<br />

i progressi <strong>della</strong> tecnologia alimentare e delle<br />

tecniche di lavorazione, conservazione e trasporto degli alimenti da parte<br />

degli operatori del settore e l’omogeneizzazione e la razionalizzazione dei<br />

controlli ufficiali, il “rischio zero” non esiste.<br />

La <strong>sicurezza</strong> e la qualità degli alimenti dipendono dagli sforzi di tutti gli attori<br />

coinvolti nelle varie fasi <strong>della</strong> catena alimentare che a livello di produzione<br />

primaria pare terminare sulla tavola del consumatore o come detto comunemente<br />

“from the farm to the fork” e cioè dalla fattoria alla forchetta.<br />

Alla luce di quanto sopra descritto e considerato l’esito favorevole che il<br />

precedente “Quaderno <strong>della</strong> <strong>salute</strong> e <strong>della</strong> <strong>sicurezza</strong>” in tema di consumo di<br />

pesce crudo e latte crudo ha avuto da parte dei consumatori e delle associazioni<br />

di categoria, questa <strong>ASL</strong> vuole proseguire nella campagna di informazione<br />

iniziata trattando le problematiche connesse al consumo di altri alimenti<br />

quali carni crude e verdure crude.<br />

Il Direttore Sanitario Il Direttore Generale<br />

Dr E.G. Marmondi Dr P. Zeli<br />

3


PREMESSA<br />

Gli alimenti, oltre a svolgere funzioni nutrizionali ed energetiche, possono<br />

rappresentare un rischio per la <strong>salute</strong>. I pericoli potenziali sono numerosi<br />

e notevolmente differenti. Possono essere legati alle caratteristiche<br />

intrinseche dell’alimento e alle tecnologie di produzione. Tuttavia<br />

è possibile effettuare una classificazione suddividendoli in tre gruppi<br />

principali:<br />

•pericoli biologici<br />

•pericoli chimici<br />

•pericoli fisici<br />

I pericoli biologici sono rappresentati da microrganismi patogeni o loro<br />

metaboliti (tossine), da muffe o loro metaboliti, da virus e da parassiti.<br />

I pericoli chimici sono connessi alla presenza di residui di detergenti o<br />

disinfettanti impiegati per l’igiene <strong>della</strong> produzione, di additivi, di contaminanti<br />

ambientali quali metalli pesanti, diserbanti ed insetticidi, di residui<br />

di farmaci e di cessione di polimeri o metalli derivanti da attrezzature<br />

e materiali di confezionamento.<br />

I pericoli fisici comprendono corpi estranei quali frammenti di legno,<br />

metallo o plastica, vetro e capelli.<br />

L’individuazione dei pericoli e il loro monitoraggio compete all’operatore<br />

del settore alimentare mentre l’Autorità di controllo ha il compito di verificare<br />

che i pericoli siano stati correttamente individuati e che siano<br />

messe in atto idonee azioni preventive.<br />

Il consumatore deve essere adeguatamente informato dal produttore<br />

attraverso una serie di indicazioni riportate in etichetta quali modalità<br />

di conservazione e di cottura e dall’Autorità di controllo attraverso materiale<br />

didattico – informativo in tema di prevenzione di malattie collegate<br />

al consumo di alimenti tal quali o manipolati.<br />

PARLIAMO DI CARNI CRUDE<br />

Pericoli derivanti dal consumo di carni crude<br />

Nel consumo di carni crude risultano rilevanti soprattutto<br />

i pericoli di origine biologica e quindi<br />

parleremo di:<br />

• Parassiti<br />

• Batteri<br />

Parassiti<br />

Le malattie più comuni causate da parassiti che possono essere presenti<br />

nelle carni sono le Cisticercosi del bovino e del suino, la Sarcosporidiosi,<br />

la Toxoplasmosi e la Trichinellosi che causano nell’uomo una sin-<br />

4


tomatologia che va da forme inapparenti a forme gravi.<br />

Cisticercosi<br />

Le Cisticercosi sono una patologia causata da forme larvali cistiche di cestodi<br />

del genere Tenia. E’ quindi una condizione patologica del bovino, del maiale e<br />

raramente dell’uomo causata dalla presenza<br />

di cisticerchi (Cysticercus cellulosae e Cysticercus<br />

bovis) nei loro muscoli o organi. Teniasi,<br />

invece, è il termine utilizzato per la<br />

patologia dell’uomo causata dai vermi adulti<br />

del genere Taenia.<br />

Ciclo del parassita<br />

L’infestazione nell’uomo avviene per l’ingestione<br />

di carni crude o poco cotte contenenti i cisticerchi. Giunto nell’intestino<br />

