La maratona - Studio di Ingegneria e Informatica Ing. Roberto Croci
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sulla gamba sinistra che fortunatamente non<br />
era stata lesionata dalle schegge.<br />
Lì per lì non capii dove mi trovavo, chi fosse<br />
il mio soccorritore, né tantomeno chi fosse<br />
questo Tenente Pauletti che andava<br />
nominando, ma tanto era il dolore e lo<br />
stor<strong>di</strong>mento che ben presto tutti i miei sensi<br />
vennero meno e svenni nuovamente.<br />
Probabilmente dopo pochi minuti ripresi<br />
conoscenza anche se non riuscii subito a<br />
riaprire gli occhi che sentivo in fiamme.<br />
Quello che percepivo confusamente erano<br />
strazianti lamenti <strong>di</strong> dolore, boati assordanti e<br />
il cigolio delle ruote <strong>di</strong> un carro, che<br />
sobbalzavano pesantemente sul fondo bagnato<br />
dell’acciottolato, ci portava lontano dal fronte.<br />
Poi <strong>di</strong> nuovo il buio.<br />
Quando riaprii gli occhi mi ritrovai sdraiato<br />
all’asciutto su una branda da ospedale, con la<br />
testa, la caviglia destra e la spalla sinistra<br />
me<strong>di</strong>cate e fasciate con cura.<br />
Intorno a me la stanza si presentava buia e<br />
tetra, con bassi soffitti scrostati e un pungente<br />
odore <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfettante.<br />
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