La Gallura una Regione Diversa in Sardegna - Servizi On Line
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secondo caso, alla scadenza del term<strong>in</strong>e previsto dagli accordi, lu patronu aveva<br />
diritto, su tutto l’allevamento (fundu più criscimentu), ad avere i tre quarti della<br />
specie bov<strong>in</strong>a, i due terzi di quella capr<strong>in</strong>a e la metà della su<strong>in</strong>a. Va poi aggiunto<br />
che i piccoli proprietari erano ancora più esosi sulle pelle dei pastori più poveri<br />
che accettavano clausole ancora più gravose pur di lavorare.<br />
L’antagonismo tra proprietari e pastori era giunto al culm<strong>in</strong>e negli anni della<br />
rivolta antifeudale. A causa delle irrequietud<strong>in</strong>i serpeggianti e della fame di terre<br />
da pascolo i nobili tempiesi, che hanno il possesso e l’uso di gran parte del territorio<br />
gallurese, sono sospettosi e previdenti e chiedono che gli eventuali rischi<br />
nella conduzione dell’allevamento siano coperti da garanti. I quali ultimi sono<br />
spesso costretti a impegnare i loro averi per garantire i mezzi a quei pastori m<strong>in</strong>ori<br />
che <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciano l’attività con un contratto do soccida. Così che il socio m<strong>in</strong>ore<br />
deve rispondere del suo operato anche al garante, che, <strong>in</strong> caso di <strong>in</strong>successo,<br />
tenta di rivalersi <strong>in</strong> tutti i modi, ma soprattutto segue ogni <strong>in</strong>iziativa che assicuri<br />
<strong>una</strong> gestione profittevole dell’allevamento. I grandi proprietari curano con pignoleria<br />
dei registri di contabilità, sia perché temono le frodi dei pastori, sia perché<br />
hanno accordi con un numero <strong>in</strong>determ<strong>in</strong>ato di pastori. Devono sempre verificare<br />
che la restituzione del caudal non sia fatta con un numero <strong>in</strong>feriore di capi (menoscabo).<br />
Quando ciò è accertato i capi mancanti devono essere restituiti <strong>in</strong> tempi<br />
fissati.<br />
A quel tempo, f<strong>in</strong>e XVIII <strong>in</strong>izi XIX secolo, le condizioni di vita sono difficili e<br />
pochi soci m<strong>in</strong>ori riescono a evitare <strong>in</strong>debitamenti e per lo più non sono <strong>in</strong> grado<br />
di saldare il debito se non coll’<strong>in</strong>tervento del garante. Chi conta solo sulle proprie<br />
braccia e sulle annate favorevoli, fa <strong>una</strong> valutazione errata e contrae debiti che<br />
pesano per generazioni. Chi fa affidamento sul garante talora trasc<strong>in</strong>a anche lui<br />
<strong>in</strong> <strong>una</strong> gestione disastrosa. Chi eredita un debito paterno si trova nella quasi impossibilità<br />
di risalire la ch<strong>in</strong>a, tanto che lui stesso è costretto a sottostare a contratti<br />
durissimi. Debiti e contratti capestro possono portare alla miseria <strong>in</strong>tere famiglie<br />
estese, costrette a impegnare i pochi beni immobili posseduti per tentare di<br />
sottrarsi a forme di semischiavitù. Tali catene rov<strong>in</strong>ose sono all’orig<strong>in</strong>e di molte<br />
miserie, ma anche di reazioni violente, sovversive e anarcoidi. Né di questo si<br />
preoccupano i creditori che <strong>in</strong>vocano i sequestri giudiziari dei beni e la vendita<br />
all’<strong>in</strong>canto, come pure <strong>una</strong> dura repressione dei comportamenti ritenuti antisociali.<br />
Appelli che non restavano <strong>in</strong>ascoltati e le reazioni dello stato di turno erano così<br />
feroci da imprimersi nella memoria collettiva per i secoli venturi.<br />
I momenti convulsivi di <strong>una</strong> società non <strong>in</strong>segnano molto e i tipi di contratto<br />
descritti sommariamente sono passati <strong>in</strong>denni attraverso le agitate vicende storiche<br />
per giungere s<strong>in</strong>o alla nostra epoca. Tali contratti squilibrati permettono alla<br />
proprietà di non ricorrere al lavoro salariato evitando di mettere a rischio l’impiego<br />
di capitali, ma consentendo un moderato arricchimento e <strong>una</strong> rendita fissa certa,<br />
cui si aggiungono i guadagni derivanti dalla concessione di prestiti spesso a tasso<br />
usuraio. È superfluo rilevare che chi chiede denaro ipoteca i suoi beni per un valore<br />
superiore alla somma ricevuta. Così pochi grandi proprietari controllano<br />
l’economia della <strong>Gallura</strong> senza grandi rischi. I debitori hanno quasi sempre diffi-<br />