(duodeno), si fissa alla parete intestinale completando il suo sviluppo in verme<br />

adulto nello spazio di tre mesi circa. Il parassita può raggiungere una lunghezza<br />

da 5 a 15 metri per la Tenia saginata e da 2 a 3 metri per la Tenia solium.<br />

La Cisticercosi suina è praticamente scomparsa in Europa mentre la Cisticercosi<br />

bovina è da segnalare ancora in paesi quali Germania, Danimarca, Olanda, Polonia<br />

e, in misura minore, in Italia.<br />

Sintomi nell’uomo<br />

Le manifestazioni cliniche da verme adulto sono variabili e possono includere<br />

disturbi digestivi banali, dolori addominali vaghi, meteorismo, modifiche dell’appetito,<br />

perdita di peso e soprattutto nei bambini disturbi “nervosi” quali irritabilità,<br />

insonnia e malessere generale. Talvolta, l’infestazione è asintomatica.<br />

Azioni preventive<br />

Nei Paesi sviluppati, il controllo <strong>della</strong> Cisticercosi dipende dalle adeguate misure<br />

sanitarie e dall’ispezione obbligatoria delle carcasse bovine e suine in fase di<br />

macellazione da parte dei Veterinari Ufficiali.<br />

E’ inoltre importante evitare di usare i liquami contenenti<br />

materiale fecale umano per irrigare i terreni.<br />

Ovviamente, l’azione preventiva di maggiore efficacia è<br />

quella di cucinare con cura le carni (i cisticerchi muoiono a<br />

57 °C).<br />

Sarcosporidiosi<br />

La Sarcosporidiosi è una parassitosi provocata<br />

da protozoi del genere Sarcocystis che si localizzano sotto<br />

forma di cisti nel tessuto muscolare, scheletrico e cardiaco<br />

dell’ospite intermedio (bovino, suino, equino, ovino). Nell’ospite<br />

definitivo, compreso l’uomo, si stabilisce in forma transitoria a<br />

livello intestinale.<br />

5


Ciclo del parassita<br />

L’ospite intermedio si infesta ingerendo alimenti o acqua contaminati da oocisti.<br />

Dopo una prima localizzazione a livello intestinale, raggiungono il tessuto muscolare<br />

formando delle cisti.<br />

La Sarcosporidiosi è piuttosto frequente nei bovini e negli altri animali da macello<br />

senza manifestare alcun sintomo. Talvolta, le cisti sono visibili ad occhio<br />

nudo da parte del Veterinario Ufficiale durante la macellazione.<br />

L’ospite definitivo si infesta consumando carni crude o poco cotte nelle quali sono<br />

presenti le cisti.<br />

L’infestazione ha una diffusione mondiale, ma è maggiormente presente nei Paesi<br />

del sud-est asiatico.<br />

Sintomi nell’uomo<br />

Nell’uomo la localizzazione intestinale determina una banale enterite con diarrea<br />

transitoria e vomito di breve durata. In molti casi, non si ha alcuna sintomatologia.<br />

Azioni preventive<br />

Poiché le lesioni nelle carni nella maggioranza dei casi non sono visibili ad occhio<br />

nudo, le norme ispettive nei riguardi di questa patologia appaiono insufficienti<br />

a garantire l’assenza di sarcosporidi.<br />

Comunque bisogna tener presente la scarsa importanza clinica di questa parassitosi<br />

nell’uomo e la difficoltà di realizzare test diagnostici semplici ed efficaci.<br />

