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La Gallura una Regione Diversa in Sardegna - Servizi On Line

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da un elevato tasso di mortalità <strong>in</strong>fantile. Olbia, porta d’<strong>in</strong>gresso del sistema<br />

commerciale della <strong>Gallura</strong>, decadde rapidamente trascurata dalla presenza delle<br />

navi andò <strong>in</strong>contro a un tracollo commerciale, f<strong>in</strong>ché i suoi fondali mutarono con<br />

sensibili abbassamenti del livello del mare.<br />

Parlare delle condizioni della <strong>Sardegna</strong> <strong>in</strong> epoca altomedievale significa solo<br />

avanzare delle ipotesi verosimili, con poche eccezioni, a causa di <strong>una</strong> s<strong>in</strong>golare<br />

penuria di fonti documentali. Nel 534 <strong>una</strong> efficace campagna militare bizant<strong>in</strong>a libera<br />

la <strong>Sardegna</strong> dall’occupazione vandalica <strong>in</strong> atto dal 460 circa, riportandola a<br />

far parte della Prefettura d’Africa. È certo che la parziale e momentanea occupazione<br />

che tentarono gli Ostrogoti nel 551, così come l’<strong>in</strong>cursione longobarda del<br />

599 con partenza dalla Corsica, della quale si hanno solo esili tracce, non <strong>in</strong>teressarono<br />

la <strong>Gallura</strong>. Anche se avessero messo piede <strong>in</strong> <strong>Sardegna</strong>, il periodo di<br />

permanenza ipotizzabile sarebbe troppo breve per lasciare un segno nelle strutture<br />

produttive agrarie con l’<strong>in</strong>troduzione di istituzioni comunitarie. A giustificare<br />

quelle autoctone sarde è più facile pensare ad <strong>una</strong> evoluzione graduale dei rapporti<br />

e delle forme di produzione bizant<strong>in</strong>e. Dopo la liberazione, la <strong>Sardegna</strong> entrò<br />

a far parte della Prefettura d’Africa<br />

Nel 698 cessò d’esistere l’Esarcato d’Africa e la <strong>Sardegna</strong> passò<br />

all’Esarcato d’Italia. È agevole pensare che la <strong>Gallura</strong> e i suoi scali orientali abbiano<br />

tratto qualche vantaggio da questo mutamento, a causa della maggiore vic<strong>in</strong>anza<br />

alla penisola italiana e al capoluogo amm<strong>in</strong>istrativo di Ravenna. Si può<br />

dunque ipotizzare per un breve periodo un miglioramento delle condizioni economiche<br />

della <strong>Gallura</strong>, così come è sempre avvenuto quando è rimasta aperta alle<br />

vie del mare. Ma i collegamenti restavano impossibili a causa della pressione<br />

araba. In questo isolamento maturarono le condizioni che portarono a sostituire<br />

l’orig<strong>in</strong>ario sistema di governo bizant<strong>in</strong>o con la costituzione dei quattro Giudicati:<br />

<strong>Gallura</strong>, Torres, Arborea e Cagliari.<br />

Ciò si rese necessario anche per far fronte ai disord<strong>in</strong>i <strong>in</strong>terni rappresentati dagli<br />

atteggiamenti predatori dei barbaric<strong>in</strong>i e per approntare difese efficaci <strong>in</strong> grado di<br />

contrastare i pericoli esterni provenienti dagli Arabi. In periodo giudicale si assistette<br />

a un lento progresso, riprese vigore il dissodamento dei campi, e, <strong>in</strong> concomitanza<br />

di <strong>una</strong> crescita europea, l’uomo si riappropriò dei territori che nei secoli<br />

precedenti erano stati <strong>in</strong>vasi da boschi e paludi.<br />

Aumentarono gli agglomerati abitativi costituiti da piccoli villaggi e ville, secondo<br />

<strong>una</strong> distribuzione capillare, e un’economia basata soprattutto<br />

sull’agricoltura praticata da piccoli proprietari con proprietà di modesta estensione<br />

coltivata, con piccoli appezzamenti a vigna, orto, frutteto. L’agricoltura e la cerealicoltura<br />

caratterizzarono il paesaggio agrario gallurese f<strong>in</strong>o alla conquista aragonese.<br />

Sempre la resa dei terreni è stata limitata dai primitivi metodi di coltura con<br />

<strong>in</strong>frequenti sarchiature, uso dell’aratro a chiodo, concimazione esclusivamente<br />

spontanea. Se poi si considera che <strong>una</strong> parte del prodotto era conservata per la<br />

sem<strong>in</strong>a dell’anno successivo e un’altra era dest<strong>in</strong>ata come tributo fiscale al Governo<br />

occupante, pochissimo, detratta la parte venduta sul mercato<br />

30<br />

d’esportazione, restava per il sostentamento personale. Un importante contributo<br />

era dato dal patrimonio boschivo.<br />

Non sempre la denom<strong>in</strong>azione <strong>Gallura</strong> ha fatto riferimento a un concetto<br />

culturale, a un’area culturalmente coesa. In periodo catalano-aragonese possedeva<br />

