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La Gallura una Regione Diversa in Sardegna - Servizi On Line

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PREMESSA<br />

Con l’entrata <strong>in</strong> vigore della Legge n. 378 del 24 dicembre 2003, con il dichiarato<br />

scopo di “…salvaguardare e valorizzare le tipologie di architettura rurale…realizzate<br />

tra il XIII e il XIX secolo e che costituiscono testimonianza<br />

dell’architettura rurale tradizionale…” <strong>in</strong> Italia si è dato l’avvio<br />

all’<strong>in</strong>dividuazione di <strong>in</strong>sediamenti rurali di <strong>in</strong>teresse ambientale e sociale<br />

“…per avviare un piano di recupero e valorizzazione delle loro caratteristiche<br />

costruttive storiche, architettoniche e ambientali attraverso la predisposizione<br />

di appositi programmi redatti sulla base dei seguenti pr<strong>in</strong>cipi direttivi:<br />

- …def<strong>in</strong>izione degli <strong>in</strong>terventi necessari per la conservazione degli elementi<br />

tradizionali e delle caratteristiche storiche-architettoniche e ambientali degli<br />

<strong>in</strong>sediamenti agricoli e dei fabbricati rurali tradizionali, al f<strong>in</strong>e di assicurarne il<br />

risanamento conservativo ed il recupero funzionale.<br />

- …previsione degli <strong>in</strong>centivi volti alla conservazione dell’orig<strong>in</strong>aria dest<strong>in</strong>azione<br />

d’uso degli <strong>in</strong>sediamenti e degli edifici e fabbricati rurali…volti alla tutela<br />

dei tipi e metodi di coltivazione tradizionale e all’<strong>in</strong>sediamento di attività compatibili<br />

con le tradizioni culturali tipiche”, ecc.<br />

Alla norma legislativa ha fatto seguito il Decreto Interm<strong>in</strong>isteriale del 6 ottobre<br />

2005, che <strong>in</strong>dividua le tipologie di architettura rurale e def<strong>in</strong>isce i criteri<br />

tecnico-scientifici per la realizzazione degli <strong>in</strong>terventi. In particolare stabilisce<br />

che “…la redazione previa di adeguati studi e rilievi, è parte costituente e <strong>in</strong>tegrante<br />

del progetto e volta a documentare analiticamente i caratteri storicoarchitettonici<br />

e costruttivi delle tipologie”, che “…sono considerati prioritari gli<br />

<strong>in</strong>terventi preord<strong>in</strong>ati alla ricomposizione del rapporto funzionale tra <strong>in</strong>sediamento<br />

e spazio produttivo e, <strong>in</strong> particolare, tra immobili e terreni agrari” e che<br />

“…gli <strong>in</strong>terventi sono <strong>in</strong> ogni caso coerenti con il mantenimento della struttura<br />

architettonica e del tessuto <strong>in</strong>sediativo”.<br />

Già alcune Regioni, segnatamente Liguria e Lombardia, hanno avviato<br />

consistenti programmi per avvalersi delle disposizioni legislative per la valorizzazione<br />

e il recupero dell’architettura tradizionale <strong>in</strong> ambito rurale.<br />

Le summenzionate leggi, regolamenti e <strong>in</strong>iziative richiamano autorevolmente<br />

l’attenzione (e ci sp<strong>in</strong>gono non solo a <strong>una</strong> riflessione, ma a <strong>una</strong> proposta<br />

progetturale concreta) sull’opportunità di un <strong>in</strong>tervento per un primo censimento,<br />

previsto nella legge, teso ad <strong>una</strong> rappresentazione reale e veridica<br />

dello stato attuale del grande patrimonio di edilizia e architettura rurale rappresentato<br />

dagli “stazzi di <strong>Gallura</strong>”.<br />

In <strong>Gallura</strong> molti manifestano il proprio spirito di appartenenza dicendosi<br />

eredi della “cultura degli stazzi”, e tutti si danno poi da fare per seppellirla def<strong>in</strong>itivamente.<br />

Convegni e celebrazioni non sono che coccarde per chi le organizza,<br />

poiché non si ha cognizione completa dell’imponenza del patrimonio<br />

rappresentato dagli <strong>in</strong>sediamenti agricoli ad habitat disperso e dai fabbricati<br />

rurali tradizionali edificati entro il XIX secolo <strong>in</strong> un’area così vasta che quasi<br />

co<strong>in</strong>cide con i conf<strong>in</strong>i della Prov<strong>in</strong>cia <strong>Gallura</strong> attuale (più di un decimo della<br />