Pertanto, la prima azione preventiva deve essere quella di limitare il consumo di<br />

carni crude o poco cotte.<br />

Toxoplasmosi<br />

La Toxoplasmosi è una parassitosi sostenuta dal protozoo “Toxoplasma gondii”<br />

che si localizza in vari organi e tessuti compresi i muscoli di numerose specie di<br />

animali tra cui quelli da macello. Nell’uomo può essere particolarmente grave se<br />

contratta in corso di gravidanza provocando aborto spontaneo o difetti congeniti<br />

soprattutto a livello del sistema nervoso centrale.<br />

Ciclo del parassita<br />

Il ciclo riproduttivo è piuttosto complicato e comprende<br />

un ciclo intestinale e un ciclo extraintestinale negli<br />

ospiti definitivi e cioè nei felini. Il gatto è l’animale più<br />

importante per la sua diffusione e vicinanza con l’uomo<br />

e si infetta tramite l’ingestione di ospiti intermedi<br />

infetti (topi). Negli ospiti intermedi, tra i quali l’uomo,<br />

tutti i mammiferi e i volatili, è presente solo il ciclo<br />

extraintestinale. Anche se il gatto è frequentemente infetto, la malattia si manifesta<br />

raramente in forma clinica.<br />

L’infestazione nei mammiferi come ospiti intermedi avviene per via alimentare<br />

attraverso l’ingestione di alimenti contaminati da feci di gatto. Nell’uomo si può<br />

avere una trasmissione oro-fecale direttamente dal gatto o dal consumo di carni<br />

6


crude o poco cotte nelle quali sono<br />

presenti cisti toxoplasmatiche<br />

(forma acquisita). L’ingestione accidentale<br />

può avvenire per contaminazione<br />

delle mani durante la pulizia<br />

<strong>della</strong> cassettina del gatto o anche<br />

attraverso l’ingestione di verdure<br />

crude contaminate da feci di gatto.<br />

L’infezione può essere anche congenita<br />

per il passaggio del protozoo<br />

attraverso la placenta durante la<br />

gravidanza dalla madre, esposta<br />

per la prima volta, al feto.<br />

La Toxoplasmosi è diffusa in tutto il<br />

mondo.<br />

Sintomi nell’uomo<br />

L’infezione decorre frequentemente in forma asintomatica oppure in modo acuto<br />

con ingrossamento dei linfonodi e febbre. Negli individui con deficit immunitari,<br />

si possono avere polmoniti, miocarditi, encefalite e interessamento muscolare<br />

generalizzato.<br />

Nella donna durante i primi mesi di gravidanza si può avere una infezione fetale<br />

con morte o danni al sistema nervoso centrale del feto nel 10% dei casi .<br />

Azioni preventive<br />

La prevenzione <strong>della</strong> Toxoplasmosi appare indispensabile soprattutto<br />

nelle donne gravide non ancora venute a contatto<br />

con il protozoo o nei pazienti con deficit immunitari.<br />

Si identifica con semplici norme igienico-sanitarie quali l’astensione<br />

dal consumo di carne cruda o poco cotta, l’attenta<br />

pulizia delle mani dopo aver manipolato carni crude, il lavaggio<br />

accurato di quegli alimenti come le verdure che possono<br />

essere stati contaminati da feci di gatto.<br />

E’ buona norma nutrire i gatti con mangimi, pulire i rifiuti dei<br />

gatti giornalmente lavandosi accuratamente le mani, indossare<br />

i guanti nell’attività di giardinaggio e prevenire l’ingresso<br />

dei gatti nelle sabbiere usate dai bambini per giocare.<br />

Trichinellosi<br />

La Trichinellosi è una malattia parassitaria sostenuta da nematodi appartenenti<br />

alla specie Trichinella che può colpire la maggior parte dei mammiferi tra cui<br />

suino, cavallo e cinghiale. Può colpire anche l’uomo tramite l’ingestione di carni<br />

crude o poco cotte contenenti le larve.<br />

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Ciclo del parassita<br />

Le forme adulte del parassita si localizzano nell’intestino<br />

dell’ospite e successivamente le larve prodotte<br />

passano per via linfatica ed ematica ai muscoli<br />

scheletrici. Le larve possono rimanere infestanti<br />

anche per anni. Il ciclo di sviluppo riprende<br />

quando le larve vengono ingerite da un altro ospite<br />

in generale come conseguenza di fenomeni di<br />

predazione o ingestione di carogne da parte di animali<br />

selvatici. Il coinvolgimento dell’uomo è da<br />

considerarsi al giorno d’oggi accidentale.<br />

Attualmente la Trichinellosi è rara in Italia. E’ da considerarsi scomparsa negli<br />

allevamenti intensivi dei suini rimanendo presente a livello di ciclo silvestre in<br />

animali selvatici quali il cinghiale e la volpe. Sono state registrate nel recente<br />