<strong>una</strong> valenza quasi esclusivamente geografico-amm<strong>in</strong>istrativa. Oppure gli<br />

stravolgimenti causati dalla presenza nel giudicato dell’elemento pisano porta alla<br />

separazione di ampie aree giudicali a favore di famiglie signorili.<br />

Nell’alto medioevo il Giudice esercitava il potere regio coadiuvato da <strong>una</strong><br />

“Corona de Logu”, da cui dipendeva il braccio armato o “Armentariu de Logu”.<br />

Ogni Giudicato era diviso <strong>in</strong> Curatorie che, a loro volta, erano suddivise <strong>in</strong> biddas<br />

o villaggi. Già all’alba del secondo millennio (1003) Olbia, porta d’<strong>in</strong>gresso e cart<strong>in</strong>a<br />

di tornasole della prosperità della <strong>Gallura</strong>, aveva subito l’assalto islamico portato<br />

da Mughaib (Museto), che sottopose la città a sacco traendone un ricco bott<strong>in</strong>o.<br />

Solo l’<strong>in</strong>tervento della flotta pisana aveva contrastato le mire del condottiero<br />

musulmano, ma non aveva potuto scongiurare il decadimento dei villaggi costieri<br />

e il ripiegamento delle popolazioni verso i centri dell’<strong>in</strong>terno più facilmente difendibili.<br />

Risale a queste condizioni l’<strong>in</strong>izio di <strong>una</strong> dipendenza delle libertà della <strong>Gallura</strong><br />

e delle sue istituzioni politiche dalla presenza protettiva nelle acque mediterranee<br />

delle flotte pisane prima e poi anche genovesi e, a causa di ciò, ha <strong>in</strong>izio<br />

un <strong>in</strong>treccio di rapporti economici e sociali che condussero all’egemonia delle due<br />

Repubbliche mar<strong>in</strong>are, e alla rivalità tra loro per motivi d’<strong>in</strong>teresse. Tanto che nel<br />

1132 si arriva da parte del Giudice di <strong>Gallura</strong> Comita Spanu a un giuramento di<br />

fedeltà all’Arcivescovo, ai Consoli di Pisa nonché ai loro successori, con<br />

l’impegno al pagamento di un censo annuo. Il che era pressoché l’equivalente di<br />

un atto di vassallaggio. Lo stesso aveva fatto il Giudice di Torres nel 1130.<br />

Notevole ed <strong>in</strong>gombrante è la presenza del Vaticano negli affari <strong>in</strong>terni della<br />

<strong>Sardegna</strong>. I Papi tendono ad <strong>in</strong>tervenire per rimproverare ai Giudici i comportamenti<br />

ritenuti lesivi degli <strong>in</strong>teressi ecclesiastici, Il Pontefice prende decisioni riguardanti<br />

la <strong>Sardegna</strong> come se l’isola fosse un feudo nella sua piena disponibilità.<br />

Urbano II concede alla sede arcivescovile di Pisa la Legazìa, ossia l’esercizio<br />

dei poteri di natura ecclesiastica, sulla <strong>Sardegna</strong>, creando così un conflitto<br />

d’<strong>in</strong>teressi con Genova, risolto successivamente, nel 1138, da Papa Innocenzo II,<br />

con l’elevazione compensativa della città ligure ad Archidiocesi e la concessione<br />

alla stessa della Metropoli sulle tre diocesi settentrionali della Corsica. In tal modo<br />

il Vescovo Metropolita di Genova presiedeva alla nom<strong>in</strong>a dei vescovi nelle sue<br />

Diocesi e li ord<strong>in</strong>ava con un certa autonomia da Roma.<br />

A sua volta Pisa <strong>in</strong> cambio si vede riconoscere la conferma metropolitica<br />

sulle rimanenti diocesi corse e, oltre alla Legazìa ad sedem sulla <strong>Sardegna</strong>, il diritto<br />

di Primazia o primato sull’Archidiocesi di Torres e l’arricchimento della prov<strong>in</strong>cia<br />

ecclesiastica con la nuova Diocesi di Galtellì <strong>in</strong> <strong>Gallura</strong>. I Giudici sono anche<br />

<strong>in</strong>vitati a rimediare alle loro mancanze o debolezze con larghe donazioni di<br />

terre e privilegi da concedere alla chiesa di Santa Maria di Pisa (Turtas, 1995).<br />

<strong>La</strong> Sede Apostolica rivendicava sull’isola il Dom<strong>in</strong>ium Em<strong>in</strong>ens, vale a dire il

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