La maratona - Studio di Ingegneria e Informatica Ing. Roberto Croci
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adattarmi a tutto questo, al dolore e alla<br />
sofferenza <strong>di</strong> questi ragazzi. Non credo mi ci<br />
abituerò mai, ma almeno ora riesco a rendermi<br />
utile, ad alleviare quantomeno le loro<br />
sofferenze e a portare un po’ <strong>di</strong> conforto. Si<br />
sentono solo urla, lamenti e le cannonate in<br />
lontananza, mattina e sera. Stiamo tutti<br />
vivendo un dramma>> <strong>di</strong>sse, con le lacrime<br />
agli occhi, e mi sfiorò dolcemente una mano.<br />
Lucia, nelle successive settimane che<br />
trascorsi in convalescenza, iniziò a far parte<br />
della mia vita, si occupava delle me<strong>di</strong>cazioni,<br />
seguiva passo per passo tutti i miei progressi<br />
confortandomi con la sua presenza e con il suo<br />
buon carattere, e benché dovesse occuparsi<br />
anche <strong>di</strong> altri pazienti, ben più gravi <strong>di</strong> me,<br />
rimase sempre il mio angelo custode.<br />
Alcune notti avevo ancora dei terribili<br />
incubi, mi ritrovavo sdraiato su un cumulo <strong>di</strong><br />
sassi, tutto dolorante, dalla testa ai pie<strong>di</strong>. Dove<br />
mi trovavo? Tutto intorno a me sembrava<br />
<strong>di</strong>verso. Non ero in ospedale e non c’era Lucia<br />
a prendersi cura <strong>di</strong> me. Mi alzavo, cercando <strong>di</strong><br />
capire cosa fosse successo, ma le gambe erano<br />
come immobilizzate ed intorpi<strong>di</strong>te, come se<br />
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