passato infestazioni umane dal consumo di carni equine crude o poco cotte di<br />

provenienza dai paesi dell’Est Europeo e dal Nord America.<br />

Sintomi nell’uomo<br />

La malattia si manifesta in forma variabile potendo essere asintomatica fino ad<br />

arrivare alla morte a seconda del numero di larve ingerite. I primi segni sono<br />

diarrea, debolezza e dolorabilità muscolare con gonfiore delle palpebre superiori<br />

con successive emorragie alla retina. Può comparire febbre periodica fino ad una<br />

temperatura di 40 °C nonché complicazioni neurologiche e respiratorie.<br />

Azioni preventive<br />

La prevenzione deve partire dagli allevamenti dei suini<br />

con divieto di utilizzo di scarti dell’alimentazione umana<br />

a meno che siano stati sottoposti a cottura.<br />

La normativa vigente prevede l’obbligo dell’esame trichinoscopico<br />

su tutte le carni macellate dei suini, degli<br />

equini e dei cinghiali prima che vengano commercializzate.<br />

La salagione, l’affumicamento e la stagionatura delle carni, se ben effettuate,<br />

causano la morte delle larve, così come la cottura e il congelamento a – 25 °C<br />

per 10 o 20 giorni a seconda dello spessore.<br />

E’ importante comunque una corretta informazione del consumatore per quanto<br />

riguarda i rischi connessi al consumo di carni crude o poco cotte.<br />

Batteri<br />

I batteri pericolosi per la <strong>salute</strong> umana che interessano le carni sono sostanzialmente<br />

comuni alle verdure crude e pertanto verranno trattati insieme a queste<br />

ultime.<br />

PARLIAMO ORA DI MALATTIE ALIMENTARI DA BATTERI COLLEGATE AL<br />

CONSUMO DI CARNI CRUDE E VERDURE CRUDE<br />

I pericoli di origine biologica legati al consumo di carni crude e verdure crude<br />

8


sono essenzialmente rappresentati da microrganismi quali Salmonella spp, Listeria<br />

spp, Campylobacter spp ed Escherichia coli verocitotossici.<br />

Salmonella spp<br />

Le Salmonelle sono batteri intestinali dell’uomo e<br />

degli animali anche se possono essere isolate dal<br />

sangue e dagli organi interni. Si trovano frequentemente<br />

nelle acque e nel terreno ove, però,<br />

non si moltiplicano in modo significativo. Rimangono<br />

ancora uno dei principali problemi <strong>della</strong><br />

<strong>sicurezza</strong> alimentare.<br />

Ne sono state individuate oltre 2500 varietà ma<br />

non tutte sono patogene per l’uomo.<br />

Sono diffuse in tutto il mondo e possono sopravvivere<br />

per settimane e addirittura per mesi ed<br />

anni nei liquami, nei fanghi di depurazione, nei<br />

mangimi e negli alimenti.<br />

Crescono bene a 37 °C, non si riproducono di<br />

norma negli alimenti a temperature di frigorifero,<br />

muoiono con il calore.<br />

Causano una tipica infezione alimentare dovuta<br />

all’ingestione di cibi contaminati soprattutto di origine<br />

animale come carne di pollo e suino. La<br />

contaminazione delle verdure è collegata alla concimazione<br />

o all’utilizzo di acque contaminate.<br />

Quando presenti non causano alterazioni del gusto,<br />

dell’odore e dell’aspetto dei cibi.<br />

Da segnalare che anche l’uomo, se infetto<br />

(malato o portatore asintomatico), può contaminare gli alimenti durante le fasi<br />

di manipolazione se non rispetta corrette norme igieniche.<br />

I sintomi che si possono avere nell’uomo, dopo un periodo di incubazione medio<br />

di 12 – 36 massimo 72 ore, sono diarrea, nausea, vomito, dolori addominali,<br />

cefalea, febbre e disidratazione. La sintomatologia è più grave nei soggetti molto<br />

giovani, negli anziani e nei soggetti debilitati.<br />

Le principali misure preventive consistono nella corretta manipolazione e lavorazione<br />

degli alimenti anche in ambito familiare, nella cottura dei cibi di origine<br />

animale ed in particolare pollame, maiale, prodotti derivati da uova e piatti a<br />