3<br />

<strong>Sardegna</strong>) ed allo stesso tempo non si rendono conto dei rischi di cancellazione<br />

che detto patrimonio corre.<br />

Ricordiamo che Silla Lissia, nella sua opera del 1903 sulla <strong>Gallura</strong> 1 , parlava<br />

di circa tremila stazzi che punteggiavano le contrade costiere e <strong>in</strong>terne<br />

f<strong>in</strong>o alle zone più remote della <strong>Gallura</strong> e i cui abitanti, dediti alla vita rustica<br />

con modalità orig<strong>in</strong>alissime rispetto al resto della <strong>Sardegna</strong>, superavano <strong>in</strong><br />

numero di gran lunga quelli dei centri abitati. Il dato è attendibile ed esistono<br />

degli studi parziali che lo confermerebbero. Purtroppo non esiste un lavoro<br />

organico che abbia l’ambizione di comprendere aree più vaste d’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e f<strong>in</strong>o<br />

a co<strong>in</strong>cidere possibilmente con l’<strong>in</strong>tero territorio della <strong>Gallura</strong>.<br />

Il momento è delicato e le scelte sono importanti e non r<strong>in</strong>viabili perché,<br />

per varie cause il patrimonio è soggetto ad impoverimento costante e <strong>in</strong>arrestabile.<br />

Inoltre, nelle strette del dibattito politico, il valore delle aree agricole è<br />

dato dalle sue potenzialità immobiliari ed alla loro vic<strong>in</strong>anza alle aree costiere,<br />

per cui, con il beneplacito delle amm<strong>in</strong>istrazioni com<strong>una</strong>li <strong>in</strong>teressate, vengono<br />

colpevolmente consentite lottizzazioni di fatto per la costruzione di edifici<br />

pseudo rurali che vanno sempre più corrompendo l’immag<strong>in</strong>e della architettura<br />

tradizionale dello stazzo.<br />

Quando poi, come accade, ad acquistare le cosiddette “abitazioni rurali”<br />

sono turisti cont<strong>in</strong>entali, anche se chi acquista ha rispetto per il paesaggio e le<br />

emergenze ambientali e naturali, con la sua stessa presenza di estraneo <strong>in</strong>differente<br />

alla “cultura degli stazzi”, ne spegne gran parte la vitalità sociale, <strong>in</strong>terrompendo<br />

def<strong>in</strong>itivamente le connessioni residue di un tessuto un tempo<br />

vitale.<br />

Inf<strong>in</strong>e va osservato che molti degli stazzi del territorio più <strong>in</strong>terno si trovano<br />

<strong>in</strong> condizioni di abbandono da decenni (alcuni da mezzo secolo) e gli stessi<br />

<strong>in</strong>sediamenti agricoli o sono assenti o sono scarsamente produttivi; quando<br />

poi per il degrado e l’abbandono non sono oggetto di furto delle parti costruttive<br />

più facilmente rimovibili (tegole, travi di g<strong>in</strong>epro, <strong>in</strong>fissi, conci, suppellettili)<br />

che trovano mercato e collocazione nelle lussuose abitazioni della costa.<br />

Per tutte queste ragioni, gli Amm<strong>in</strong>istratori della Prov<strong>in</strong>cia Olbia-Tempio,<br />

che vedono nelle disposizioni legislative summenzionate <strong>una</strong> <strong>in</strong>sperata ultima<br />

opportunità <strong>in</strong>tendono:<br />

- completare il rilevamento, <strong>in</strong> parte avviato per <strong>in</strong>iziative personali, degli<br />

stazzi storici (realizzati entro il XIX secolo) attraverso <strong>una</strong> ricognizione sul<br />

terreno organizzata per aree com<strong>una</strong>li;<br />

- impegnarsi <strong>in</strong> <strong>una</strong> ricerca-raffronto campione che tenga conto della letteratura<br />

documentale esistente: carte, catasti, studi specifici, foto, descrizioni<br />

tecniche etc.<br />

- stabilire un programma d’<strong>in</strong>terventi che, dopo l’approvazione della ricerca,<br />

dia pratica attuazione al reperimento dei f<strong>in</strong>anziamenti e all’avvio degli<br />

<strong>in</strong>terventi per il recupero degli edifici rurali catalogati.<br />

Operativamente la ricerca si sviluppa con l’<strong>in</strong>dividuazione sulle carte stori-<br />

1 SILLA LISSIA, <strong>La</strong> <strong>Gallura</strong> – Studi Storico Sociali, Tip. Tortu, Tempio, 1903.

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