15<br />
coltà a restituire il prestito, piuttosto lasciano tutto nelle mani dei creditori. In queste<br />
condizioni la rendita parassitaria rimane <strong>una</strong> costante nei rapporti economici<br />
tra galluresi. I piccoli pastori che fanno affidamento solo sulle proprie capacità lavorative<br />
e sui pochi capi di bestiame ottenibili con la spartizione delle crescite,<br />
non reggono le difficili condizioni ambientali della <strong>Gallura</strong> e frequentemente <strong>in</strong>solventi<br />
cercano rifugio <strong>in</strong> Corsica.<br />
C’è però <strong>una</strong> sapienza crudele dei creditori che concedendo ai pastori piccoli<br />
prestiti nei momenti del bisogno, ne permettono la sopravvivenza, accompagnata<br />
<strong>in</strong> qualche caso pers<strong>in</strong>o dalla gratitud<strong>in</strong>e, per impossessarsi poi del prodotto<br />
del loro lavoro. Quanto più i pastori sono visti come <strong>una</strong> classe sociale pericolosa,<br />
tanto più attorno a loro si str<strong>in</strong>gono lacci a controllarne comportamenti e capacità<br />
produttive. Negli anni anche i piccoli proprietari si adeguano e impongono<br />
regole <strong>in</strong>ique ai loro pastori per poter estorcere il frutto del loro lavoro. Si pensi<br />
che f<strong>in</strong>o al XIX secolo tutti erano soggetti al pagamento dei diritti feudali, nobili <strong>in</strong>clusi<br />
poiché usavano delle terre concesse loro <strong>in</strong> allodio, per capire le resistenze<br />
e il rifiuto a pagare. A causa di ciò i m<strong>in</strong>istri di giustizia (esattori) ricorrono frequentemente<br />
alle richieste di aiuto ai dragoni di stanza a Tempio e <strong>in</strong>seguono i<br />
pastori f<strong>in</strong> negli stazzi più remoti obbligandoli con la forza a versare i contributi. 11<br />
I bov<strong>in</strong>i, che con l’affidamento (entrego) al mezzadro entravano negli accordi<br />
di soccida, nonostante la forte resistenza del tipo gallurese di piccola taglia e<br />
abituato alle <strong>in</strong>temperie e al libero pascolo brado, erano soggetti a diverse malattie,<br />
spesso esiziali. Certamente il pericolo maggiore di morte era rappresentato<br />
dalla fame, ma erano <strong>in</strong> agguato pure l’afta; <strong>una</strong> diarrea senza cause osservabili,<br />
lu calbuncu - o carbonchio - e li zuddi specie di deposito limaccioso sulla l<strong>in</strong>gua,<br />
curato con un energico massaggio di sale grosso. <strong>La</strong> cura miracolosa per tutti i<br />
mali era considerato il salasso - la sangjìa. Si <strong>in</strong>cideva <strong>una</strong> vena e si controllava<br />
l’emorragia f<strong>in</strong>o alla quantità ritenuta utile. Ziu Gjon Battista Baltolu racconta di<br />
aver salassato - sangjatu - ben ottanta capi <strong>in</strong> un solo giorno. Raramente un capo<br />
bov<strong>in</strong>o veniva macellato. Si faceva eccezione nelle situazioni <strong>in</strong> cui si determ<strong>in</strong>ava<br />
un gran concorso di persone, quali i matrimoni, li multasgi - i funerali, le feste<br />
campestri. Se non per necessità, agli animali non venivano <strong>in</strong>flitte <strong>in</strong>utili violenze,<br />
anzi nei confronti delle loro sofferenze vi era pers<strong>in</strong>o operosa sollecitud<strong>in</strong>e, nonostante<br />
venissero genericamente denom<strong>in</strong>ati - rittìli (rettili - bestie) e considerati <strong>in</strong>sensibili.<br />
Particolari attenzioni erano rivolte alle mucche durante e dopo il parto:<br />
se non si staccava la placenta - la sigunda, attorno ad essa si faceva un nodo -<br />
nòdu sciudditòggju o si fissava un morsetto - chjóla, per favorirne il distacco.<br />
Purtroppo, nonostante la capacità di sopportazione dei bov<strong>in</strong>i alle <strong>in</strong>temperie,<br />
per cui raramente venivano rifocillati con la cimatura degli olivastri o con paglia<br />
e avena, nonostante fossero animali di elevata rusticità, robusti e resistenti<br />
alla puntura degli <strong>in</strong>setti, adattati a sopportare fenomeni climatici sfavorevoli e<br />
scarse risorse alimentari, tuttavia essendo di piccola mole, presentavano bassi<br />
ritmi di accrescimento, <strong>una</strong> natalità discont<strong>in</strong>ua e irregolare, <strong>una</strong> accentuata propensione<br />
a depositare grassi <strong>in</strong>vece che muscoli e <strong>una</strong> scarsa resa alla macella-<br />
11 Per le tematiche f<strong>in</strong> qui esposte v. G. MELE, Da Pastori a Signori, EDES, Cagliari, 1994.