base di carne e nell’appropriato lavaggio delle verdure.<br />

Listeria spp<br />

Il genere Listeria conta sei specie. Fra queste la Listeria<br />

monocytogenes è senza dubbio quella più patogena sia<br />

per l’uomo sia per gli animali. Le Listerie sono ubiquitarie<br />

nell’ambiente come terreno agricolo, pulviscolo atmosferico<br />

e acque superficiali da cui inquinano con facilità gli<br />

ortaggi. Sono molto resistenti alle condizioni ambientali e<br />

immesse nel terreno insieme ai liquami possono sopravvivere<br />

per 50-60 giorni.<br />

Dall’ambiente esterno, dalle derrate animali e vegetali<br />

possono inquinare facilmente tutte le superfici di lavoro e gli utensili all’interno<br />

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delle industrie alimentari.<br />

Le carcasse degli animali (soprattutto pollo e tacchino) possono essere contaminate<br />

con il contenuto intestinale se le procedure di macellazione non sono eseguite<br />

correttamente.<br />

Cresce bene anche a basse temperature (+ 4 °C) come quella del frigorifero<br />

domestico mentre la pastorizzazione (+ 71 – 74 °C) la uccide. Non sopravvive<br />

negli alimenti acidi come il pomodoro: inoltre, i pomodori crudi e le carote sono<br />

in grado di limitare la moltiplicazione del germe perché contengono una sostanza<br />

che ne limita la crescita.<br />

Il tempo medio di incubazione è di tre settimane e i sintomi nell’uomo possono<br />

essere dolori addominali, diarrea, febbre alta, malessere generalizzato fino ad<br />

arrivare nei soggetti più sensibili come neonati, anziani e immunodepressi a<br />

forme di epatite, pancreatite e meningite. Nelle donne in gravidanza si può avere<br />

morte del feto con conseguente aborto.<br />

Le principali misure preventive sono lavare accuratamente i vegetali crudi prima<br />

del consumo, cuocere in maniera adeguata gli alimenti crudi di origine animale<br />

quali pollame, maiale e bovino, evitare nelle donne in gravidanza e nei soggetti<br />

più deboli il consumo di cibi pronti, pesce affumicato e formaggi molli ottenuti<br />

con latte non pastorizzato e lavare mani, coltelli e piani di lavoro dopo aver manipolato<br />

alimenti crudi.<br />

Campylobacter spp<br />

Si conoscono attualmente una ventina di specie del genere Campylobacter di<br />

cui oltre la metà danno patologie all’uomo e agli animali. Si trovano nell’intestino<br />

e anche nella cavità orale degli animali a sangue caldo per cui anche dell’uomo<br />

e degli animali da reddito. Questi batteri, attraverso le feci di animali infetti,<br />

possono raggiungere il terreno e le acque infettando così l’uomo<br />

sia tramite alimenti sia tramite acque contaminate. L’uomo si<br />

infetta ingerendo carne soprattutto di pollo poco cotta e verdure<br />

contaminate da acque infette.<br />

E’ diffuso in tutto il mondo e rappresenta un’importante causa di<br />

“diarrea del viaggiatore”.<br />

Dopo un periodo di incubazione da 2 a 5 giorni, i principali sintomi<br />

sono diarrea, dolore addominale, malessere, febbre, nausea<br />

e vomito. La malattia di solito si risolve entro 2-5 giorni.<br />

Nei Paesi industrializzati, colpisce soprattutto i bambini sotto i 5<br />

anni e gli adulti giovani.<br />

Le principali misure preventive sono l’adeguata cottura di tutte le carni animali<br />

con particolare riferimento al pollame e il lavaggio accurato delle verdure.<br />

Escherichia coli verocitotossici<br />

La denominazione oggi più utilizzata è STEC (Shiga Toxin – producing E. coli) di<br />

cui Escherichia coli O157 è il principale rappresentante.<br />

Escherichia coli è generalmente conosciuto come un normale commensale innocuo<br />

nell’intestino dell’uomo e degli animali. Solo in caso di indebolimento delle<br />

resistenze naturali o nei lattanti e negli anziani, ceppi virulenti possono provocare<br />

malattie. I più pericolosi sono i ceppi che elaborano delle tossine definite<br />

“verocitotossine”, come l’Escherichia coli O157: H7, in quanto sono in grado di<br />

portare a morte le cellule dell’intestino e del rene.<br />

10


Gli alimenti responsabili <strong>della</strong> trasmissione all’uomo<br />

sono carni crude o poco cotte di origine<br />

bovina (Hamburger disease come definita dagli<br />

autori anglosassoni) o dal consumo di vegetali<br />

contaminati (es. lattuga).<br />

Le infezioni da Escherichia coli verocitotossici<br />

sono molto frequenti negli Stati Uniti a causa<br />

delle abitudini alimentari diffuse in questo Paese.<br />

Questo microrganismo può causare nell’uomo<br />

adulto infezioni intestinali gravi e nel bambino la “Sindrome uremico emolitica”<br />

che si manifesta con anemia, diminuzione del numero delle piastrine e insufficienza<br />

renale che può richiedere dialisi.<br />

PARLIAMO INFINE DI MALATTIE ALIMENTARI DA BATTERI COLLEGATE<br />

AL CONSUMO DI VERDURE CRUDE<br />

I pericoli di origine biologica legati al consumo verdure crude sono essenzialmente<br />

rappresentati da microrganismi quali Yersinia spp e Shighella spp.<br />

Yersinia spp<br />

Al genere Yersinia appartengono diverse specie patogene per l’uomo tra cui<br />

Yersinia enterocolitica che è molto diffusa nell’ambiente<br />

come nel terreno agricolo concimato e nelle<br />

acque di scorrimento superficiale. Da qui il germe<br />

può arrivare ad inquinare alcune derrate alimentari<br />

come le verdure.<br />

Questo germe ha la caratteristica di sopravvivere<br />

anche alle temperature di frigorifero.<br />

Dopo un periodo di incubazione di 7 - 10 giorni, la<br />

malattia si manifesta con sintomi intestinali quali<br />

diarrea, enterocolite e dolori addominali così da simulare una appendicite specialmente<br />

nei bambini più grandi e negli adulti.<br />

Le principali misure preventive sono il lavaggio accurato delle verdure con acqua<br />

potabile.<br />

Shighella spp<br />

Il genere Shighella comprende quattro specie patogene solo per l’uomo. Fonte<br />

di infezione sono quindi sempre le persone malate o i portatori asintomatici che<br />

eliminano i germi con le feci. Anche se la malattia si<br />

trasmette spesso da uomo a uomo, è possibile la contaminazione<br />

delle verdure da acque infette.<br />

La malattia è presente in tutto il mondo e nella maggior<br />

parte dei casi si manifesta in bambini al di sotto<br />

dei 10 anni.<br />

Dopo un periodo di incubazione che mediamente va<br />

da 1 a 3 giorni, si manifesta in forma acuta con diarrea,<br />

febbre, nausea, vomito, dolori addominali. In alcuni casi, la diarrea è emorragica.<br />

11


Le principali misure preventive sono il lavaggio accurato delle verdure con acqua<br />

potabile.<br />

IL LAVAGGIO DELLE VERDURE<br />

Come per le carni è stata ribadita l’importanza del<br />

consumo di carni opportunamente cotte, per le<br />

verdure crude risulta indispensabile un accurato<br />

lavaggio.<br />

Vi consigliamo pertanto di:<br />

• lavare bene le mani con acqua calda e sapone<br />

prima di manipolare gli ortaggi<br />

• lavare con acqua calda le superfici di lavoro e<br />

le posate usate per tagliare i prodotti<br />

• togliere le parti danneggiate poiché sono punti dove si possono sviluppare i<br />

batteri<br />

• utilizzare acqua corrente tiepida (la temperatura consigliata può oscillare tra<br />

25 e 42 °C ad eccezione dei prodotti come le insalate, da lavare in acqua<br />

fredda) e potabile per il lavaggio. Si può utilizzare uno scolapasta lasciando<br />

scorrere l’acqua finché è pulita<br />

• spazzolare leggermente la superficie se resistente<br />

• utilizzare taglieri diversi per verdure e carni<br />

• utilizzare prodotti a base di cloro solo se necessario e seguendo le istruzioni<br />

riportate in etichetta<br />

• eliminare gli avanzi se sono stati a temperatura ambiente per oltre due ore<br />

soprattutto in estate<br />

CONCLUSIONE<br />

Considerato l’accoglimento favorevole del primo “Quaderno <strong>della</strong> <strong>salute</strong> e <strong>della</strong><br />

<strong>sicurezza</strong>” in tema di consumo di pesce e latte crudo, abbiamo realizzato questo<br />

secondo libretto divulgativo convinti che una informazione corretta del consumatore<br />

possa contribuire ad una prevenzione delle malattie trasmesse con gli<br />

alimenti.<br />

E’ ovvio che il consumatore ha comunque diritto di avere a disposizione degli<br />

alimenti sicuri: infatti, oggi viene utilizzato il termine “qualità totale” di un alimento<br />

intendendo il rispetto di qualità nutrizionali, tecnologiche, sensoriali ed<br />

igienico-sanitarie quali l’assenza di sostanze indesiderate di natura chimica, fisica<br />

o biologica.<br />

Nel contempo si sottolineano i benefici legati al consumo di verdure crude.<br />

Questo percorso che l’<strong>ASL</strong> ha iniziato, continuerà nel prossimo futuro trattando<br />

altre tematiche sempre collegate alla <strong>sicurezza</strong> alimentare.<br />

12


Bibliografia<br />

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J. Kramer in collaborazione con C. Cantoni “Alimenti – Microbiologia e Igiene” OEMF S.p.A. Milano 1990<br />

G. Tiecco “Igiene e tecnologia alimentare” Gruppo Calderini edagricole 2001<br />

G.M. Urquhart, J. Armour, J.L. Duncan, A.M. Dunn, F.W. Jennings “Parassitologia veterinaria” Edizione italiana<br />

a cura di C. Genchi Utet Scienze Mediche 2005<br />

M. Astuti, F. Castoldi “Guida pratica pacchetto igiene – Le nuove norme comunitarie” I libri di Sole 24 ore<br />

Agricole 2006<br />

D.L. Heymann “Manuale per il controllo delle malattie trasmissibili” DEA Editrice 2004<br />

E. Scanziani, S. Stella, G. Ghisleni “Manuale di ispezione e controllo delle carni” Casa Editrice Ambrosiana<br />

Ottobre 2008<br />

E. Braunwald, A. S. Fauci, D. L. Kasper, S. L. Hauser, D. L. Longo, J. L. Jameson “Harrison Principi di medicina<br />

interna – Il manuale” Edizione italiana a cura di P. Riboldi. M. Vanoli Quindicesima Edizione McGraw –<br />

Hill Settembre 2002<br />

M. Moroni, R. Esposito, F. de Lalla “Manuale di malattie infettive” III Edizione Masson 1990<br />

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Related to Time/Temperature Control of Foods for Safety. Sito web http://www.fda.gov/Food/<br />

ScienceResearch/ResearchAreas/SafePracticesforFoodProcesses/ucm094147.htm consultato il 25/08/2010<br />

EUFIC La <strong>sicurezza</strong> alimentare … Il sistema di <strong>sicurezza</strong> alimentare europeo: una responsabilità condivisa –<br />

Sito web http://www.eufic.org/article/it/page/BARCHIVE/expid/basics-<strong>sicurezza</strong>-alimentare - consultato il<br />

01/06/2010<br />

Lavaggio <strong>della</strong> verdura - Sito web http://www.<strong>sicurezza</strong>deglialimenti.it/lavaggioverdura.htm - consultato il<br />

13/07/2010<br />

US FDA Bad Bug Book: Introduction Foodborne Pathogenic Microorganisms and Natural Toxins Handbook<br />

The "Bad Bug Book". Sito web http://www.fda.gov/Food/FoodSafety/FoodborneIllness/<br />

FoodborneIllnessFoodbornePathogensNaturalToxins/BadBugBook/default.htm consultato il 25/08/2010<br />

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Per maggiori informazioni o suggerimenti:<br />

Azienda Sanitaria Locale <strong>della</strong> Provincia di <strong>Varese</strong><br />

Dipartimento di Prevenzione Medico<br />

Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione<br />

Via Ottorino Rossi 9 21100 <strong>Varese</strong><br />

tel 0332 277240<br />

Dipartimento di Prevenzione Veterinario<br />

Servizio Igiene Alimenti Origine Animale<br />

Via Ottorino Rossi 9 21100 <strong>Varese</strong><br />

tel 0332 277320<br />

www.asl.varese.it<br />

Home page alla Voce “<strong>sicurezza</strong> alimentare”<br />

E’ in fase di predisposizione la traduzione in altre lingue<br />

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